Chiamatela, se volete, censura
Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli
Cari amici,
anche se sarebbe quasi sempre meglio parlare d’altro, per un sito come questo bisogna tornare alla cronaca ogni giorno e farle il contropelo, almeno fino a quando i giornali fanno come oggi, imbottiti di mezze verità politicamente corrette. Partiamo da un fatto che era stato per un breve periodo in testa alle pagine online dei giornali, ma alle sei di ieri sera era sceso al quarantaquattresimo posto delle notizie del “Corriere” e al quarantesimo nel sito della ”Stampa”, escludendo le colonne laterali di servizio. La notizia è questa: all'Ohio State University di Columbus uno studente somalo, accolto negli Stati Uniti come rifugiato, ha tentato di fare una strage, prima investendo apposta i passanti con la sua macchia, poi scendendo dalla macchina e accoltellandoli, fino a quando non è stato fermato dagli spari di un poliziotto che l’ha ucciso. (http://www.lastampa.it/2016/11/28/esteri/usa-uomo-armato-spara-in-un-campus-in-ohio-almeno-otto-feriti-C7UhhfZV5PGYdP2VlQDzaK/pagina.html).
Perché l’evento è una notizia? Perché lo studente era un musulmano osservante, che odiava gli Stati Uniti pur essendone ospite per via della sua fede religiosa (http://www.ilmessaggero.it/primopiano/esteri/ohio_piomba_auto_campus_studenti_coltellate_ucciso-2108621.html): l’ennesimo anello di una catena che colpisce in America come da noi, secondo modalità spesso (e anche in questo caso) riprese dal terrorismo palestinista. E perché la notizia è stata nascosta? Esattamente per lo stesso motivo: perché lo studente era un musulmano osservante, che odiava gli Stati Uniti pur essendone ospite per via della sua fede religiosa. Come mai la ragione di una notizia è anche la ragione per non darla? Be’, chiamatela, se volete, censura. La polizia inglese è stata istruita di non fare indagini sugli stupri di massa di matrice islamica (https://www.jihadwatch.org/2015/03/uk-police-told-not-to-investigate-muslim-rape-gangs; come del resto la polizia tedesca https://www.jihadwatch.org/2016/09/londons-police-ignore-muslim-officers-extremist-views-for-fear-of-being-labeled-islamophobic) e di non occuparsi degli appelli alla violenza dei leader musulmani (https://www.jihadwatch.org/2016/09/londons-police-ignore-muslim-officers-extremist-views-for-fear-of-being-labeled-islamophobic). Le forze dell’ordine tedesche sanno di non poter arrestare i clandestini (https://themuslimissue.wordpress.com/2016/01/13/german-police-speaks-out-we-cant-arrest-muslims-throat-slashing-is-reported-as-minor-incidents-superior-orders/). In Svezia c’è una politica per cui non bisogna citare le origini dei criminali, se non sono europee (http://www.dailymail.co.uk/news/article-3477510/Migrant-attacks-conspiracy-hide-truth-Europe-s-liberal-country-Sweden-stopped-citizens-discussing-refugee-influx.html). Gli esempi si potrebbero moltiplicare, a partire da quella notte di Capodanno a Colonia in cui le bande di stupratori furono lasciate libere di agire per non dare una cattiva immagine dell’immigrazione e i pubblici ufficiali negarono i fatti per dieci giorni, finché il caso esplose. O da quell’attentato in Gran Bretagna in cui ci raccontarono che l’attentatore era norvegese – e invece era un somalo anche lui rifugiato in Norvegia.
L'islam cancella la libertà di parola: "E' solo editing..."
Volete conoscere la ragione di queste scelte singolari? Leggetevi questo intervento di Bergoglio: c’è “un’epidemia di animosità”, ha notato il papa, contro “gente di altre razze e religioni”: "Vediamo, per esempio, quanto velocemente quelli tra noi con lo status di straniero, immigrato o rifugiato, diventino una minaccia, assumano lo status di un nemico […] perché provengono da un paese lontano o hanno costumi diversi. Nemico a causa del colore della loro pelle, della loro lingua o della loro classe sociale. Nemico perché pensano in modo diverso o addirittura hanno una fede diversa." (http://www.jpost.com/Breaking-News/Pope-decries-epidemic-of-animosity-against-immigrants-other-faiths-473076) Non perché sparano, accoltellano, investono apposta la gente, stuprano – no, questi sono dettagli insignificanti per diventare nemici. La colpa è tutta del fatto che sono stranieri. E allora perché cinesi, filippini, sudamericani, che certamente sono stranieri e non sono tutti stinchi di santo, non suscitano questo allarme? Bergoglio non se lo chiede, e forse questo c’entra con il suo radicale odio per la cultura occidentale, su cui vi invito a leggere il bell’articolo di Matteo Matzuzzi pubblicato sul Foglio di ieri (https://www.facebook.com/ugo.volli/posts/10155450521613776). Naturalmente la morale papale ha molti discepoli, cattolici o meno, da Obama e Merkel in giù. E sono sicuro che tali discepoli, se magari leggessero queste righe mi darebbero del razzista. Ma, vedete, l’Islam non è una razza, ammesso che la parola razza abbia qualche senso ragionevole. Non è un popolo, non è un’etnia. Non ha niente a che fare con i geni e tutto con la cultura (nel senso di modo di vivere collettivo). Somali, arabi, pakistani, indonesiani, “foreign fighters” europei, non hanno certo lo stesso colore della pelle o lo stesso aspetto fisico (che infatti non c’entrano affatto col valore di un individuo). Condividono quella che per comodità continuiamo a chiamare religione, e che è anche questo, ma sul piano pratico è un’ideologia, un modo di vivere, che segna profondamente chi ci crede fino in fondo - per cui è vero naturalmente che tanti musulmani sono delle brave persone che non fanno male a nessuno, anzi; ma ho il sospetto che costoro che noi giudichiamo brave persone non siano valutati invece da chi se ne intende dei bravi musulmani, perché dovrebbero agire diversamente.
Dunque il problema è questo, l’islam: in Ohio come in Gran Bretagna, Germania e anche in Italia. Ignorarlo è nascondere gli occhi sotto la sabbia, censurarlo è non dare a lettori e cittadini gli strumenti per giudicare.
Ugo Volli