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La Stampa Rassegna Stampa
09.10.2016 Cardinal Fossati: continua l'arrampicata sui vetri della stampa vaticana
Ma a nulla serve: carta canta

Testata: La Stampa
Data: 09 ottobre 2016
Pagina: 23
Autore: R.C.
Titolo: «Il card. Fossati e gli ebrei 'turbolenti'»

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 09/10/2016, a pag. 23, la breve "Il card. Fossati e gli ebrei 'turbolenti' ", a firma R.C.

Prosegue l'arrampicata sui vetri della stampa vaticana, di cui già abbiamo scritto ieri (http://informazionecorretta.com/main.php?mediaId=115&sez=120&id=63976). A nulla serve, però, perché - piaccia o no alla Santa Sede - carta canta, e le parole scritte dal cardinale Maurilio Fossati non lasciano spazio a dubbi.

Ecco l'articolo:

Immagine correlata
Il cardinale Maurilio Fossati

Botta e risposta tra L’Osservatore Romano e Giulietta Weisz, dopo che La Stampa ha riferito venerdì del ritrovamento, da parte della ricercatrice, di una lettera del 1946 in cui card. Fossati, arcivescovo di Torino, rispediva al Vaticano un assegno di 100 mila lire per gli ebrei del campo profughi di Grugliasco, perché «soggetti turbolenti» e di dubbia moralità. Ieri la lunga risposta del giornale della Santa Sede, a firma di Sergio Pagano, secondo cui la ricercatrice non si sarebbe mai recata negli archivi vaticani, mentre il card. Fossati dopo le leggi razziali del ’38 avrebbe manifestato «un atteggiamento di aperto appoggio agli ebrei».

«Non mi sono inventata nulla», contro-replica la Weisz. «Le parole del card. Fossati, anche quando riportate, verso gli ebrei reduci dai campi di sterminio nazista, sono sprezzanti e inaccettabili. Dalla lettura dell’articolo di Sergio Pagano si evince che nessuno smentisce il contenuto della lettera, a disposizione di tutti coloro che la volessero leggere presso gli Archivi della Curia di Torino (faldone 14.14.84/A, fascicolo Unrra). E personalmente resto dell’opinione che l’arcivescovo Fossati, trascrivendo le parole della crocerossina «ottima cristiana» - «Parrebbe che dalla strage degli ebrei siano sopravvissuti i meno degni: ungheresi e rumeni poi sono i più cattivi» - ne ha condiviso il contenuto. Mio padre era un ebreo ungherese e sicuramente è stato degno di vivere, e io sono orgogliosa di lui, come sicuramente tutti i suoi pazienti curati in 50 anni di professione medica».

Per inviare la propria opinione alla Stampa, telefonare 011/65681, oppure cliccare sulla e-mail sottostante


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