Riprendiamo da ANSA-Med l'intervista di Massimo Lomonaco a Sergio Della Pergola, che invita il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella a intervenire affinchè l'Italia cancelli il voto di astensione sulla risoluzione Unesco.
Sergio Della Pergola Massimo Lomonaco
Sergio Mattarella, è imminente il suo viaggio in Israele
TEL AVIV- L'Italia ha una sola possibilità: quella di ritrattare "l'equivoco non voto" sulla "vergognosa" risoluzione dell'Unesco che "taglia i millenari legami ebraici" con Gerusalemme. L'invito, pressante, arriva dal demografo italo-israeliano Sergio Della Pergola, il quale denuncia una posizione che ha visto l'Italia relegarsi, per sua stessa scelta, ad assistere "in silenzio e in tribuna" ad un voto "clamoroso ed inaccettabile".
Alla vigilia della visita del presidente Sergio Mattarella in Israele dal 29 ottobre al 2 novembre, Della Pergola ha raccontato all'ANSA "il profondo scontento" che gli ebrei italiani d'Israele provano su questo tema. "Non si può rimanere assenti di fronte ad un gesto palesemente anti-ebraico come quello dell'Unesco. L'Italia - ha spiegato - voti con dignità e rifiuti i volgari ricatti che stanno dietro la scelta dell'Unesco". "Mattarella - ha spiegato - è una persona esemplare che ha sempre espresso in maniera inequivocabile grande vicinanza agli ebrei italiani e a lui va il nostro ringraziamento. Il suo primo gesto da presidente è stato quello di recarsi alle Fosse Ardeatine: un atto non atteso e insolito. E nel suo discorso di insediamento ha voluto ricordare Stefano Tachè il bambino ebreo italiano ucciso di fronte alla Sinagoga di Roma da terroristi palestinesi. Non lo abbiamo dimenticato e mai lo dimenticheremo. Proprio per questo deve essere informato di questo nostro profondo scontento: una reazione di cui, spero, si vorrà tenere conto".
Per Della Pergola quello compiuto dall'Unesco "è grottesco, provocatorio, vergognosamente sbagliato. Da millenni gli ebrei sono legati al Monte del Tempio a Gerusalemme di cui il Muro del Pianto è l'ultimo bastione rimasto: sono realtà storica, archeologica e simbolo di fede. Pretendere di chiamare quei luoghi con terminologia esclusivamente araba, assegnata loro da successive vicende storiche, significa castrare la storia, fare del negazionismo. L'Unesco ha compiuto un atto palesemente antiebraico". Ma non solo: quel voto, a giudizio di Della Pergola, è anche "anti israeliano". "Denunciare l'occupazione di Israele di Gerusalemme come fa quella Risoluzione - ha osservato - non c'entra nulla con la questione che sosteniamo. Anche se Israele non esistesse, il Monte del Tempio resterebbe luogo santo per gli ebrei di tutto il mondo e così continuerebbe ad essere chiamato".
Infine per il demografo c'e' un terzo aspetto: "Ci saremmo aspettati che i nostri confratelli cristiani esprimessero le nostre stesse idee: su quel Monte ha agito da ebreo Gesù e non predicava contro gli imam della Moschea di al Aqsa ma contro i mercanti del Tempio, come ricorda il Vangelo. Tagliare la radice ebraica di questo legame, vuol dire recidere anche quella cristiana con lo stesso luogo". "Invece - ha concluso - assistiamo da parte dei nostri confratelli ad una politica del silenzio e remissiva. Ma quello dell'Unesco resta un insulto".
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