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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Corriere della Sera Sette Rassegna Stampa
30.09.2016 Marijuana nel latte: la nuova frontiera della medicina arriva da Israele
Commento di Davide Frattini

Testata: Corriere della Sera Sette
Data: 30 settembre 2016
Pagina: 53
Autore: Davide Frattini
Titolo: «Latte con marijuana»

Riprendiamo da SETTE di oggi, 30/09/2016, a pag. 53, con il titolo "Latte con marijuana", il commento di Davide Frattini.

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Davide Frattini

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Una coltivazione di marijuana in Israele

Israele è all'avanguardia nell'uso dell'erba come medicinale, dieci anni fa è cominciata la sperimentazione, i pazienti erano dodici, adesso sono 23 mila (è il secondo Paese al mondo) e sono destinati a crescere: Yaakov Litzman, ministro della Sanità per un partito ultraortodosso, vuole rendere le dosi più accessibili aumentando il numero di medici che possono prescriverle e le malattie o i problemi di salute per cui la cannabis viene considerata benefica. L'obiettivo è arrivare alla distribuzione in farmacia (ora avviene solo attraverso i dispensari autorizzati) con la presentazione di una ricetta.

L'israeliano Raphael Mechoulam nel 1964 è riuscito a isolare e a definire la struttura del tetraidrocannabinolo (Thc), il principio psicoattivo della pianta che nessuno scienziato studiava, finita nel dimenticatoio della ricerca a espiare l'associazione a delinquere con l'oppio e la coca: le Nazioni Unite l'avevano inserita tre anni prima nella lista delle sostanze illegali. Già rettore dell'università ebraica di Gerusalemme, quello che è considerato il padre della marijuana terapeutica a 86 anni continua a lavorare nel laboratorio dell'ospedale Hadassah. Perché è convinto che ci sia un tesoro farmacologico ancora da sfruttare, soprattutto con la somministrazione del cannabidiolo (Cbd), altro elemento fondamentale, però non tossico, senza effetti stupefacenti: «È un anti-infiammatorio, sembra funzionare per l'artrite reumatoide, la schizofrenia».

Le scoperte e l'entusiasmo di Mechoulam trascinano gli investimenti. A Tel Aviv gli innovatori e inventori del settore si sono riuniti per due volte in sei mesi a confrontare i nuovi prodotti e studiare le possibilità di mercato che solo negli Stati Uniti dovrebbe raggiungere i 3,6 miliardi di dollari entro il 2019. Così Israele punta a diventare esportatore di piante e di tecnologia per rigenerare il business locale fin troppo affollato delle start up legate a Internet o alla cybersicurezza. L'obiettivo è rendere i principi attivi disponibili, come l'idea delle gocce da versare nel latte: il Cbd è considerato efficace per attenuare i sintomi dell'epilessia nei bambini.

Sempre più Stati americani stanno introducendo la distribuzione della marijuana come medicinale, i tempi sono cambiati da quando Mechoulam non riusciva a ottenere i finanziamenti per le sue ricerche: «Avevo bisogno di fondi, gli americani continuavano a respingere le mie richieste, la marijuana era considerata poco interessante dalle case farmaceutiche perché sulle piante è difficile stabilire i brevetti e restava bollata come "droga". I finanziamenti sono arrivati dopo che mi ha contattato un dirigente del National Institute for Health: un senatore l'aveva interpellato perché aveva sorpreso il figlio a fumare e voleva sapere se distruggesse il cervello. Da allora hanno sempre sovvenzionato i miei studi».

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sette@corriere.it

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