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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Corriere della Sera Sette Rassegna Stampa
28.10.2016 La bandiera dell'Isis? alla Svezia piace
L'Europa politicamente corretta si piega al terrorismo islamico

Testata: Corriere della Sera Sette
Data: 28 ottobre 2016
Pagina: 46
Autore: la redazione
Titolo: «Svezia: per il procuratore la bandiera dell'Isis non è illegale»

Riprendiamo da SETTE di oggi, 28/10/2016, a pag. 46, la breve "Svezia: per il procuratore la bandiera dell'Isis non è illegale".

La decisione del procuratore svedese, che ritiene accettabile l'esposizione della bandiera dello Stato islamico, è un ulteriore, grave passo verso la sottomissione da parte dell'Europa del politicamente corretto all'islamismo.

Ecco l'articolo:

Immagine correlata
A sinistra, Stoccolma; a destra, un terrorista dello Stato islamico

Gisela Sjövall, procuratore pubblico di Laholm, nel sud del Paese, ha sentenziato che la bandiera dell'Isis non costituisce istigazione all'odio e perciò non è illegale in Svezia. Non perseguire quindi il ventitreenne residente nella cittadina, ma originario della Siria, che la polizia aveva denunciato perché nello scorso giugno aveva postato sulla sua pagina Facebook il vessillo del cosiddetto Stato islamico. Per le vigenti leggi svedesi, perché un'immagine o una frase venga giudicata di istigazione all'odio bisogna che esplicitamente attacchi una persona o un gruppo in riferimento alla sua razza, al suo orientamento sessuale, alla sua appartenenza etnica o alla sua religione.

«Non è questo il caso», ha tagliato corto Sjövall, dicendo di essere convinta della validità della decisione presa e sottolineando la differenza tra la bandiera dell'Isis, «genericamente contro tutti e non contro un singolo gruppo etnico» e la svastica «che simboleggia l'odio per gli ebrei». Per il momento, ha continuato, i due simboli non possono essere paragonabili, ma le cose «potrebbero cambiare nei prossimi dieci anni». Prevedendo implicitamente che con il problema dell'Isis, e della sua bandiera, ci dovremo confrontare ancora a lungo.

Per inviare la propria opinione a Sette, telefonare 02/6339, oppure cliccare sulla e-mail sottostante


sette@corriere.it

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