L'ebreo di Roma
Lion Feuchtwanger
Castelvecchi - 19,50 euro
Un romanzo perfetto al tempo dell'Impero.
"Nell'intreccio di personaggi e piani narrativi si dimostra l'abilità dello scrittore. Chi cerca un romanzo-romanzo, dove eventi e caratteri afferrano il lettore su uno sfondo grandioso, l'ha trovato". - Corrado Augias, Il Venerdì di Repubblica
Nella Roma di Vespasiano, Tito e Domiziano, crocevia di popoli e di culti, lo storico Giuseppe Flavio sperimenta tutta la difficoltà di essere un buon ebreo e un buon romano, proprio nel momento in cui l'impero entra in guerra contro le tribù ribelli della Giudea. Dopo averlo affrancato dalla condizione di schiavo, Vespasiano lo ha, non senza sarcasmo, invitato a raccontare la storia e le tradizioni ebraiche. Giuseppe scrive, diviso tra due mondi e sempre più coinvolto nella macchina del potere, mentre vede con angoscia il suo conflitto interiore riflettersi nei destini dei due figli, Simeone, nato dall'unione con una donna ebrea, e Paolo, figlio di una greca-egiziana. Per Lion Feuchtwanger, che scrive questo libro a metà degli anni Trenta, la narrazione storica è anche un modo per affrontare con lucidità le inquietudini dell'Europa alla vigilia della seconda guerra mondiale.