Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 04/10/2016, a pag. 27, con il titolo "Goebbels, Magda e il Führer: quel tragico triangolo", la recensione di Mirella Serri.
Mirella Serri
La copertina (Einaudi ed.)
«Che voce! Che passione!... Piango come un bambino». L’oratore che ha stimolato le lacrime e la commozione di Joseph Goebbels è Adolf Hitler. A luglio del 1925 il futuro gerarca nazista ha incontrato per la prima volta il suo idolo a un convegno del partito nazionalsocialista e ne è rimasto folgorato. «Sono un’altra persona», scrive ancora nel suo diario, «per quest’uomo sono disposto a sacrificare ogni cosa». Parole profetiche che prefigurano un destino: a partire da quel travolgente abboccamento, i due leader avviano non solo un legame politico ma anche un inquietante vincolo esistenziale e sentimentale destinato a condizionare la vita di entrambi e a determinare la tragica fine di Goebbels e della sua famiglia. A raccontarci i risvolti più segreti e a portare alla luce i tanti misteri di questo drammatico rapporto tra il Führer e il ministro della Propaganda del Reich è la ricca e monumentale biografia di Peter Longerich, Goebbels, in uscita oggi da Einaudi (pp. 890, € 44).
Joseph Goebbels
Lo storico tedesco utilizza come fonte i 32 volumi dei diari del gerarca. E capovolge il ritratto più noto e accreditato di Goebbels, reputato da sempre non solo l’abile creatore del consenso di massa al nazismo ma anche l’uomo chiave della dittatura in politica interna ed estera. Una fama del tutto immeritata, spiega lo studioso, in quanto herr Doktor - come veniva chiamato - non fu mai consultato o informato da Hitler sui suoi progetti, come il massacro, per esempio, delle SA (le squadre d’assalto) per mano delle SS, l’intervento nella guerra civile di Spagna, l’aggressione della Polonia e così via. Il ministro, ossessionato da numerosi e terribili complessi (era claudicante a seguito di una paralisi infantile), fu il «dittatore della cultura», il protagonista delle campagne razziali contro l’«arte degenerata» e contro la «scienza ebraica», il perverso istigatore dei roghi dei libri «contrari allo spirito tedesco». Ma Hitler non gli concesse mai nemmeno il controllo completo dei settori di sua competenza come la stampa, la radio o la cinematografia.
«Una notte orribile»
Su cosa allora fu edificata la sua fama e il suo enorme potere? A indirizzarlo e a orientarlo, come si evince dai diari che rappresentano l’unico resoconto di riunioni e assemblee tenuti dall’élite del partito nazionalsocialista, era proprio l’amato Führer. Proprio così: Goebbels non godeva di alcuna autonomia e le sue decisioni furono sempre sottoposte al vaglio del dittatore. Questa collaborazione fu poi molto peculiare e intensa, anche perché supportata da legami assai intimi e familiari. L’intesa più profonda tra il capo e il suo subalterno prese infatti avvio nel 1931, quando Goebbels, che era un gran rubacuori, presentò a Hitler la sua ultima fiamma, la bionda Magda. Da quel momento vita privata e successo politico s’intrecciarono per Goebbels in modo indissolubile e fatale.
Le pagine del diario sono rivelatrici: «Magda si comporta in modo poco dignitoso con il capo. E io ne soffro. Non è una signora. Non ho chiuso occhio tutta la notte. Devo fare qualcosa». E ancora: «Ho telefonato a Magda. Il capo ha suonato alla sua porta. Si è invitato a pranzo. È un furbo matricolato! Sono estremamente triste». A cui aggiunge: «È stata una notte orribile. Di straziante gelosia». Hitler desiderava da tempo avere al fianco una partner la cui presenza non destasse chiacchiere e illazioni e individuò nella fascinosa Magda la donna ideale. Spinse Goebbels a convolare a nozze e siglò con la coppia nel 1931 un funesto patto destinato a garantire quattrini, onori e carriera al gerarca. Un accordo che inciderà tragicamente anche sulla vita di un’altra persona: Geli Raubal, la nipote con cui Hitler conviveva all’epoca e che forse era la sua amante. Geli si uccise e l’inspiegabile morte della giovane viene messa da Longerich in relazione con lo sconvolgente inizio del ménage-à-trois.
L’«amico di famiglia»
Per i Goebbels, poi, assillati dai desideri e dai capricci del despota, non vi sarà più né pace né privacy mentre Magda trascorrerà lunghi periodi da sola con l’«amico di famiglia». Stanco di queste catene, Goebbels, alla fine degli Anni Trenta, proverà a chiedere il divorzio. Si era innamorato della ventitreenne attrice Lída Baarová. Ma sarà proprio il Führer a vietare la separazione dalla moglie e ad allontanare la fanciulla. Dopo un lungo periodo di malattia, Goebbels ritornò in pista impegnandosi attivamente nella persecuzione sempre più feroce degli ebrei e nella propaganda bellica.
Coronò il suo sogno di gloria quando, scomparso Hitler, il 30 aprile 1945 fu nominato Cancelliere. Rimase, però, in carica per poco più di un giorno: il 1° maggio mise fine alla sua vita dopo aver sparato a Magda. In precedenza la stessa Magda aveva ucciso i sei figli addormentati dalla morfina con una capsula di cianuro. «La decisione di seguire Hitler nella tomba è assai coerente», osserva il biografo. «I Goebbels avevano cercato di essere per Hitler una seconda famiglia, e nessun membro di quella famiglia doveva sopravvivere alla sua morte».
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