Pericolo Iran: prenderne atto, al più presto Analisi di Michael Levi
Testata: Informazione Corretta Data: 20 novembre 2016 Pagina: 1 Autore: Michael Levi Titolo: «Pericolo Iran»
Pericolo Iran Analisi di Michael Levi
I servizi segreti occidentali ed israeliani lanciano l’ allarme, il periodo di transizione tra Obama e Trump sarà un periodo pericoloso per l’ occidente, il medio oriente e Israele. Probabili scontri interni in America tra democratici e repubblicani per via del probabile drastico cambio di rotta della nuova amministrazione americana su molte questioni internazionali come ad esempio il JCPOA, il discusso trattato Iraniano sul nucleare, creeranno situazioni di confusione ed incertezza. Ma il pericolo piu’ grande e’ chiaramente il programma clandestino iraniano che continua nonostante il trattato JCPOA. A luglio di quest’ anno i servizi di intelligence tedeschi denunciavano che gli sforzi iraniani per acquistare materiale proibito per avanzare il programma nucleare continuano. La corsa verso il business in Iran rende difficile la sorveglianza. Sono ormai migliaia i camion Iraniani che ritirano settimanalmente materiali dall’ Italia per trasportarli in Iran. Molti materiali dual use che comunemente vengono impiegati nei grandi impianti petrolchimici, raffinerie o piattaforme per l’ Oil&Gas possono finire nelle mani iraniane ed essere utilizzati per avanzare rapidamente il programma clandestino per dotarsi di armi nucleari. Non e’ un ipotesi remota, vi e’ riuscito il Nord Corea che aveva rapporti piu’ difficili con il mondo e aveva meno business in ballo. Con l’ apertura dei rapporti economici dell'Europa con l’ Iran - e di molti altri paesi come Russia, India e Cina- è più facile per l’ Iran acquistare materiali proibiti e strategici. Sono pericolosi gli affaristi spregiudicati disposti ad infrangere la legge e i controlli per arricchirsi. Basta ricordare quello che successe in passato, alla fine degli anni 90, con il super cannone di Saddam Hussein. Il progetto Babilonia di Saddam consisteva di tre cannoni di un metro di diametro che dislocati in Iraq dovevano lanciare ogive di grandi dimensioni armate con ordigni nucleari, chimici e batteriologici per colpire obiettivi a distanza di migliaia di chilometri. Centinaia di aziende europee e americane, banche internazionali, aziende del gruppo IRI italiano furono coinvolte nello scandalo. Ma e’ purtroppo facile che questo si ripeta anche con l’ Iran. Poco importa a questi mercanti corrotti se un Iran armato di bombe nucleari minaccerà l’ Europa stessa oltre che Israele. Per loro gli affari sono affari.