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Il Fatto Quotidiano Rassegna Stampa
24.11.2016 Non chiamatelo giornalismo, sul Fatto Quotidiano solo menzogne, complotti e attacchi a Israele ed ebrei
L'esempio? L'articolo di Roberta Zunini

Testata: Il Fatto Quotidiano
Data: 24 novembre 2016
Pagina: 15
Autore: Roberta Zunini
Titolo: «'Mio genero vuol far pace tra israeliani e palestinesi'»

Riprendiamo dal FATTO QUOTIDIANO di oggi, 24/11/2016, a pag. 15, con il titolo "Mio genero vuol far pace tra israeliani e palestinesi", il commento di Roberta Zunini.

L'articolo di Roberta Zunini è di bassissimo livello giornalistico, come sono i suoi articoli su Israele e Medio Oriente puublicati  sul Fatto Quotidiano. L'articolo è costellato di giudizi personali, supposizioni non dimostrate che non hanno niente a che fare con quello di cui dovrebbe occuparsi un giornalista (per esempio la definizione di Kushner come "vendicativo").

Il pezzo è un insieme di luoghi comuni e pregiudizi contro i "poteri forti", la "lobby ebraica", "gli anziani dell'Aipac", descritti come i personaggi del celebre opuscolo antisemita "I Protocolli dei Savi Anziani di Sion", intenti a ordire trame per il dominio del mondo.

Non mancano neppure frasi lapidarie (per es. "Proprio la nascita di nuove colonie e l'espansione di quelle già esistenti è l'ostacolo principale che ha causato lo stallo dei negoziati di pace"), fuori contesto, scritte unicamente per incolpare Israele di non volere la pace, mentre il terrorismo palestinese, come sempre, sulle pagine del Fatto Quotidiano non esiste.

Ecco l'articolo:

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Roberta Zunini

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Disinformazione in stile Fatto Quotidiano

Al suo primo incontro con la redazione del più autorevole quotidiano statunitense, il New York Times, il neo presidente Donald Trump ha enfatizzato che il marito della figlia Ivanka, il 35enne ebreo ortodosso del NewJersey Jared Kushner, "amerebbe risolvere il conflitto israelo-palestinese". Come se si trattasse di un gioco da ragazzi, di un vezzo, di un desiderio personale, anziché del più spinoso nonché secolare problema geopolitico attorno a cui ha girato e gira ancora - seppur non sulle prime pagine dei media - la questione mediorientale tout court e il coinvolgimento degli Usa in quest'area del mondo. Il punto è che Jared Kushner non è un qualunque Chance Giardinieri (lo stralunato e naif al limite della patologia comportamentale, maggiordomo magistralmente interpretato da Peter Sellers nel film "Oltre il giardino", ndr) assurto a oracolo del presidente della più grande potenza del pianeta, ma è il rampollo di una famiglia di noti costruttori ed editori membri della lobby ebraica conservatrice più potente e ricca degli Usa, l'Aipac, portavoce a Washington del governo ultra-nazionalista del premier israeliano Bibi Netanyahu.

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Jared Kushner

Se è vero che la maggior parte degli ebrei americani ha votato per Hillary Clinton, specialmente i giovani, è altrettanto vero che l'Aipac ha sostenuto Trump praticamente dall'inizio della campagna elettorale apparentemente per le sue dichiarazioni contro l'accordo sul nucleare con l'Iran, fortemente voluto da Barack Obama, in realtà per la vicinanza non solo professionale tra "The Donald", Jared Kushner e Sheldon Adelson. Quest'ultimo è un ottuagenario magnate ebreo americano, anche lui con i capelli color carota, super-rich essendo proprietario della maggior parte dei casino di Las Vegas, business che ha finora condiviso proprio con il neo presidente. Adelson però è anche amico e grande sostenitore di Netanyahu, oltre a essere il maggior finanziatore del quotidiano gratuito Israel Hayom, oggi il giornale più letto in Israele, cassa di risonanza dell'ala più intransigente dell'esecutivo e sostenitore delle colonie ebraiche nei Territori Occupati Palestinesi, ritenute illegali dal diritto internazionale.

Proprio la nascita di nuove colonie e l'espansione di quelle già esistenti è l'ostacolo principale che ha causato lo stallo dei negoziati di pace. Sembrerebbe impossibile credere che il giovane e inesperto Jared Kushner, proprio perché ha avuto al suo fianco gli anziani dell'Aipac, possa convincere Bibi Netanyahu e Mahmud Abbas (Abu Mazen, il presidente dell'Autorità Nazionale Palestinese, ndr) a riprendere i colloqui di pace. Resta il fatto che il ragazzo, o meglio giovane uomo, è però molto ambizioso ed essendo molto ascoltato dal suocero potrebbe riservare sorprese del tutto inaspettate pur di passare anche lui alla storia.

IMPRENDITORE EDILE e proprietario del New York Observer, un tempo influente settimanale che tastava il polso del potere cittadino, Kushner ha contribuito a delineare le posizioni politiche e la strategia elettorale del suocero. Kushner, per amore del quale Ivanka Trump si è convertita all'ebraismo, è però anche un uomo vendicativo. Ne sa qualcosa Chris Christie, governatore repubblicano del New Jersey alleato della prima ora di Trump ma estromesso dal transition team perché nel 2005 aveva mandato in carcere il padre di Jared, Charles Kushner, iniziatore della società edile di famiglia. Dopo l'ennesima causa contro il fratello Murray, Charles Kushner finì sotto la lente di Christie che cominciò a indagare sui suoi affari. Quando la sorella Helen iniziò a collaborare con la magistratura, Kushner senior assunse per 10 mila dollari una prostitu ta che adescasse il cognato, li filmò in un motel e spedì alla sorella le prove del tradimento. Alla fine si dichiarò colpevole di tentata frode fiscale, finanziamenti elettorali illeciti e pressioni sui testimoni: il risultato fu una condanna a due anni di carcere. E questa la famiglia che dovrebbe mettere pace tra ebrei e palestinesi?

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lettere@ilfattoquotidiano.it

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