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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Il Giornale Rassegna Stampa
05.12.2016 Cuba: Reinaldo Arenas, l'anticastrismo e il vero volto della dittatura
Commento di Dario Fertilio

Testata: Il Giornale
Data: 05 dicembre 2016
Pagina: 14
Autore: Dario Fertilio
Titolo: «Reinaldo Arenas, l'anticastrismo e il vero volto della dittatura»

Riprendiamo dal GIORNALE di oggi, 05/12/2016, a pag. 14, con il titolo "Reinaldo Arenas, l'anticastrismo e il vero volto della dittatura", il commento di Dario Fertilio.

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Dario Fertilio

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Reinaldo Arenas

Mentre gli inviati speciali a Cuba, per lo più progressisti, buonisti e benpensanti, si genuflettono al passaggio delle ceneri di Fidel Castro, un libro-testimonianza di Reinaldo Arenas, «Prima che sia notte», ripubblicato dalla Guanda, sbugiarda i luoghi comuni. Quello dello scrittore maledetto, anticastrista e omosessuale è un atto d'accusa contro chi, pretendendo di rendere omaggio alla storia, passa un colpo di spugna sulle colpe del dittatore comunista. C'è di più: attraverso il racconto della sua rocambolesca fuga da Cuba nel maggio del 1980, e descrivendo gli orrori che la accompagnarono, Arenas demolisce l'idea che sia il blocco decretato dagli Usa la causa della miseria umana e materiale nell'isola.

Arenas riuscì a imbarcarsi dal porto di Mariel, nascondendosi nella turba composita di criminali, squilibrati mentali, spie e mendicanti appositamente selezionati da Fidel per sbarazzarsi di una bomba sociale e accollarne il peso agli Usa. I soprusi, i pestaggi e gli assassinii che accompagnarono la partenza della carovana, insieme agli insulti organizzati dei castristi, trasformarono l'esilio concesso agli «irrecuperabili» in una via crucis talmente dolorosa da stroncare anche i più robusti.

Di quelle sofferenze scrive appunto Arenas: «Prima di farci salire sui battelli, ci divisero in file diverse; in una c'erano tutti i pazzi, in un'altra gli assassini e i delinquenti più incalliti, in un'altra ancora le puttane e gli omosessuali, e nell'ultima giovani agenti della Sicurezza di Stato, che si sarebbero infiltrati negli Stati Uniti». Rileggere il diario di Arenas, già duramente provato dall'Aids nei giorni della fuga da Cuba, e più tardi suicida con un'overdose di droga e alcol, equivale ad abbattere le quinte di cartapesta erette in questi giorni all'Avana e dintorni per celebrare il dittatore scomparso, e a gettare invece uno sguardo sulla vera Cuba.

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