Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 26/09/2016, a pag. 13, con il titolo "Gli Usa: ad Aleppo barbarie dei russi", il commento di Alberto Flores d'Arcais.
Alberto Flores d'Arcais
Aleppo sotto le bombe
Barili-bomba sull’intera area est della città, aerei siriani e russi che bombardano a tappeto i quartieri popolari della città colpendo alla cieca civili innocenti, giovani e vecchi, donne e bambini. Oltre venti morti ieri, più di duecentonell’ultima settimana, denuncia l’Onu. La mattanza ordinata da Assad (con il beneplacito di Putin) contro una città già ampiamente distrutta, dove oltre 250mila persone non hanno acqua potabile e i mezzi per sopravvivere sono ridotti ai minimi termini, è un crimine di guerra con pochi precedenti, mentre il mondo assiste impotente (e troppo spesso complice).
La denuncia di quanto accaduto nelle ultime due settimane - nonostante un cessate-il-fuoco proclamato (e mai rispettato) il 9 settembre scorso - arriva dalla tribuna del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, dal Segretario Generale dell’Onu Ban Ki-moon, dal suo inviato speciale Staffan De Mistura. «L’azione della Russia in Siria è barbarie, non anti- terrorismo», è l’accusa espressa da Samantha Power, l’ambasciatrice Usa all’Onu, durante la riunione di emergenza del Consiglio di Sicurezza sulla situazione in Siria. Come è accaduto spesso negli ultimi anni in fatto di crimini di guerra, sono stati gli ambasciatori di Francia e Gran Bretagna i primi a lanciare pesanti accuse contro il dittatore di Damasco e la Russia. «Ad Aleppo continuano ad essere commessi crimini di guerra, non possono essere lasciati impuniti: in Siria l’impunità non può più essere considerata un’opzione», ha detto l’ambasciatore di Parigi François Delattre all’apertura della riunione.
«La Russia è in partnership con il governo siriano nel commettere crimini, a Mosca non è rimasta più alcuna credibilità», ha ribadito il britannico Matthew Rycroft, aggiungendo che gli ordigni incendiari sganciati da aerei siriani e russi su Aleppo, così come i barili-bomba «sono una chiara violazione del diritto internazionale». Durissimo anche Staffan De Mistura. «Questi sono giorni agghiaccianti, tra i peggiori da quando è iniziato il conflitto in Siria, il deterioramento della situazione ad Aleppo sta raggiungendo nuove vette di orrore», ha detto il diplomatico italo-svedese, dicendosi «deluso» per il mancato accordo sulla ripresa del cessate- il-fuoco. Non ha però alcuna intenzione di dimettersi, «perché se mi dimettessi, vorrebbe dire che la comunità internazionale sta abbandonando la Siria, che le stesse Nazioni Unite stanno abbandonando la Siria. Non manderemo questo segnale».
Le forze russe e siriane hanno bombardato anche il campo profughi palestinese di Handarat, alla periferia nord di Aleppo, dopo che i ribelli ne avevano ripreso il controllo. «Per quanto tempo ancora tutti coloro che hanno influenza in Siria permetteranno che continui tanta crudeltà? Chiedo a tutti i soggetti coinvolti di lavorare per porre fine a questo incubo, non ci sono scuse per non intraprendere una decisa azione che fermi il caos». A lanciare quest’ultimo appello è il Segretario generale delle Nazioni Unite, ma le speranza che le sue parole vengano recepite è pari quasi al nulla. In attesa che gli Stati Uniti prendano una posizione netta (la Siria rimarrà come la peggiore macchia nella duplice presidenza di Obama) e dopo le parole che suonano beffarde dell’ambasciatore russo Vitaly Churkin («in Siria la pace è impossibile»), Assad e Putin continuano a considerare le popolazioni civili di Aleppo (e non solo) come carne da macello.
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