Addio a Shimon Peres
Commento di Deborah Fait
A destra: il ritratto di Shimon Peres davanti alla Knesset
Mentre scrivo si stanno svolgendo a Gerusalemme i funerali di Shimon Peres alla presenza di 70 capi di stato e una novantina di rappresentanti delle nazioni del mondo tutti riuniti sotto il cielo blu della capitale di Israele. Obama, Hollande, Mogherini, Carlo d'Inghilterra, Clinton, Renzi, molti rappresentanti africani, ministri degli esteri e, naturalmente, il presidente Rivlin, Benjamin Netanyahu, tutta la Knesset di Israele...meno, vergogna immensa, i deputati arabi che si sono rifiutati di intervenire a conferma dell' odio per il Paese che anche loro dovrebbero rappresentare, del Paese che paga i loro stipendi e che, grazie alla sua democrazia, permette loro di sputare veleno e di girare il mondo per diffondere, con le menzogne che raccontano, antisemitismo e ostilità. Shimon Peres è stato anche il loro presidente, partecipare ai suoi funerali era un dovere, un segno di civiltà che non doveva dimostrare amore ma riconoscimento e rispetto verso l'uomo che, durante tutta la sua vita, con esagerato ottimismo, si era battuto anche per loro.
Ho avuto modo di incontrare Peres due volte, la prima a Milano durante il Congresso della Federazione Italia-Israele, la seconda a Gerusalemme e la mia impressione è stata di chiacchierare con una persona molto ironica, un po' sorniona e pungente, molto intelligente ma che non esprimeva calore. Forse anche per questo il popolo di Israele che aveva adorato Rabin non ha mai provato verso di lui gli stessi sentimenti. Peres è stato comunque un grande israeliano, è stato il fautore del nucleare, dello sviluppo del sistema di difesa di Israele per terra, per mare, per aria, il programma Rafael, nato nel 1948, e arrivato alla perfezione negli anni a seguire. E' stato anche il più entusiasta creatore della Midreshet Ben Gurion, il Jakob Blaustein Institutes for Desert Research, ispirato a David Ben Gurion, sepolto proprio al suo interno insieme alla moglie Paula.
Era un idealista, in inglese la parola, nel suo caso, è più corretta: "visionary". E' stata proprio questa sua utopia a fargli distorcere la realtà in modo tale da portarlo a fidarsi di una serpe come Arafat. E' andato a scovarlo a Tunisi dove il terrorista si era rifugiato dopo la fuga dal Libano, e lo ha portato agli onori del mondo e al premio Nobel per aver firmato, solo firmato, gli accordi di pace di Oslo. Questo è stato il suo errore. Arafat voleva solo uscire dal suo buco, fingersi, gongolante, uomo di pace per avere il mondo ai suoi piedi e dare inizio al peggior periodo della storia di Israele. Quella firma e quell'indegno premio Nobel a un terrorista, sono costati più di 2000 morti israeliani: autobus che saltavano, bar, ristoranti, pizzerie, cecchini palestinesi che sparavano alla testa di bambini ebrei. Oslo è stato l'inizio di un disastro che paghiamo ancora oggi, passando da un'intifada all'altra, con Arafat e il suo successore, quell'omuncolo che risponde al nome di Abu Mazen, che hanno sempre e soltanto parlato della distruzione di Israele.
Shimon Peres
Sicuramente Shimon Peres non si aspettava il tradimento di Arafat, Lui era convinto di aver posato il primo mattone alla costruzione di un nuovo Medio Oriente di collaborazione e di pace, non aveva voluto o pensato di fare i conti con l'imbroglio e la doppiezza palestinesi. Quel nuovo Medio Oriente è rimasto un sogno mai realizzatosi ed è la dimostrazione che a volte le utopie e le illusioni se riposte in chi non ne è degno, la speranza che un lupo possa trasformarsi in agnello, possono essere terribilmente pericolose e mortali.
Izchak Rabin, da soldato realista qual era e da intelligente conoscitore di Arafat, è andato a Oslo malvolentieri, a Washigton ancora più malvolentieri e ancora oggi ricordiamo la sua riluttanza nello stringere la mano del terrorista che, poche ore dopo, telefonava a Re Hussein di Giordania per dirgli di aver fatto il primo passo verso la conquista e la distruzione di Israele. Fa male al cuore il pensiero che tutto sia stato inutile, ogni generosa offerta respinta, ogni proposta di pace gettata alle ortiche con disprezzo e il rifiuto dei deputati arabi della Knesset di partecipare ai suoi funerali è la più esplicita dimostrazione di questa triste realtà, nessuno sforzo mai li porterà a riconoscere Israele e lo spirito malevolo, traditore, pieno di odio aleggia proprio nel cuore di Israele. Nonostante questa macchia involontaria ma indelebile che l'inganno e l'orrore di un uomo indecente come Arafat, tanto dolore ha portato a Israele, quando è apparsa la bara avvolta nella bandiera colla Stella di Davide, mi sono commossa e ho sorriso pensando che Shimon Peres, ovunque egli sia lassù tra le stelle, starà guardando i suoi funerali con i tanti discorsi di circostanza, alcuni sinceri e altri meno, col suo solito sorrisetto un po' ironico e un po' sornione. Shanà tovà, Shimon, a te e a tutto il popolo di Israele.
Deborah Fait
"Gerusalemme capitale unica e indivisibile di Israele"