Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 13/11/2016, a pag.16, con il titolo " Arrestate per un bacio sul tetto 'liberate Sanaa e Hajar' ", la cronaca di Sara Gandolfi.


Sara Gandolfi copertina, con l'articolo su Sanaa e Hajar
L'inviata del Corriere della Sera, in Marocco per la conferenza dell'Onu sul clima, ha fatto bene a dare risalto a un fatto che ha dell'incredibile, persino in un paese musulmano, soprattutto per l'età delle ragazze. Malgrado il governo sia una coalizione che comprende il Partito dei Fratelli Musulmani, finora l'onda del fanatismo islamico non aveva ancora raggiunto simili traguardi. Anche perchè parte della stampa marocchina è su posizioni laiche, come il settimanale più diffuso TEL QUEL (in francese) che nei giorni scorsi ha pubblicato una cronaca molto dura sull'arresto di Sanaa e Hajar.
DALLA NOSTRA INVIATA -MARRAKECH
Sanaa, 16 anni, e Hajar, 17, non avevano la minima idea di quale polverone avrebbero sollevato per quel selfie. Secondo una prima versione erano sulla terrazza di casa, nel quartiere Hay Mohammadi a Marrakech, e hanno cominciato a scambiarsi qualche effusione quando una zia le ha colte in fragrante. Un'altra ricostruzione racconta che le due ragazzine erano reduci da una breve «fuga d'amore»: si erano conosciute su Facebook ed erano scappate ad Agadir, sul mare, ma dopo pochi giorni, rimaste senza soldi, si sono presentate a casa della fatidica zia e messe alle strette le hanno mostrato il selfie del bacio galeotto. Oggi quella foto è una prova d'accusa. Le due adolescenti, denunciate dai parenti di Sanaa, sono state arrestate il 27 ottobre per «omosessualità, vagabondaggio e detenzione di immagini indecenti». In Marocco l'omosessualità è un reato, punibile con il carcere da sei mesi a tre anni di carcere e una multa da 120 a 1200 dirhams (12-120 euro) in base all'articolo 489 del codice penale sugli «atti licenziosi o contro natura con un individuo dello stesso sesso». Hajar, benché minore, è stata rinchiusa nel carcere per adulti di Boulamharaz. Dopo una settimana il giudice di prima istanza ha concesso alle due teenager gli arresti domiciliari, quindi il processo è stato rinviato al 25 novembre. Soltanto allora, una volta finita la Conferenza dell'Onu sul clima che in questi giorni riunisce a Marrakech decine di capi di Stato, ministri, politici e scienziati, si conoscerà il verdetto. «In Marocco non c'è alcuna tolleranza per l'omosessualità, perl a società è inaccettabile, come in tutti i Paesi arabi - spiega al Corriere l'avvocato Omar Arbib del Consiglio nazionale per i diritti dell'uomo -. Ma in questo caso, trattandosi di due minori, non credo saranno perseguite, e comunque non torneranno in carcere». Le autorità cercano di gettare acqua sul fuoco ma le rassicurazioni sulla sorte di Sanaa e Hajar non frenano l'ondata di indignazione che da giorni corre sui social network, soprattutto fuori dal Paese. La pagina facebook del Collettivo Aswat, che difende in modo semi-clandestino i diritti degli Lgbt, ha lanciato la campagna #freethegirls, pubblicando la foto di due donne velate che si baciano, e un collegio di dieci avvocati volontari si è fatto avanti per difendere le giovani lesbiche. L'attacco più pesante è arrivato però da Parigi dove la scrittrice franco-marocchina Leila Slimani, fresca trionfatrice al premio Goncourt con il romanzo «Chanson Douce», ha invitato il popolo marocchino a ribellarsi contro «un sistema di leggi medievali» che vieta il sesso fuori dal matrimonio, l'omosessualità e l'adulterio». «La condizione delle donne in Marocco non è semplice — dice al Corriere Jamila Garmouma della Federazione della lega per i diritti delle donne —. La Costituzione del 2011 stabilisce l'uguaglianza in tutti i settori ma la realtà è ben diversa e con l'arrivo degli islamisti al potere noi donne, soprattutto nel contesto urbano, abbiamo un forte timore di perdere le conquiste raggiunte finora. Per loro i diritti delle donne non sono proprio una priorità». Ma il caso delle due ragazze di Marrakech, avverte Garmouma, rischia di ritorcersi contro la lotta per l'emancipazione femminile: è «una bravata da ragazzini, montata ad arte dai media» che può dare ancora più forza alle spinte ultraconservatrici che vogliono riportare le donne «dallo spazio pubblico a quello privato». La Costituzione, d'altra parte, vieta «qualsiasi discriminazione in base al sesso, al colore della pelle, alla fede... o qualsiasi situazione personale». Eppure la repressione contro l'omosessualità in Marocco, soprattutto dopo l'entrata al governo degli islamisti, secondo i difensori dei diritti gay è andata via via crescendo: solo nel primo trimestre del 2016 hanno registrato 19 denunce per «perversione sessuale» e un numero imprecisato di tran-sgender sono finiti in carcere.
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