Riprendiamo dal VENERDI' di REPUBBLICA di oggi, 18/11/2016, a pag. 25, con il titolo "Aperto a Ramallah il museo di Arafat", la cronaca di Davide Vannucci.
Arafat non è il "leader che, più di ogni altro, ha incarnato la causa palestinese", ma il boss che più di ogni altro ha incarnato il terrorismo palestinese. L'apertura di un museo dedicato al terrorista Arafat è, come ricorda la cronaca cauta e timorosa del Venerdì, un tassello nel percorso di costruzione identitaria palestinese. Quello che però Vannucci non scrive è che si tratta di una identità, appunto, costruita a tavolino, e motivata unicamente dall'odio verso Israele.
Ecco l'articolo:
Yasser Arafat, terrorista. Sotto, un arabo palestinese che si ispira a lui
Per l'occasione anche Hamas si è risolta a collaborare con al Fatah, restituendo al nipote di Yasser Arafat, Nasser al-Qidweh, la medaglia ricevuta dal Capo nel 1994, quando vinse il Premio Nobel per la Pace, assieme al premier israeliano Rabin e al ministro degli Esteri Peres. Il momento è solenne, perché proprio ieri a Ramallah è stato aperto al pubblico il museo dedicato al leader che, più di ogni altro, ha incarnato la causa palestinese.
L'inaugurazione ha coinciso con il 12° anniversario della morte di Arafat. Il fondatore di al Fatah si spense in un ospedale di Parigi nel 2004, ma la sua figura è storicamente legata alla Muqata, il quartier generale della presidenza palestinese. Lì venne eretto il mausoleo cubico che ospitai suoi resti e li è stato edificato il museo, che copre un'area di 2600 metri quadrati e intende rappresentare l'orgoglio e la memoria di un popolo ancora privo di uno Stato.
L'edificio è stato costruito con la stessa pietra — palestinese, va da sé - utilizzata per il mausoleo, la moschea e buona parte del cortile esterno. Palestinese è stata, ahimè, anche la tempistica: quattro anni per la costruzione e due per il completamento degli interni, anche per effetto della mancanza di fondi. Alla fine, i 7 milioni di dollari necessari per omaggiare Arafat sono stati forniti dal governo di Ramallah. Un ponte collega la nuova struttura con l'ufficio della Muqata dove il leader rimase prigioniero per 34 mesi, assediato dall'esercito israeliano. Il museo vuole essere l'ennesimo tassello di costruzione dell'identità nazionale, attraverso cimeli, video e audio del padre della patria. Recuperare i documenti non è stato facile, a causa della distruzione di parte dell'archivio personale di Arafat a Gaza, dopo la presa della Striscia per mano di Hamas, nel 2007.
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