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La lettera che Netanyahu NON ha scritto a Jean-Claude Junker, presidente della Commissione europea di Manfred Gerstenfeld (Traduzione di Angelo Pezzana)
Caro Signor Juncker, Sin da quando sono Primo Ministro di Israele – nel 1966 fu la prima volta – ho seguito le vicende europee con stupore. Sono più di 500 milioni i suoi cittadini, 60 volte quelli di Israele e il territorio è 200 volte più grande. Numeri che si ridurranno alquanto dopo l’uscita della Gran Bretagna. Jens Weidman, presidente della Banca centrale tedesca Bundesbank, lo spiega così: “Per molti suoi cittadini, l’Europa ha perduto il suo splendore, diventando portatrice degli aspetti negativi, quali globalizzazione e immigrazione. Nello stesso modo affronta le crisi imponendo ‘più Bruxelles’ e più integrazione, non viene più accettato dai cittadini”. Malgrado i suoi molti problemi che affliggono, l'Europa quando venni eletto Primo Ministro, la UE si preoccupava più di come Israele avrebbe dovuto condurre la propria politica piuttosto che affrontare i propri problemi. Lo può testimoniare Frits Bolkenstein, il Commissario europeo olandese dal 1999 al 2004. In una intervista disse: “Nella Commissione europea, ho cercato un paio di volte di sollevare il problema della società multiculturale e i rischi di una immigrazione incontrollata musulmana. I miei colleghi, disinformati su questo tema, non vollero discuterlo. Chiesi se mi consideravano un razzista. Mi venne detto di evitare quella parola. L’anti-semitismo è molto cresciuto in Europa nel nuovo secolo, anche se statistiche precise paragonabili non esistono fra i vari paesi UE. La vecchia definizione di anti-semitismo è stata rimossa dal sito online UE nel 2013. Quella nuova – IHRA, International Shoah remembrance Alliance- è stata approvate da 31 paesi, di cui 24 membri UE ed è coordinata da un commissario che sa il fatto suo, come esiste anche un coordinatore per i problemi legati all’islamofobia. Manca però un responsabile che si occupy di criminalità all’interno delle comunità musulmane. Le ricordo che in questo secolo, tutti gli attacchi mortali agli ebrei nella UE, in Francia, Belgio e Danimarca, sono stati commessi da musulmani residenti in Europa, così come gli attentati più gravi che hanno colpito diverse città europee. Il più grave avvenne nella stazione ferroviaria di Madrid nel 2004, con 191 vittime e 1800 feriti. A Londra, nel 2005, con 52 morti e centinaia di feriti. A Parigi nel novembre 2015 con 130 morti e centinaia di feriti. Gli attacchi all’aeroporto e alla metro di Bruxelles nel marzo 2016, con 32 vittime e molti feriti. A Nizza, nel luglio 2016, con 84 morti e 200 feriti, senza contare altri attentati minori o sventati. Nel 2015 l’arcivescovo anglicano Justin Welby affermò che l’anti-semitismo è un tema complesso e difficile, inserito profondamente “ nella storia e nella cultura dell’Europa occidentale”. La UE ha dato un proprio contributo a questa “storia e cultura” , aggiungendovi Israele. Questo doppio standard viene reso evidente dalla definizione di anti-semitismo dato dall’ IHRA. Signor Junker, circa il 40% dei cittadini europei crede che Israele si stia comportando come i nazisti o che conduca una guerra di sterminio contro i palestinesi. Che queste menzogne siano molto diffuse, è una condanna evidente dell’Europa contemporanea. Finora non avete fatto nulla. Al contrario, avete ingiustamente condannato Israele invocando azioni discriminatorie. Se le serve, posso farle avere un elenco completo. Signor Junker, non vede l’assurdo di queste sue affermazioni ? Lei teme, da almeno 60 anni, che la UE cada a pezzi, ma lei e i suoi colleghi pretendete di sapere, in modo pregiudiziale, cosa è buono o cattivo per la pace in Medio Oriente ?
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