La lettera che Netanyahu NON ha scritto a Jean-Claude Junker, presidente della Commissione europea
di Manfred Gerstenfeld
(Traduzione di Angelo Pezzana)
Jean Claude Junker
Caro Signor Juncker,
Sin da quando sono Primo Ministro di Israele – nel 1966 fu la prima volta – ho seguito le vicende europee con stupore. Sono più di 500 milioni i suoi cittadini, 60 volte quelli di Israele e il territorio è 200 volte più grande. Numeri che si ridurranno alquanto dopo l’uscita della Gran Bretagna.
Sono rimasto perplesso nel leggere la sua dichiarazione sulla possibilità che la UE potrebbe estinguersi 59 anni dopo il Trattato di Roma. Il presidente francese Hollande, dopo Brexit, ha detto che l’attuale stato della UE “ non è un’altra crisi, potrebbe essere invece la fine della sua stessa esistenza”.
La UE sta vivendo una crisi economica da molto tempo. Il Premio Nobel per l’economia Joseph Stieglitz ha scritto che il PIL pro capite nell’eurozona è appena un poco più alto del 2007, aggiungendo “ Alcuni paesi sono in crisi da anni”. Ha accusato le strutture dell’Eurozona di essere responsabili “Leggi e regolamenti non promuovono la crescita, il lavoro e la stabilità”
Jens Weidman, presidente della Banca centrale tedesca Bundesbank, lo spiega così: “Per molti suoi cittadini, l’Europa ha perduto il suo splendore, diventando portatrice degli aspetti negativi, quali globalizzazione e immigrazione. Nello stesso modo affronta le crisi imponendo ‘più Bruxelles’ e più integrazione, non viene più accettato dai cittadini”.
Jean Asselborn, ministro degli esteri del Lussemburgo, il paese con meno cittadini della UE, pensa di imitare la Brexit inglese uscendo anch’esso, in modo temporaneo o definitivo, come anche l’Ungheriq.
Asselborn ha detto che l’Ungheria tratta i rifugiati come “animali selvatici”. Il suo collega ungherese Peter Szijàrtò gli ha risposto “ Tutti sappiamo che Asselborn non è una persona seria”, aggiungendo che vivendo non lontano da Bruxellea è conosciuto per essere arrogante e frustrato”.
Szijàrtò gli ha dato del nichilista che vorrebbe con ogni mezzo distruggere la sicurezza e la cultura dell’Europa”
Il Primo Ministro ungherese Viktor Orbàn ha dichiarato di recente “ Gli Eurocrati, tutti d’accordo, stanno cercando di far cadere i governi legalmente eletti in un mare di burocrazia per impedirgli di realizzare ciò che vorrebbero gli elettori, per imporre le regole di Bruxelles”
Malgrado i suoi molti problemi che affliggono, l'Europa quando venni eletto Primo Ministro, la UE si preoccupava più di come Israele avrebbe dovuto condurre la propria politica piuttosto che affrontare i propri problemi. Lo può testimoniare Frits Bolkenstein, il Commissario europeo olandese dal 1999 al 2004. In una intervista disse: “Nella Commissione europea, ho cercato un paio di volte di sollevare il problema della società multiculturale e i rischi di una immigrazione incontrollata musulmana. I miei colleghi, disinformati su questo tema, non vollero discuterlo. Chiesi se mi consideravano un razzista. Mi venne detto di evitare quella parola.
Oggi sappiamo tutti che Bolkestein aveva ragione e i suoi colleghi erano incompetenti e ignoranti. Sono parole che si commentano da sole. Non è mia intenzione andare oltre citando altri politici europei sui problemi di questa istituzione.
L’anti-semitismo è molto cresciuto in Europa nel nuovo secolo, anche se statistiche precise paragonabili non esistono fra i vari paesi UE. La vecchia definizione di anti-semitismo è stata rimossa dal sito online UE nel 2013. Quella nuova – IHRA, International Shoah remembrance Alliance- è stata approvate da 31 paesi, di cui 24 membri UE ed è coordinata da un commissario che sa il fatto suo, come esiste anche un coordinatore per i problemi legati all’islamofobia. Manca però un responsabile che si occupy di criminalità all’interno delle comunità musulmane.
Le ricordo che in questo secolo, tutti gli attacchi mortali agli ebrei nella UE, in Francia, Belgio e Danimarca, sono stati commessi da musulmani residenti in Europa, così come gli attentati più gravi che hanno colpito diverse città europee. Il più grave avvenne nella stazione ferroviaria di Madrid nel 2004, con 191 vittime e 1800 feriti. A Londra, nel 2005, con 52 morti e centinaia di feriti. A Parigi nel novembre 2015 con 130 morti e centinaia di feriti. Gli attacchi all’aeroporto e alla metro di Bruxelles nel marzo 2016, con 32 vittime e molti feriti. A Nizza, nel luglio 2016, con 84 morti e 200 feriti, senza contare altri attentati minori o sventati.
Nel 2015 l’arcivescovo anglicano Justin Welby affermò che l’anti-semitismo è un tema complesso e difficile, inserito profondamente “ nella storia e nella cultura dell’Europa occidentale”. La UE ha dato un proprio contributo a questa “storia e cultura” , aggiungendovi Israele. Questo doppio standard viene reso evidente dalla definizione di anti-semitismo dato dall’ IHRA.
Signor Junker, circa il 40% dei cittadini europei crede che Israele si stia comportando come i nazisti o che conduca una guerra di sterminio contro i palestinesi. Che queste menzogne siano molto diffuse, è una condanna evidente dell’Europa contemporanea. Finora non avete fatto nulla. Al contrario, avete ingiustamente condannato Israele invocando azioni discriminatorie. Se le serve, posso farle avere un elenco completo.
Bolkenstein ci ha ricordato recentemente le conclusioni del Gruppo di Riflessione. Uno dei suoi predsecessori, Romano Prodi, aveva nominato 12 esperti europei per analizzare le posizioni storiche e culturali dell’Europa. Conclusero, però, che era impossibile la definizione dei valori europei, viste la grandi differenze nazionali, regionali, etniche e sociali all’interno dell’Europa. Eppure, anche senza una acquisizione morale comune, la UE si comporta spesso come un giudice contro di noi.
Succede sempre che la UE ci attacchi ogni volta che vengono cotruite abitazioni nei territori contesi, allora ci dite che questo danneggia la pace.
Signor Junker, non vede l’assurdo di queste sue affermazioni ? Lei teme, da almeno 60 anni, che la UE cada a pezzi, ma lei e i suoi colleghi pretendete di sapere, in modo pregiudiziale, cosa è buono o cattivo per la pace in Medio Oriente ?
Allora, per favore, dica ai suoi funzionari di smetterla di farci la predica. Avete dei problemi enormi nella guerra al terrorimo, nell’integrazione dei rifugiati e nel controllo dei confini. In questi campi Israele ha molta esperienza. Percfhè non creiamo un comitato congiunto UE-Israele, che sviluppi e applichi l’esperienza israeliana, accumulata in vari decenni, per aiutare la vostra istituzione in crisi?
Manfred Gerstenfeld è stato presidente per 12 anni del Consiglio di Amministrazione del Jerusalem Center for Public Affairs. Collabora con Informazione Corretta. E' appena uscito il suo nuovo libro "The war of a million cuts" (in inglese). E' una analisi di come ebrei e Israele sono delegittimati e come farvi fronte.