Riprendiamo dal MANIFESTO di oggi, 15/11/2016, a pag. 9, con il titolo "Inviate lettere a 'Gerusalemme, Palestina'. Italiani-israeliani offesi", il commento di Michele Giorgio.
Gentiloni non è certo antisemita, e neppure la grande maggioranza del Partito Democratico, è però incapace a gestire le situazioni che riguardano Israele e Medio Oriente. Sarebbe il caso di affiancargli un consigliere per gli affari che riguardano Israele.
Nessuno dei giornaloni pubblica articoli sulla vicenda: neanche una riga su Stampa e Corriere, alcune righe sulla Repubblica.
L'articolo di Michele Giorgio è il solito distillato di odio. Giorgio scrive che "non è un mistero, proprio dagli italiani nello Stato ebraico il presidente del consiglio spera di raccogliere un consenso massiccio al Sì". Gli ebrei israeliani di origine italiana sono alcune migliaia, ma come sempre nella propaganda antisemita, gli ebrei vengono dipinti come una massa enorme capace di decidere le sorti di una elezione e di un Paese.
Che Renzi non sia nelle simpatie del Manifesto è poi uno stimolo per noi di apprezzarlo di più. Ecco alcune frasi biliose nell'articolo: "il presidente del consiglio spera di raccogliere un consenso massiccio al Sì, in considerazione dell'appoggio senza esitazioni che Renzi ha sempre offerto a Israele", " Matteo Renzi era stato, unico tra i leader europei, pronto ad esporsi in prima persona per affermare i legami tra gli ebrei, il Monte del Tempio (la Spianata delle moschee) e Gerusalemme, «minacciati» dal voto dell'Unesco sullo status della città santa".
Ecco l'articolo:
Michele Giorgio, Paolo Gentiloni
Una delle lettere incriminate
Ad ottobre Matteo Renzi era stato, unico tra i leader europei, pronto ad esporsi in prima persona per affermare i legami tra gli ebrei, il Monte del Tempio (la Spianata delle moschee) e Gerusalemme, «minacciati» dal voto dell'Unesco sullo status della città santa. Un mese dopo il presidente del consiglio italiano ha commesso uno svarione proprio nei confronti di Israele, il Paese che più gli sta a cuore.
La ben nota lettera del Comitato del Sì al referendum costituzionale inviata agli italiani residenti all'estero sta provocando sdegno tra gli israeliani ebrei con cittadinanza italiana (gli Italkim) residenti a Gerusalemme, nonché l'ira di partiti ed esponenti politici italiani sostenitori di Israele. La busta contenente la lettera, oltre il nome riporta nell'indirizzo «Gerusalemme, Palestina». Apriti cielo.
Quando gli israeliani-italiani si sono visti recapitare a casa il messaggio di Matteo Renzi le proteste sono scattate immediate. Per due ragioni: perché l'indirizzo ignora l'esistenza di Israele e perché Gerusalemme non è considerata parte di Israele (e secondo le risoluzioni internazionali non lo è). «Gerusalemme - si legge in un post su Moked, il portale dell'ebraismo italiano - dove sta? Secondo l'indirizzario dell'Aire, l'anagrafe degli italiani residenti all'estero, si trova ancora nella Palestina del Mandato britannico». L'accaduto, ha spiegato con grande imbarazzo un portavoce del Comitato del Sì, è davvero dipeso dall'indirizzario dell'anagrafe dell'Aire che include Gerusalemme ancora nella Palestina del Mandato (1917-1948). La squadra di Matteo Renzi ha già fatto sapere che «Al più presto la lettera sarà rispedita con l'intestazione corretta» (Gerusalemme in Israele?) anche perché, non è un mistero, proprio dagli italiani nello Stato ebraico il presidente del consiglio spera di raccogliere un consenso massiccio al Sì, in considerazione dell'appoggio senza esitazioni che Renzi ha sempre offerto a Israele.
La ricaduta della vicenda nel dibattito infuocato che in Italia accompagna la campagna per il referendum è stata inevitabile. L'opposizione di destra si è schierata compatta contro il primo ministro colpevole prima di aver inviato la lettera agli italiani residenti all'estero e responsabile poi di aver offeso Israele. «I media israeliani - hanno commentato i leghisti Roberto Calderoli e Paolo Grimoldi - stanno allietando i loro lettori con l'ultima incredibile figuraccia internazionale del nostro baldo premier Matteo Renzi, che ha sbalzato dal suo podio personale di gaffes quella sul tunnel 'italiano' del San Gottardo». Sono circa 4 milioni le lettere spedite agli italiani all'estero: due pagine firmate Matteo Renzi» dove il premier compare accanto a leader come Obama e Merkel.
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