La guerra non dichiarata della sinistra tedesca contro Israele
Commento di Benjamin Weinthal
(Traduzione di Yehudit Weisz)
http://www.weeklystandard.com/the-german-lefts-undeclared-war-on-israel/article/2004956?custom_click=rss?utm_medium=twitter&utm_source=TWSAutoTweet
Jeffrey Herf
La copertina
Il nuovo, profondo, libro dello storico Jeffrey Herf, dimostra come il terrorismo della sinistra tedesca contro Israele non era una tattica, ma piuttosto parte della strategia di una guerra a lungo termine per distruggere lo Stato ebraico. L’analisi accademica e i media sullo stato comunista della Germania dell’Est ormai defunto, e sui gruppi estremisti della Germania dell’Ovest, finora non sono riusciti a capire in profondità la loro guerra continua contro Israele ancora in corso (e ,si potrebbe dire, contro gli Stati Uniti). Il titolo di questo studio monumentale di Herf è: Guerre non dichiarate contro Israele: Germania Est e l’estrema sinistra della Germania occidentale 1967-1989.
Per capire la Repubblica Democratica Tedesca, si deve conoscere la sua opposizione alla filosofia su cui si basa la fondazione dello Stato ebraico, vale a dire, il Sionismo. Herf scrive: “La dittatura della Germania dell’Est era un tipo diverso di dittatura rispetto a quella nazista che l’aveva preceduta, ma, sia pure per ragioni diverse, è diventata una seconda dittatura che ha considerato il Sionismo come un nemico”.
Herf analizza ripetutamente con grande ironia la vuota retorica antifascista della RDT e dei tedeschi occidentali estremisti. I leader del regime, molti dei quali avevano combattuto il nazismo, avevano però interiorizzato il mortale antisemitismo di Hitler, e questo li ha inesorabilmente spinti a volere la distruzione di Israele. La RDT ricorda la famosa frase di Bertolt Brecht : “Il ventre da cui nacque (quel mostro) è ancora fecondo”. Herf fornisce la prova esaustiva di forniture militari segrete della RDT ai nemici di Israele in Medio Oriente, tra cui il criminale regime di Hafez al-Assad in Siria, un partner strategico per la Germania Est. Prendiamo per esempio il periodo 1970-1974, in cui “la Germania Est aveva consegnato circa 580.000 armamenti, Kalashnikov e mitragliatrici, alle forze armate d’Egitto e Siria, curato la manutenzione e riparazione circa 125 dei loro aerei da combattimento MIG e consegnato milioni di proiettili, molte migliaia di lancia-razzi, granate anticarro e mine, e milioni di cartucce”. Herf ha scavato con grande accuratezza negli archivi tedeschi per ottenere informazioni sul terrorismo di Stato della RDT.
Nella sua analisi sul Generale Heinz Hoffmann, potente Ministro della Difesa della Germania Est, si coglie perfettamente l’alleanza di stile stalinista tra la RDT e i dittatori del Medio Oriente nei primi anni 1970. Hoffmann aveva parlato ai suoi interlocutori iracheni di “punti in comune della nostra lotta contro l’imperialismo e il sionismo”. Uno dei tanti nuovi contributi di Herf nello scandagliare il terrorismo di Stato della RDT è quella che lui chiama “la definizione eurocentrica del controterrorismo della Germania Est”. Un elemento di questa definizione è stata la politica equivoca riguardo alle organizzazioni terroristiche palestinesi. La RDT aveva fornito armi e addestramento sofisticati ai palestinesi in cambio della loro astensione dal compiere attacchi terroristici in Europa Occidentale. In altre parole, la RDT in gran parte subappaltava la sua guerra contro gli ebrei agli arabi del Medio Oriente.
Tuttavia, i tedeschi dell’Est, intenzionalmente o inconsapevolmente, nel 1986 hanno permesso ai libici di distruggere a colpi di bombe “La Belle”, una discoteca a Berlino Ovest, uccidendo tre persone, di cui due soldati americani, e ferendone altre 229, tra cui 79 addetti militari degli Stati Uniti. Sulla base del materiale d’archivio non è possibile stabilire un collegamento concreto tra il gruppo palestinese Settembre Nero, l’uccisione di 11 atleti israeliani e il servizio di polizia tedesca alle Olimpiadi di Monaco nel 1972. Tuttavia, quando il muro di Berlino è crollato nel 1989, i funzionari della Stasi e altro personale della RDT avevano provveduto a distruggere una enorme quantità di documenti.
Ulrike Meinhof, la militante di estrema sinistra della Germania Occidentale, forse la più famosa terrorista tedesca al tempo del gruppo terrorista Baader Meinhof, era euforica per la strage degli israeliani. Il suo saggio che celebra gli assassini degli atleti israeliani, è stato definito da Herf come “uno dei documenti più importanti della storia dell’ antisemitismo in Europa dopo la Shoah.”
La Meinhof aveva definito l’attacco di Settembre Nero “antimperialista, antifascista e internazionalista”. L’attacco di Monaco era diretto contro il “nazifascismo di Israele”. Meinhof e Andreas Baader hanno ancora una sorta di fama di Bonnie e Clyde in molte sezioni della sinistra tedesca di oggi. Mentre la consegna di armi della RDT ai terroristi palestinesi e agli stati arabi evidenzia la minaccia esistenziale per Israele, Herf non esclude dalla sua indagine il governo tedesco occidentale.
Un libro da non perdere (recensito da IC: http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=115&sez=120&id=43869) dello stesso autore
Un argomento a malapena coperto della storia tedesca moderna è l’abbandono di Israele durante la guerra del Kippur 1973, da parte del cancelliere Willy Brandt. Dopo un attacco a sorpresa di più eserciti arabi, Israele era alla disperata ricerca di armi e munizioni. Anche se spinto dal Presidente Richard Nixon e del Segretario di Stato Henry Kissinger, Brandt rimase aggrappato pervicacemente a una “posizione neutrale verso il conflitto in Medio Oriente”, l’amministrazione Nixon aveva cercato di utilizzare il porto di Brema per fornire armi agli israeliani. Nixon disse in quel momento: “Agli israeliani non deve essere consentito di perdere”. Herf mostra acutamente la frattura evidente tra la retorica della Germania Ovest e l’azione, scrivendo: “ La posizione neutrale della Germania Ovest ... fu pari a una scelta di parte a favore degli stati arabi, anche se erano gli arabi ad avere la responsabilità della guerra”. Nella sua ipocrisia Brandt è stato definito da Herf come “ il Cancelliere che notoriamente si è inginocchiato in un atto di espiazione al Memoriale per gli ebrei uccisi nel ghetto di Varsavia, ma ha dichiarato la neutralità del suo Paese nei giorni più terribili della storia di Israele a partire dal 1948”.
L’ ossessione in molti settori delle élite tedesche per lo sterminio degli ebrei durante la Shoah, e a ignorare o a minimizzare le minacce dell’Iran di cancellare Israele con un genocidio, è la continuazione della politica di Brandt. Ad esempio, l’attuale Ministro degli Esteri, il socialdemocratico Frank-Walter Steinmeier, un zelante sostenitore dell’accordo sul nucleare iraniano dello scorso anno, ha definito come “molto grossolane” le critiche del Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu all’accordo. Sebbene l’estrema sinistra nella Germania occidentale non facesse parte dello Stato della RDT, ha beneficiato del sostegno dei terroristi palestinesi tramite la sponsorizzazione della Germania Est.
Quest’anno è stato ricordato il quarantesimo anniversario del dirottamento nel 1976 di un aereo Air France da parte di un gruppo di terroristi tedeschi e palestinesi. Un commando israeliano aveva liberato con successo quasi tutti i più di 100 ostaggi all’aeroporto di Entebbe, in Uganda. Il sequestro era stato organizzato dal Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina (FPLP) e da Wilfred Bose e Brigitte Kuhlmann membri delle Cellule Rivoluzionarie della Germania Ovest. Herf scrive che la separazione dei passeggeri non ebrei da quelli ebrei è stato il primo processo di selezione fatto dai tedeschi dalla Shoah. Inoltre, “ è stata la prima e unica volta dopo il 1945 che i tedeschi, Est o Ovest, hanno puntato mitragliatrici contro ebrei disarmati, minacciando di ucciderli ”.
Israele ha eliminato i terroristi tedeschi a Entebbe durante l’operazione di salvataggio. Il libro documenta anche scrupolosamente la violenza della sinistra che ha preso di mira Israele e le istituzioni ebraiche nella Germania Ovest e all’estero. Le origini del movimento di Boicottaggio, Disinvestimento, Sanzioni (BDS) verso Israele che ha avuto inizio nel 2005, possono essere fatte risalire all’incirca al 1967. Iniziano in quel periodo gli attacchi continui da parte della RDT, dell’Unione Sovietica e della sinistra tedesco-occidentale, che accusava Israele di essere una nuova continuazione del nazismo.
Il libro è denso di nuove analisi sulla letale politica estera antisemita della RDT e sulla mortale socio-psicologia degli estremisti della Germania occidentale. Purtroppo, il libro di Herf non ha scalfito la sinistra tedesca. Il Partito della Sinistra, successore del Partito Socialista Unificato della RDT, è oggi il più grande partito di opposizione nel Bundestag e continua la tradizione di aggressione nei confronti di Israele. Il Partito Socialdemocratico partner di coalizione della Cancelliera Angela Merkel ha formato una “partnership strategica” con l’organizzazione palestinese Fatah che inneggia all’uccisione degli israeliani. Questo libro indispensabile va letto e diffuso, introduce una più profonda comprensione del periodo della guerra fredda e della guerra della sinistra contro Israele. Se la Germania ha veramente intenzione di studiare il proprio passato, il libro di Herf dovrà trovare al più presto un editore tedesco disposta a tradurlo e pubblicarlo.
Benjamin Weinthal