Riprendiamo da ITALIA OGGI, a pag. 14, con il titolo "Adesso Lutero è meno antisemita", l'analisi di Roberto Giardina.
Hanno impiegato 5 anni a ‘ripulire’ la Bibbia di Lutero, sarà, può anche essere che quei cambiamenti pallidi da sembrare invisibili siano di fatto epocali, sarà, ma qui non si tratta di cercare sinonimi per delle parole che da quando Lutero le ha usate hanno lasciato un marchio indelebile del pensiero antisemita del teologo di Wittemberg. L’odio di cui erano impregnate ha posto le basi della cultura tedesca per i secoli successivi, per arrivare fino al nazismo. Ci rendiamo conto di quanto sia problematico il suggerimento di buttare alle ortiche Martin Lutero, ma più ci pensiamo, più ci convinciamo che il male non va ridipinto per trasformarlo in bene, va sradicato. Altrimenti, prima o poi, arriverà un altro Lutero o un altro Hitler e sarà inutile chiedersi il perché.
Ecco l'articolo:
Roberto Giardina
Martin Lutero; a destra il frontespizio del suo "Degli ebrei e delle loro menzogne"
Cinquecento anni, o quasi, per cambiare una parola. La nuova edizione della Bibbia di Lutero appare in ottobre, in occasione dei 500 anni delle tesi del monaco ribelle, affisse sul duomo di Wittemberg, anniversario che sarà ricordato nel 2017 con celebrazioni che dureranno per l´intero anno. La versione riveduta è meno antisemita e meno antifemminista. Lutero era imbevuto di pregiudizi contro gli ebrei, come la quasi totalità dei cristiani del suo tempo. A volte i cambiamenti potrebbero sembrare sfumature per chi non conosce il tedesco, e non è un esperto della Bibbia, come ovviamente non sono. Quindi mi affido al commento di Eduard Kopp, redattore per problemi teologi della rivista evangelica “Chrismon”, distribuita mensilmente come inserto gratuito dei principali quotidiani nazionali.
“Ende eines Fluches”, questo il titolo, fine di una maledizione. “Il suo sangue ricadrà su di noi e i nostri figli”, queste parole nel Vangelo di Matteo, hanno giustificato per secoli l´odio e le persecuzioni contro gli ebrei. E, si rammarica Eduad Kopp, settant´anni dopo Auschwitz, vengono cantate nella Matthäuspassion di Johan Sebastian Bach. Secondo Lutero, il sangue di Cristo ricadrà dunque sul “ganzen Volk”, sull´intero popolo ebraico di generazione in generazione. Nella nuova versione si legge “alles Volk”. Ganz e alles, tutto o intero, sembrano sinonimi, ma la differenza è sostanziale. Secondo il professore di teologia di Lipsia, Christian Kähler, per “alles Volk” si intende solo il popolo radunato in quell´ora e in quel giorno,sulla piazza di Gerusalemme.
La maledizione viene effettivamente pronunciata, ma non riguarda gli ebrei di secolo in secolo fino ad oggi, e soprattutto non giustifica la Shoah, sempre che ciò dovesse essere ancora spiegato. Semplicemente, commenta Kähler, Lutero non era perfetto, le sue capacità linguistiche avevano dei limiti, ed ha sbagliato la traduzione. Un errore, comunque, che continua a persistere nei testi cattolici, e nella versione della Bibbia in Svizzera. Così nella lettera ai romani, l´espressione “l´accusa contro gli ebrei”, viene con più esatezza resa con “le domande agli ebrei”, “Israele non ha alcuna scusa”, diveta “perché Israele non si è convertito alla fede”. La “Synagioge des Satans” non si ritrova neppure nell´originale di Lutero, che scriveva “la scuola di Satana”. Un lavoro immane durato cinque anni a cui hanno preso parte settanta esperti, la prima reale revisione compiuta sul testo originale che risale al 1545.
L´italiano è rimasto quasi inalterato attraverso i secoli, perché era una lingua di corte, riservata a un´élite. Anche chi non ha fatto studi classici può leggere un sonetto di Dante, magari equivocando su qualche parola. Un operaio inglese ha difficoltà a capire Shakespeare, e un tedesco segue a fatica Schiller. Lutero usa il termine Hausfrau, casalinga. La nuova versione riporta solo Frau, donna. Ma Kähte la moglie di Lutero, non era una casalinga dei nostri tempi, amminisrtrava un podere e una fabbrica di birra. “Nella Bibbia,commenta il teologo Christoph Levin di Monaco, “per casalinga si intende una donna che governa la sua casa e la famiglia, non una sorta di domestica.” Kähte von Bora nella casa di Wittemberg sedeva accanto al marito e discuteva con altri teologi, con studenti e amici.
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