Riprendiamo dal GIORNALE - MILANO di oggi, 27/10/2016, a pag. 4, con il titolo "Sul regime fascista e gli ebrei non ruppe abbastanza col passato", l'intervista a Davide Romano.
Davide Romano
Giorgio Almirante
Davide Romano, segretario degli Amici di Israele nonché assessore alla Cultura della Comunità ebraica, che effetto le fa la proposta di intitolare una via di Milano a Giorgio Almirante? «Sono molto perplesso. Dare il nome di qualcuno a una via è un onore da tributare a chi è stato un esempio per tutti. Il fascismo è stato un male non solo per gli ebrei ma per tutti gli italiani. Ha portato guerra, dolore e distruzione. Trovo impropria un'iniziativa del genere. Preferirei persone che abbiano costruito qualcosa di positivo».
II sindaco spiega che non è il momento dell'oblio. Lo sarà mai? «La cosa dell'oblio non mi convince. La storia va ricordata tutta, nel bene e nel male, personaggi negativi e positivi. Dobbiamo ricordare tutto invece di dimenticare».
A destra dicono che si usa due metri di giudizio diversi per Dario Fo e Almirante. «C'è una distinzione da fare. Un dirigente politico si assume la responsabilità della sua politica. Almirante è stato il continuatore di una linea che si rifaceva al fascismo. Anche Palmiro Togliatti è stato politicamente corresponsabile, da capo del Pci, delle malefatte del comunismo. compresa la persecuzione degli ebrei. In questi giorni ricordiamo i fatti di Ungheria. Ma anche le foibe. Io sarei contrario a intitolare una via a Togliatti. Quelle di Fo, sebbene sempre estreme, sono scelte personali, non di politico ma di artista che ha dato qualcosa a Milano».
Si dice che Almirante fosse un ammiratore di Israele. «Mi risulta che nel Msi ci fossero delle correnti con questa posizione ma non si può dire che abbia compiuto i gesti di Gianfranco Fini, che ha ribaltato la visione del suo partito verso gli ebrei e verso Israele, col coraggio di passi decisivi. Questo fa la differenza. Almirante ha governato quel che c'era».
Lei ha proposto i giardini Pannella. E Pannella dialogò anche con Almirante e i missini. «E disse che certo antifascismo era fascista. Ma Pannella sapeva dialogare con tutti, cattolici ed ebrei, comunisti e missini. La sua politica era il dialogo e la nonviolenza. E ha educato i suoi alla nonviolenza e alla tolleranza. Non altrettanto si può dire per Almirante».
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