IC7 - Il commento di Claudia De Benedetti
Dal 13 al 19 novembre 2016
Piero Abbina e le università israeliane in Italia
Piero Abbina con i ragazzi all’Israel University Day
Sei anni fa ho conosciuto Piero Abbina, in un freddo venerdì di novembre mi ha lanciato la proposta di istituire una giornata per far conoscere le università israeliane in Italia, sosteneva la necessità di ottenere il test psicometrico di accesso alle università israeliane in italiano. Mercoledì scorso Piero è morto, unendomi al dolore della famiglia e dei tanti amici, per ricordarlo come credo avrebbe desiderato, dedico il mio commento di oggi ai suo sogni che sono diventati realtà: a tutti noi l’onere e l’onore di raccogliere il suo testimone.
La sesta edizione dell’Israel University Day nelle due sedi di Milano e Roma si è conclusa da pochi giorni: è un appuntamento importante perché testimonia del legame che ci stringe allo Stato d’Israele, dell'affetto che vi portiamo e della volontà di condividere il destino dei nostri fratelli che vi vivono. E’ un buon segno perché significa che i giovani ebrei italiani sono disposti a impegnarsi, a prendersi delle responsabilità per il loro futuro. Le università israeliane sono fra le migliori del mondo, non solo in ambito ebraico ma anche in quello, per esempio, dell'alta tecnologia informatica, medica, biologica; ma entrarvi non è facile e studiarvi richiede impegno e sacrificio.
L'ICT di Herzliya
L’Unione Europea è dopo l’Israel Science Foundation la seconda fonte di finanziamento della ricerca scientifica prodotta in Israele. Il professor Danny Dolev, scienziato informatico della Hebrew University, è stato nominato dalla Commissione Europea membro del Consiglio Europeo della Ricerca. Sintomatici del prestigio di cui gode l’accademia israeliana a livello internazionale sono anche l’invito rivolto a Israele a diventare membro pieno del CERN di Ginevra e la sua partecipazione, unico paese non europeo, al progetto Clean Sky Joint Technology. Israele, dopo la Silicon Valley e il polo tecnologico di Boston, è l’area con il più alto tasso di compagnie start up al mondo. Dal 2002, stando ai dati diffusi da INNI - Israel National Nano-Technology Initiative - i ricercatori del settore delle nanotecnologie è duplicato, garantendo così ad Israele un ruolo leader a livello mondiale: oltre 40 laboratori, tra università e uffici governativi, danno lavoro a più di 300 persone.
Solo il Technion di Haifa conta 119, tra ricercatori e studiosi, seguiti dall'Università di Tel Aviv, 47 sono della Ben Gurion University, 43 del Weizman, 39 della Hebrew University, per finire con 30 impiegati alla Bar Ilan. Israele è il paese che produce il più alto numero di pubblicazioni scientifiche pro-capite al mondo ed è tra i primi 10 paesi a depositare brevetti nel settore della scienza nucleare. Secondo i dati OCSE in Israele il 45% della popolazione ha un diploma di laurea, contro il 30% circa della media europea. Molti sono i settori nei quali Israele ha raggiunto l’eccellenza: dalle comunicazioni all’elettronica, dall’informatica alla sicurezza, dalla medicina alle scienze della vita. Dall’arte al design Israele è conosciuto per una straordinaria creatività che trova nella Bezalel Academy un indiscusso centro di formazione e produzione. Nelle relazioni internazionali e negli studi diplomatici e strategico-militari Israele ha il più alto numero di think tank dell’area medio orientale grazie alle facoltà di Scienze Politiche della Tel Aviv e della Hebrew University e della ICT Herziya.
Il Technion di Haifa sbarca in Cina
Dall’archeologia agli studi religiosi, alle scienze della terra Israele ha raggiunto conoscenze e applicazioni nella lotta alla desertificazione esportate in tutto il mondo. Studiare in Israele non significa soltanto accedere a un’istruzione qualificata e dotarsi di un titolo di studio la cui qualità è riconosciuta a livello internazionale, significa anche darsi la possibilità di un’esperienza umana straordinaria. Le classi delle università israeliane sono dei veri e propri microcosmi nei quali si ritrovano ragazzi e ragazze di culture, religioni, lingue diverse, degli spazi nei quali tutti i giorni, studiando sugli stessi libri, si apprende prima di tutto la cultura della differenza, del suo rispetto, la capacità dell’integrazione. Studiare in Israele significa anche fare esperienza di quella vita da campus che è estranea alla dimensione universitaria italiana e che è, per offerta culturale e opportunità sociali, un’occasione di divertimento e di crescita straordinaria per i giovani usciti dal liceo o appena laureati. Volontà, curiosità ed entusiasmo sono le doti degli studenti universitari che In Israele trovano un sistema attento al merito e al talento.
Nel mese di aprile del 2017 sarà possibile sostenere nuovamente l’esame psicometrico in lingua italiana a Milano, Roma e in Israele grazie all’intervento dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. Il test d’ingresso è progettato per prevedere la possibilità di successo negli studi universitari, riguarda tre aree principali: il ragionamento logico, la comprensione verbale e la conoscenza della lingua inglese, i risultati conseguiti sono validi per l’ammissione alle università israeliane per sette anni. E’ un’opportunità preziosa, una sfida da raccogliere e vincere.
Claudia De Benedetti
Presidente Agenzia Ebraica – Sochnut Italia