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Bet Magazine Rassegna Stampa
15.11.2016 Dal mondo dello spettacolo: Sofia Loren in Israele - l'eroismo della famiglia Aznavour
Cronache di Nathan Greppi, Avi Shalom

Testata: Bet Magazine
Data: 15 novembre 2016
Pagina: 2
Autore: Nathan Greppi - Avi Shalom
Titolo: «Zucchero e la Loren a novembre in Israele - Aznavour: 'Così i miei genitori salvarono gli ebrei'»

Riprendiamo dal BOLLETTINO della Comunità ebraica di Milano di novembre 2016, a pag. 2-3, le cronache "Zucchero e la Loren a novembre in Israele", di Nathan Greppi; "Aznavour: 'Così i miei genitori salvarono gli ebrei' ", di Avi Shalom.

Nathan Greppi: "Zucchero e la Loren a novembre in Israele"

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Sofia Loren

Dopo il concerto di Eros Ramazzotti a Tel Aviv ad aprile, altre due figure chiave, - della musica e del cine- ma -, hanno deciso di fare felici i loro fan israeliani. Il primo è il cantautore Adelmo Fornaciari, più conosciuto come Zucchero. L’artista emiliano - nel 1990 il primo artista occidentale a esi- birsi al Cremlino dopo la caduta del Muro di Berlino - terrà il suo primo concerto il 19 novembre al Menorah Mivtachim Arena di Tel Aviv. La città israeliana sarà l’ultima tappa del suo Black Cat World Tour, e l’unica non euro- pea. Circa una settimana dopo sarà la volta di Sophia Loren, grandissima attrice italiana, che sarà a Tel Aviv il 25 novembre per raccontare ai suoi fan della sua carriera e rispondere alle loro domande, oltreché ad assi- stere alla proiezione di alcuni dei ruoli che l’hanno resa celebre.

Avi Shalom: "Aznavour: 'Così i miei genitori salvarono gli ebrei' "

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Charles Aznavour

Alcuni ebrei in fuga in una Parigi invasa delle forze tedesche trovarono rifugio nel modesto appartamento di una famiglia di armeni, scampati a loro volta al primo genocidio del XX secolo: gli Aznavourian – Micha il padre, Knar la madre – con due figli allora adolescenti, Aida e Charles, che in seguito avrebbe raggiunto celebrità mondiale come cantante e umanista. Solo adesso – all’età di 92 anni – l’artista ha raccontato al ricercatore israeliano Yair Oron come i genitori si prodigarono per strappare ai nazisti armeni ed ebrei in fuga. La sua testimonianza è stata raccolta in un libro dal titolo Salvatori (Giusti) e Combattenti, uscito in ebraico e che sarà tradotto in francese. Aznavour ha spiegato che l’intreccio delle tragedie di ebrei e armeni non deve stupire. «Veniamo dal medesimo dolore e dalla stessa sofferenza. Se non ci fosse stato il genocidio degli armeni negli anni 1915-18 non sarebbe stato possibile lo sterminio degli ebrei nella Shoah».

Dopo aver perso in Armenia gran parte dei familiari diretti, gli Aznavourian avevano aperto una nuova pagina a Parigi. Con l’invasione tedesca non temettero per la propria incolumità perché agli occhi dei tedeschi gli armeni erano ariani. Ma non rimasero insensibili nel vedere ebrei e militanti armeni antifascisti costretti alla clandestinità. Con grande coraggio furono in grado di procurare loro documenti falsi e anche, quando possibile, offrire ospitalità nel loro appartamento di sole tre stanze, arrivando fino a undici ricercati. «Non c’è niente che mi rende più felice del fatto che i miei cari genitori abbiano salvato esseri umani – ha detto Aznavour al giornale –. Mi duole molto però che Israele non abbia riconosciuto il genocidio degli armeni, visto che quello fu il modello a cui i nazisti ricorsero per compiere il genocidio degli ebrei». 

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bollettino@tin.it

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