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La Stampa Rassegna Stampa
02.10.2016 Il Sole24ore perde 50 milioni di euro in sei mesi: in fallimento anche la politica estera?
Una cronaca di Francesco Spini, con l'aggiunta del nostro commento

Testata: La Stampa
Data: 02 ottobre 2016
Pagina: 11
Autore: Francesco Spini
Titolo: «Duello al Sole24Ore per Confindustria, lasciano Squinzi e cinque consiglieri»

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 02/10/2016, a pag.11, con il titolo "Duello al Sole24Ore per Confindustria, lasciano Squinzi e cinque consiglieri", la cronaca di Francesco Spini.

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l'hanno pubblicato, adesso lo leggeranno?

Dalla titolazione, questo pezzo non sarebbe dovuto entrare nella rassegna di informazione corretta, un 'duello' all'apparenza tutto interno alla Confindustria. Ma è leggendo  queste righe che ci è venuta voglia di commentarle:"Tutto nasce dalla situazione precaria dei conti del Sole, che nei primi sei mesi ha collezionato perdite per 49,8 milioni (e fan 200 da che è quotato) e con la continuità aziendale in forse: ha bisogno di risorse fresche."
La notizia è esplosiva. Il maggior quotidiano economico italiano, che vende -o vendeva- persino più del Financial Times, è sull'orlo del fallimento, anzi, ci è già dentro, se non verranno messi enormi capitali per salvarlo. Ma come? IlSole24Ore non era il giornale da leggere per capire l'economia? Da cui farsi consigliare per investire il nostro denaro? E adesso salta fuori che non sanno amministrare nemmeno la propria azienda. Un dubbio/certezza ci assale: non sarà che qualche altra sezione del quotidiano sia stata guidata da incompetenti, come sicuramente devono essere quei giornalisti che hanno accumulato soltanto nei primi 5 mesi del 2016 un passivo di circa 50 milioni di euro?
Gli esteri, per esempio, dove pontificano i Tramballi, i Negri e compagnia cantante, non è che ci hanno raccontato delle balle influenzati dalle loro ideologie anti-Israele, tanto da avere superato in disinformazione persino il Manifesto? Sono anni che lo scriviamo, adesso ci sono i conti in rosso a dimostrarlo. Un giornale alla deriva, e ben gli sta. Impareranno la lezione?

Ecco il pezzo: 

Terremoto al Sole 24 Ore. Dopo l’allarme sulle «significative incertezze» della continuità aziendale, esplode lo scontro tra il cda dell’editrice e la Confindustria, chiamata a rafforzare il capitale della controllata in difficoltà. Il presidente dell’editrice, l’ex numero uno di Viale dell’Astronomia, Giorgio Squinzi rassegna le dimissioni. Insieme con lui se ne vanno altri cinque consiglieri: Livia Pomodoro, Claudia Parzani, Carlo Pesenti, Mauro Chiassarini, a cui in serata si aggiunge anche Maria Carmela Colaiacovo. È l’esito della drammatica riunione del consiglio di venerdì. In una nota firmata da Pomodoro, Parzani e Pesenti, si spiegano i motivi del passo indietro, avvenuto «anche in considerazione della irrituale richiesta avanzata dal socio di maggioranza circa la preventiva disponibilità di tutti i consiglieri a rimettere in futuro il proprio mandato su richiesta». La bomba esplode quando il direttore generale di Confindustria, Marcella Panucci sostanzialmente chiede ai consiglieri di firmare una lettera di dimissioni in bianco. Apriti cielo. La più indignata appare subito Pomodoro. Il magistrato, ex presidente del Tribunale di Milano, avrebbe definito la richiesta «offensiva oltre che irrituale». E non sarebbe stata la sola, in un crescendo di tensione. In cui, peraltro, l’ad Gabriele Del Torchio ha accusato un infarto. Operato, ora sta meglio. Tutto nasce dalla situazione precaria dei conti del Sole, che nei primi sei mesi ha collezionato perdite per 49,8 milioni (e fan 200 da che è quotato) e con la continuità aziendale in forse: ha bisogno di risorse fresche. Anche per questo, spiega una nota diramata dal Gruppo 24Ore, il 27 settembre, Squinzi - cui in Confindustria imputano una certa distrazione di fronte alle maxi perdite degli ultimi anni - aveva riferito la disponibilità di «rimettere il mandato qualora ciò fosse funzionale ad agevolare la realizzazione dell’operazione di rafforzamento patrimoniale». Il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, il 29 settembre, assicurava l’apertura «a valutare positivamente un’eventuale operazione di rafforzamento patrimonializzazione» prendendo atto della disponibilità «a rimettere il mandato di amministratori» di Squinzi. Ora il Sole è a un bivio, mentre la Procura avrebbe aperto un’indagine, a seguito di esposti. Presto sarà convocata una nuova assemblea per eleggere il cda di una società in cui, disse Boccia ai suoi al momento di insediarsi, «l’azionista non ha fatto l’azionista e l’azienda non ha fatto l’azienda». Ora Confindustria intende procedere «con la massima determinazione - commenta in un’intervista al Mattino il presidente Vincenzo Boccia - unita alla massima serenità. Di certo «il Sole è e sarà sempre un asset fondamentale per Confindustria, che ne difenderà autorevolezza e autonomia; il piano industriale che attendiamo dall’ad dovrà da subito puntare a riportare la società in utile; l’azionista sorveglierà da vicino il buon andamento del progetto di risanamento». Secondo indiscrezioni tra gli interventi allo studio ci sarebbe anche una conversione di crediti in azioni, il che porterebbe le banche ad accomodarsi nella casa (editoriale) degli industriali. BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI Terremoto al Sole 24 Ore. Dopo l’allarme sulle «significative incertezze» della continuità aziendale, esplode lo scontro tra il cda dell’editrice e la Confindustria, chiamata a rafforzare il capitale della controllata in difficoltà. Il presidente dell’editrice, l’ex numero uno di Viale dell’Astronomia, Giorgio Squinzi rassegna le dimissioni. Insieme con lui se ne vanno altri cinque consiglieri: Livia Pomodoro, Claudia Parzani, Carlo Pesenti, Mauro Chiassarini, a cui in serata si aggiunge anche Maria Carmela Colaiacovo. È l’esito della drammatica riunione del consiglio di venerdì. In una nota firmata da Pomodoro, Parzani e Pesenti, si spiegano i motivi del passo indietro, avvenuto «anche in considerazione della irrituale richiesta avanzata dal socio di maggioranza circa la preventiva disponibilità di tutti i consiglieri a rimettere in futuro il proprio mandato su richiesta». La bomba esplode quando il direttore generale di Confindustria, Marcella Panucci sostanzialmente chiede ai consiglieri di firmare una lettera di dimissioni in bianco. Apriti cielo. La più indignata appare subito Pomodoro. Il magistrato, ex presidente del Tribunale di Milano, avrebbe definito la richiesta «offensiva oltre che irrituale». E non sarebbe stata la sola, in un crescendo di tensione. In cui, peraltro, l’ad Gabriele Del Torchio ha accusato un infarto. Operato, ora sta meglio. Tutto nasce dalla situazione precaria dei conti del Sole, che nei primi sei mesi ha collezionato perdite per 49,8 milioni (e fan 200 da che è quotato) e con la continuità aziendale in forse: ha bisogno di risorse fresche. Anche per questo, spiega una nota diramata dal Gruppo 24Ore, il 27 settembre, Squinzi - cui in Confindustria imputano una certa distrazione di fronte alle maxi perdite degli ultimi anni - aveva riferito la disponibilità di «rimettere il mandato qualora ciò fosse funzionale ad agevolare la realizzazione dell’operazione di rafforzamento patrimoniale». Il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, il 29 settembre, assicurava l’apertura «a valutare positivamente un’eventuale operazione di rafforzamento patrimonializzazione» prendendo atto della disponibilità «a rimettere il mandato di amministratori» di Squinzi. Ora il Sole è a un bivio, mentre la Procura avrebbe aperto un’indagine, a seguito di esposti. Presto sarà convocata una nuova assemblea per eleggere il cda di una società in cui, disse Boccia ai suoi al momento di insediarsi, «l’azionista non ha fatto l’azionista e l’azienda non ha fatto l’azienda». Ora Confindustria intende procedere «con la massima determinazione - commenta in un’intervista al Mattino il presidente Vincenzo Boccia - unita alla massima serenità. Di certo «il Sole è e sarà sempre un asset fondamentale per Confindustria, che ne difenderà autorevolezza e autonomia; il piano industriale che attendiamo dall’ad dovrà da subito puntare a riportare la società in utile; l’azionista sorveglierà da vicino il buon andamento del progetto di risanamento». Secondo indiscrezioni tra gli interventi allo studio ci sarebbe anche una conversione di crediti in azioni, il che porterebbe le banche ad accomodarsi nella casa (editoriale) degli industriali. 

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