Nel riportare la morte di Shimon Peres molti quotidiani italiani disinformano. Costante in molti è la menzogna omissiva: non viene sottolineato che gli accordi di Oslo sono saltati perché non c'è mai stata volontà, da parte palestinista, di stipulare una pace. Al contrario, prima Arafat e poi Abu Mazen hanno risposto alle offerte di Israele con il terrorismo. I media, però, evitano con cura di scrivere che sono i palestinisti a non volere la pace, e di conseguenza l'informazione su Israele risulta una volta di più sbilanciata.
Come i media riportano quel che accade in Israele (nel riquadro) e la realtà (immagine completa)
LA STAMPA, a pag. 12, titola: "Addio a Shimon Peres, ultimo grande uomo d'Israele". Dietro l'apparente elogio verso Peres sta in realtà un attacco ingiustificato e non spiegato allo Stato ebraico. Perché "ultimo" grande uomo d'Israele? Significa forse che di grandi uomini, dopo Peres, in Israele non ce ne sono più?
Sulla REPUBBLICA, a pag. 33, interviene Marek Halter con un commento dal titolo "Quella domanda su Arafat". Nel pezzo, però, Halter anziché scrivere di Peres scrive di se stesso. Ne risulta un articolo che poco ritrae Peres e molto la megalomania del suo autore.
Il SOLE 24 ORE, a pag. 1, pubblica il commento di Ugo Tramballi dal titolo "Peres e il sogno incompiuto di Israele". Scrive Tramballi di Peres: "Voleva garantire la pace alla sua gente per completare la costruzione di una nazione prospera e sicura. Non ci è riuscito: Israele rimane una costruzione incompiuta. Chi è stato il padre della patria israeliana, l'autore di un eroico riscatto nazionale, il responsabile di un vulnus mediorientale senza fine?".
L'ostilità che viene a galla da queste frasi è esplicita. Secondo Tramballi a Peres non interessava la pace in sé, ma solo in funzione di prosperità e sicurezza. Ma, soprattutto, Israele rimarrebbe una "costruzione incompiuta" e Peres "il responsabile" del conflitto ancora aperto con gli arabi palestinesi. L'avversione senza limiti di Tramballi per Israele fa sì che il suo sia il commento più disinformante tra quanti pubblicati oggi sui quotidiani.
Questa frase illustra con chiarezza il tramballi-pensiero, dietro a una considerazione positiva, indispensabile per poi far partire l'attacco:"Chi ha costruito uno dei Paesi più avanzati che esistano e contemporaneamen-te l'unica democrazia che da mezzo secolo occupa la terra di altri?". Semplicemente ignobile. Ecco la e-mail per scrivere al Sole 24 Ore: letterealsole@ilsole24ore.com
IL MANIFESTO dedica enorme spazio, come di consueto, alla "Palestina" (intendendo con questo termine Israele e i territori contesi). Il titolo principale è un attacco a Peres: "L'ex presidente israeliano da falco a colomba, a falco". Per il Manifesto, come da copione, tutti gli israeliani senza distinzione sono estremisti ("falchi"): è un primo passo per delegittimare il diritto di Israele a esistere.
Anche IL FATTO QUOTIDIANO sparge veleno contro Peres e Israele, titolando, a pag. 12, "Peres, la colomba cinica Nobel della pace impossibile". Non è chiaro perché Peres venga accusato di cinismo. E, naturalmente, non viene detto mai che la pace, se è impossibile, lo è per la mancanza di volontà politica da parte palestinese a stipularla, nonostante le molte offerte da parte israeliana, con Peres ma anche dopo. Anche Furio Colombo evita di ricordare come il fallimento degli accordi di Oslo sia da attribuirsi interamente all'Anp. Colombo è preoccupato soltanto dalla destra israeliana. Un modo curioso per dichiararsi poi 'amico' di Israele.