venerdi 20 settembre 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Lo dice anche il principe saudita Bin Salman: Khamenei è il nuovo Hitler


Clicca qui






La Stampa Rassegna Stampa
07.10.2016 Shoah e Vaticano: le parole antisemite del cardinale Maurilio Fossati
Commento di Ariela Piattelli

Testata: La Stampa
Data: 07 ottobre 2016
Pagina: 27
Autore: Ariela Piattelli
Titolo: «Il cardinale Fossati: niente aiuti agli ebrei, sono turbolenti e hanno già troppo'»

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 07/10/2016, a pag. 27, con il titolo "Il cardinale Fossati: niente aiuti agli ebrei, sono turbolenti e hanno già troppo' ", il commento di Ariela Piattelli.

A destra: il cardinale Maurilio Fossati

Immagine correlata
Ariela Piattelli

Nel marzo del 1946 l’Arcivescovo di Torino Maurilio Fossati rispediva al mittente, al Vaticano, un assegno di 100 mila lire destinato agli aiuti per i mille ebrei scampati ai campi di sterminio nazista, ospitati nel campo profughi di Grugliasco, una delle stazioni di sosta, prima di prendere il mare per la Palestina. I sopravvissuti all’orrore, tutti stranieri, non erano considerati degni della carità perché «in massima parte soggetti turbolenti, trattati troppo bene e che abusano vendendo al mercato nero quello che sovrabbonda, che lasciano molto a desiderare quanto a moralità, donne in soli calzoncini succinti». Lo rivela un documento straordinario, ritrovato quasi per caso da Giulietta Weisz, ricercatrice volontaria dell’Associazione Italia-Israele. La lettera firmata dal Cardinal Fossati del 31 marzo del ’46, in cui spiega al Monsignor Baldelli della Pontificia Commissione Assistenza a Roma le ragioni del rifiuto dell’assegno, riporta parole durissime e di disprezzo nei confronti degli internati.


La lettera manoscritta

Il comandante del campo di Grugliasco, il Maggiore Brunnel, timoroso che il Vaticano potesse entrare nei suoi affari e aprire un’inchiesta sul campo, aveva convinto il Cardinale, prima con una visita, poi con un rapporto dettagliato, che i mille sopravvissuti alla Shoah erano trattati fin troppo bene e che non era necessario altro denaro visto che di loro se ne occupavano già gli alleati (come l’Unrra - «United Nations Relief and Rehabilitation Administration» e l’ente ebraico «American Joint Distribution Committee»). Ed è bastato poco per convincere Fossati ad impedire che l’assegno fosse destinato agli aiuti. Brunnel era andato da lui con due crocerossine, descritte dall’Arcivescovo nella lettera ritrovata come «persone mature, di molto criterio, ottime cristiane».
«Parrebbe che dalla strage degli ebrei siano sopravvissuti i meno degni: ungheresi e rumeni poi sono i più cattivi» scrive ancora Fossati, riportando le parole di una delle accreditate sorelle. E con la promessa che forse in un pomeriggio libero avrebbe visitato il campo, il cardinale allega alla missiva l’assegno, perché era inutile che «il S. Padre sprecasse denaro per loro (i sopravvissuti)».

Il documento è stato ritrovato per caso da Weisz, nel corso di un’altra ricerca. «Cercavo notizie sulla permanenza di Judith Arnon (personaggio della danza israeliana) in un convento ad Avigliana - spiega Weisz - Sono andata in Curia e nel corso della ricerca ho visto sporgere un foglio ingiallito da una cartella. Era la lettera di Fossati. Mi sono subito resa conto della portata storica del documento, che mi ha rivelato un’unica realtà. Si trattava di una dichiarazione di puro antisemitismo. Ogni parola della lettera che si riferisce ai sopravvissuti, a gente che ha perso ogni cosa e che porta i segni dell’orrore nel corpo e nella mente, è durissima. Ma la citazione della suora crocerossina sui “meno degni” mi ha colpito di più. Sono figlia di un ebreo ungherese, e ho trovato queste parole insostenibili».

Dopo la scoperta della lettera, la ricercatrice è andata a verificare se questa era conservata anche nell’archivio segreto vaticano.
«Ho trovato una cartella sulla corrispondenza, ma era vuota - continua -. È presumibile che qualcuno abbia ritenuto il documento scomodo». Ieri sera la Weisz insieme a Laura Camis de Fonseca, ha presentato il documento a Torino durante l’evento dell’Associazione Italia-Israele «Shoah, Alia Bet e Vaticano. Un ritratto del Cardinale Maurilio Fossati e della politica di Pio XII verso gli ebrei».

«Questo terribile documento è una goccia in un mare dice Angelo Pezzana, direttore di Informazionecorretta, da sempre impegnato su questo tema - nel sommerso degli archivi secretati che il Vaticano si rifiuta di rendere pubblici, impedendo così agli storici di conoscere e studiare quanto avvenuto durante la Shoah e negli anni successivi».

***********************

Immagine correlata

Riportiamo per intero la trascrizione della lettera manoscritta del Cardinale M.Fossati a Mons. Baldelli della Pontificia Commissione Assistenza a Roma (archivio Curia Arcivescovile di Torino, faldone 14.14.84/A, fascicolo UNRRA) Torino, 31 marzo 1946:

Appena ricevuto la sua del 14 c.m. coll’assegno di Lire 100.000, ho pregato il Parroco di Grugliasco di informazioni sugli israeliti del campo di concentramento nella sua parrocchia. Già vaghe notizie mi erano pervenute su quel campo, dove si diceva vi fosse molta immoralità. Non so ancora quali passi abbia fatto il Parroco e se a volte abbia esorbitato nelle richieste; fatto sta che ieri mattina si è presentato a me il Vice Comandante del campo accompagnato da due nostre Crocerossine, persone mature, di molto criterio, ottime cristiane. Ho compreso che la visita del Parroco di Grugliasco lo aveva preoccupato quasi che il Vaticano volesse fare un’inchiesta sull’andamento del campo, e mi lasciò un esposto che allego. Dalla conversazione poi con le Crocerossine appresi che in quel campo vi sono circa mille ebrei, tutti stranieri, in massima parte soggetti turbolenti, trattati troppo bene e che abusano vendendo al mercato nero quello che sovrabbonda, che lasciano molto a desiderare quanto a moralità, donne in soli calzoncini succinti, ecc. Come vedrà dall’annessa relazione, il loro trattamento è molto migliore di quanto abbiamo noi: e il vice Comandante invitandomi insistentemente a fare una visita al campo, mi diceva che era proposta inutile che il S. Padre sprecasse denaro per loro. Ho appreso anche che tutti attendono di poter andare in Palestina, ma saranno completamente spesati dagli Alleati. Una delle due Crocerossine mi diceva : “Parrebbe che dalla strage degli ebrei siano sopravvissuti i meno degni: Ungheresi e Rumeni poi sono i più cattivi”. Man mano che questi ebrei arrivavano al campo, venivano distribuiti a tutti abiti nuovi e biancheria; si è dovuto sospendere la distribuzione perché si è constatato che essi vendevano subito a borsa nera quanto ricevevano: e per lo stesso motivo le scatole di carne, conserva ecc. vengono distribuite già aperte. Posto questo stato di cose credo mio dovere restituire l’assegno di Lire 100.000 . Quando potrò disporre di un pomeriggio vedrò di fare una visita al campo di Grugliasco e ove rilevassi sia il caso di qualche soccorso, non mancherò di farne avvertita la S.V. Intanto vorrei pregarla di farsi interprete alla prima occasione presso il S. Padre della mia gratitudine per la nuova prova della Sua Augusta liberalità verso questi miseri, anche se non sono Suoi figli. Voglia gradire i miei ossequi e credermi

Per inviare la propria opinione alla Stampa, telefonare 011/65681, oppure cliccare sulla e-mail sottostante


direttore@lastampa.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT