Riprendiamo da SETTE di oggi, 28/10/2016, a pag. 46, la breve "Svezia: per il procuratore la bandiera dell'Isis non è illegale".
La decisione del procuratore svedese, che ritiene accettabile l'esposizione della bandiera dello Stato islamico, è un ulteriore, grave passo verso la sottomissione da parte dell'Europa del politicamente corretto all'islamismo.
Ecco l'articolo:
A sinistra, Stoccolma; a destra, un terrorista dello Stato islamico
Gisela Sjövall, procuratore pubblico di Laholm, nel sud del Paese, ha sentenziato che la bandiera dell'Isis non costituisce istigazione all'odio e perciò non è illegale in Svezia. Non perseguire quindi il ventitreenne residente nella cittadina, ma originario della Siria, che la polizia aveva denunciato perché nello scorso giugno aveva postato sulla sua pagina Facebook il vessillo del cosiddetto Stato islamico. Per le vigenti leggi svedesi, perché un'immagine o una frase venga giudicata di istigazione all'odio bisogna che esplicitamente attacchi una persona o un gruppo in riferimento alla sua razza, al suo orientamento sessuale, alla sua appartenenza etnica o alla sua religione.
«Non è questo il caso», ha tagliato corto Sjövall, dicendo di essere convinta della validità della decisione presa e sottolineando la differenza tra la bandiera dell'Isis, «genericamente contro tutti e non contro un singolo gruppo etnico» e la svastica «che simboleggia l'odio per gli ebrei». Per il momento, ha continuato, i due simboli non possono essere paragonabili, ma le cose «potrebbero cambiare nei prossimi dieci anni». Prevedendo implicitamente che con il problema dell'Isis, e della sua bandiera, ci dovremo confrontare ancora a lungo.
Per inviare la propria opinione a Sette, telefonare 02/6339, oppure cliccare sulla e-mail sottostante