La seconda lettera che Netanyahu NON ha scritto a Jean-Claude Junker
Autore: Manfred Gerstenfeld
(Traduzione di Angelo Pezzana)
Caro Mr.Juncker,
L’Unione europea è in crisi profonda, eppure avete un’altra volta trovato necessario condannare Israele per avere approvato la costruzione di alcune case nei territori contesi. Si è trattato di 98 abitazioni nel quartiere Shilo su territorio appartenente al governo israeliano. Il comportamento della UE mi ha fatto tornare in mente un articolo della studiosa Rivkah Fishman-Duker sulla Bisanzio del 7° secolo. Scrisse che mentre l’islam stava conquistando molti stati cristiani, i leader di Bisanzio erano ossessivamente preoccupati dei loro pochi cittadini ebrei. Mentre l’eccessivo personale della UE si interessava negativamente dei nostri programmi abitativi, i cosiddetti “esperti” di Bruxelles ignoravano la pluriennale crisi dell’economia greca, che sono marciti fino a oggi. Nel Frattempo il candidate francese alla Presidenza Alain Juppé diceva del proprio paese: “ Se il 24% dei giovani sotto i 25 anni sono disoccupati, la situazione del paese è seria” Alcuni miei giovani collaboratori leggono i giornali europei. A quanto mi dicono, appare evidente la mancanza di unità della UE, unitamente a altri importanti problemi. Il Premio Nobel in economia Joseph Stiglitz ritiene che l’Italia abbandonerà quanto prima l’Euro. L’autorevole economist Tedesco Hans Werner Sinn è d’accordo e afferma che l’Euro è stato un grande fallimento: “Da un progetto di pace è diventato un elemento divisivo”. Non sono i soli. Oggi lo sostiene anche Otmar, l’economista a capo della European Central Bank, che ha avuto un ruolo centrale nella creazione dell’unione monetaria. Ma non è solo l’Euro ad essere finito sotto accusa recentemente. Jens Spahn, il vice-ministro democratico cristiano Tedesco, ha detto “ senza alcun dubbio, ci troviamo nel momento peggiore dell’Unione europea”. I cittadini di molti paesi membri sono insoddisfatto delle politiche europee. Un esempio è la Repubblica Ceca, il cui presidente Milos Zeman aveva favorito l’ingresso nella UE. Oggi, invece, propone un referendum Nazionale se rimanere o no nella UE e nella NATO.Un sondaggio del 2015 aveva rilevato che il 62% dei cechi era per l’uscita dalla UE. Uno dei temi principali che dividono le popolazioni europee la crisi dovuta ai rifugiati. Il Ministro degli Esteri austriaco, Sebastian Kurz, ha criticato la decisione del governo tedesco di far entrare più rifugiati in Grecia e Italia con destinazione Germania. Altrimenti-ha detto- i confini della UE dovranno essere maggiormente controllati. Dopo l’enorme afflusso di rifugiati, la UE solo adesso ha preparato un piano per il controllo dei confini esterni. Resta da vedere se sarà sufficiente. Nel Frattempo, il movimento Pegida cresce grazie alla politica verso i rifugiati. Jean Asselborn, il ministro degli esteri del suo piccolo paese, usa Pegida per farsi pubblicità, sostenendo che parte della mentalità tedesca suscita paura. Il dipartimento tedesco sulla criminalità (BKA) ha rivelato che 8.675 sospettati di essere coinvolti nel crimine organizzato, due terzi non sono di nazionalità tedesca. Mr.Juncker, si è mai interessato allo sviluppo dei mini-stati musulmani in Europa? Il capo della polizia tedesca Rainer Went ha detto che c’è un quartiere a Berlino dove comanda la sharia e un altro dove la circolazione è controllata dai musulmani. Può darsi che qualche membro UE, la Svezia, per esempio - che ha riconosciuto il non esistente Stato di Palestina – sarà felice di riconoscere questi mini-stati in Germania. Che potrebbero poi entrare nella UE, in modo da far sembrare il Lussemburgo un paese di medie proporzione. Il suo college Jukian King, della commissione sicurezza della UE, ma messo in guardia l’Europa riguardo al rientro imminente dei jihadisti dell’Isis da Mosul, man mano che l’esercito iracheno riconquista la città. Ci sono poi altri sviluppi che riguardano l’islam in Europa che dovrebbero preoccuparla. Il Presidente francese François Hollande ha dichiarato in una intervista che il suo paese “ha un problema con l’islam” e che “vi sono troppi immigrati illegali che stanno arrivando in Francia”. Ma non la dice tutta giusta quando dice islamismo in luogo di islam. Il Canard Enchainé ha scritto che dopo diversi attentati di sabotaggio, Air France è sempre più preoccupata per possibili incidenti dovuti all’estemismo di alcuni impiegati interni alla compagnia e tra i fornitori. Le suggerisco di distribuire a tutti gli impiegati della UE quanto ha scritto lo studioso Bassam Tibi, originario di Damasco, ma che ha vissuto due terzi della sua vita in Germania. Tibi ha scritto recentemente che per un quarto di secolo, fino al 2015, ha cercato di costruire un ponte tra le società europee e gli immigrati musulmani. Questo per europeizzare l’islam. Oggi ammette: “ Ho perso. Non ci sarà un islam europeo. Mi sento sconfitto”. Non è mia intenzione scriverle lunghe lettere. Chiederò ai miei giovani collaboratori di segnalarle i nuovi problemi in arrivo nella UE, anche se è mia intenzione scriverle nuovamente se i suoi impiegati in sovranumero dedicheranno il loro tempo a condannarci. Dalla mia esperienza, nel tempo trascorso tra il nostro annuncio di nuove poche costruzioni in Judea e Samaria, si accumulavano nuove notizie su quel che non funziona nella UE. Per finire, accetti questa seria segnalazione che le invio. Meno di un secolo fa, una grande parte degli ebrei venivano assassinati da europei, ma i vostri leader sembrano non aver imparato molto da quanto è accaduto. I paesi membri UE ha accolto un enorme numero di immigrati da paesi dove la maggioranza della popolazione è anti-semita. Credo sia giunto il tempo di fermare la promozione dell’anti-semitismo nell’Unione europea attraverso l’immigrazione. Israele le darà volentieri una mano a sviluppare le procedure di controllo dei nuovi immigranti. Ho ancora un commento non diplomatico da farle, che ho in mente da lungo tempo. Non ha mai pensato di farsi aiutare da uno psicologo per capire che cosa c’è di sbagliato nella mentalità della Commissione Europea?
Manfred Gerstenfeld è stato presidente per 12 anni del Consiglio di Amministrazione del Jerusalem Center for Public Affairs. Collabora con Informazione Corretta. E' appena uscito il suo nuovo libro "The war of a million cuts" (in inglese). E' una analisi di come ebrei e Israele sono delegittimati e come farvi fronte, recensita alla pagina http://jcpa.org/book/the-war-of-a-million-cuts-the-struggle-against-the-delegitimization-of-israel-and-the-jews-and-the-growth-of-new-anti-semitism/