IC7 - Il commento di Enrico Fubini
Dal 30 ottobre al 5 novembre 2016
L'Unesco e Succoth
La sukkà (capanna), simbolo della festa di Succoth
I moadim (le feste ebraiche autunnali) sono ormai terminati da una quindicina di giorni e la vita è ripresa nella sua quotidiana normalità tra le consuete polemiche sulle ultime novità legislative, sulle ultime iniziative politiche di Netanyahu, sulle improvvide affermazioni di qualche suo ministro (vedi affermazioni incaute di Kara!); quindi tutto normale nel tiepido sole di un tardo autunno e anche le polemiche sull’incredibile votazione dell’Unesco si stanno smorzando.
Tutto il periodo festivo e in particolare la settimana di Succoth è stato infatti caratterizzato dallo sdegno contro l’Unesco e il suo vergognoso voto su Gerusalemme, anzi, pardon su Al Kuds! Ma molto si è già scritto in proposito e ci sembra inutile qui riaffermare l’indignazione verso tutti quei paesi che hanno votato a favore della mozione dell’UNESCO ma anche di tutti i paesi che si sono astenuti per vigliaccheria, per non esporsi, per la politica dell’equilibrio o della neutralità tra i due contendenti, per non urtare la sensibilità dei paesi arabi, tra cui l’Italia che avrebbe poi affermato per bocca del primo ministro che non sapeva nulla del voto e che i suoi inviati all’Unesco avrebbero espresso il loro voto come d’abitudine e senza pensarci troppo(!). Speriamo nel futuro, come avrebbe promesso Renzi, e dobbiamo aver fiducia che c’è sempre tempo per ravvedersi!
Dicevo che la polemica ha infuriato soprattutto nei giorni di Succoth. Può sembrare una casualità che tutto ciò sia avvenuto durante questa importante settimana, quando in tutta Israele e in particolare Gerusalemme, in quelle tiepide giornate, molti religiosi ma anche non religiosi mangiano e cantano in allegria nelle capanne improvvisate sui balconi, sui tetti, sulle piazzette antistanti i bar e i ristoranti. Forse una piccola riflessione sul significato che da secoli, anzi da millenni ha questa festa delle capanne, sarebbe bastato, a chi ha partecipato alle votazioni all’Unesco, a suscitare qualche dubbio sull’insensatezza e l’assurdità di quella votazione. In questi giorni si è parlato del ritrovamento di un papiro antico di 2700 anni, la cui autenticità è fuor di dubbio secondo gli scienziati, in cui viene nominata Gerusalemme. Ma non ci sarebbe stato bisogno di questo papiro per aver le prove dell’esistenza di Gerusalemme e del Tempio che rappresentava il centro della vita religiosa, nazionale e sociale del popolo ebraico già dai tempi biblici. Sarebbe stato sufficiente una lettura anche superficiale della Bibbia, vecchia di almeno 3000 anni, per acquisire questa certezza.
Succoth a Gerusalemme
Il Tempio di Salomone e il secondo Tempio, ricostruito al ritorno dall’esilio di Babilonia, sono stati inaugurati entrambi proprio nei giorni di Succoth, come è testimoniato nel Libro dei Re e nel Libro di Ezra, 1300 anni prima della nascita dell’Islam! Per chi desiderasse una testimonianza più laica, sarà sufficiente rileggere lo storico Giuseppe Flavio che 600 anni prima di Maometto parlava nella sua storia del popolo ebraico, Antichità giudaiche, delle masse di persone che salivano al Monte del Tempio per pregare nei giorni di Succoth, definita per l’appunto festa di pellegrinaggio. Inoltre va ricordato che la festa di Succoth strettamente collegata al Tempio, non è stata concepita solo per il popolo ebraico ma, come afferma Salomone, ha un valore universale.
Ancor oggi migliaia di non ebrei, per lo più cristiani, sono giunti a Gerusalemme per Succoth, la festa dei Tabernacoli, da ogni parte del mondo, per riversarsi al Muro del Pianto e sulla spianata del Tempio e nella città vecchia entro le mura: la tradizione ha tramandato che i settanta sacrifici della settimana di Succoth che venivano fatti al Tempio di Gerusalemme, prima della sua distruzione, erano offerti per i Settanta popoli della terra. Succoth perciò è la festa più universalistica tra tutte le feste ebraiche sin dai tempi più antichi.
Il voto dell’UNESCO perciò non ha potuto spazzar via 3000 anni di storia biblica e di tradizione ebraica! Yair Lapid, il campione di laicismo alla Knesset, il parlamento israeliano, ha potuto di recente affermare che “il ritorno del popolo ebraico alla terra d’Israele non è avvenuto alle Torri Azrieli di Tel Aviv ma alla Torre di David a Gerusalemme e il cuore di Gerusalemme è anche il cuore d’Israele”.
Enrico Fubini, già docente di Storia della musica presso l'Università di Torino