IC7 - Il commento di Valentino Baldacci
Dal 18 al 24 settembre 2016
Razzismo e toponomastica
Paolo Orano
Qualche giorno fa discutevo su Facebook con una persona che sosteneva che l’antisemitismo in Italia era stato – fino alle leggi razziali – sostanzialmente estraneo al fascismo e che aveva preso consistenza solo nel “tardo mussolinismo”. Gli avevo replicato che in realtà un filone antisemita era presente nel fascismo già dalle origini, anzi alcuni personaggi erano antisemiti ancor prima della nascita del fascismo e avevano portato questa loro “cultura” all’interno del movimento fascista.
Citavo ad esempio alcune figure, come Paolo Orano, Giovanni Preziosi, lo stesso Roberto Farinacci, che sul suo giornale “Cremona Nuova” ospitava spesso articoli duramente antisemiti. Mi sono soffermato su Paolo Orano per una ragione che poi dirò alla fine di questo articolo. Ma intanto, chi era Paolo Orano? Già nel 1908 aveva pubblicato un libro, Cristo e Quirino, nel quale negava la radice ebraica del cristianesimo. Il libro aveva un taglio decisamente antiebraico ed ebbe un certo successo, fu più volte ristampato e piacque molto a Mussolini che nel 1928 lo citò lodandolo nella voce per la Treccani “La dottrina del fascismo”, redatta da Giovanni Gentile ma firmata dal Duce.
L'applicazione delle leggi razziste antiebraiche nel 1938
Ma la vera e propria attività antisemita di Orano iniziò due anni dopo, nel 1910, quando fondò la rivista “La Lupa”, che divenne, anche se per breve tempo, una vera palestra di antisemitismo, prima ancora che Giovanni Preziosi fondasse “La vita italiana”. Orano ebbe modo di mettere in evidenza il suo antisemitismo con un'altra opera, violentemente antiebraica, pubblicata nel marzo 1918, Israele italiana e la guerra. Con l’avvento del fascismo Orano divenne una delle voci più autorevoli della cultura del regime e nel 1935 fu nominato Rettore dell’Università di Perugia e più tardi senatore. Ma l’opera che gli dette una grande notorietà fu Gli ebrei in Italia, pubblicata nel 1937, nella quale metteva in evidenza come, a suo parere, gli ebrei si fossero impossessati delle maggiori leve del potere. Era un’opera chiaramente ispirata a La France juive di Edouard Drumond, che alla fine dell’800 aveva avuto un enorme successo raggiungendo le 200 ristampe e che aveva contribuito alla preparazione del clima che portò al processo Dreyfus.
L'opera antisemita di Paolo Orano
L’opera di Orano aveva una funzione analoga, quella di contribuire a preparare l’opinione pubblica italiana alle leggi razziali che sarebbero state emanate l’anno successivo. Orano non aderì formalmente alla repubblica di Salò ma fu arrestato dagli Alleati e rinchiuso nel campo di prigionia di Padula, dove morì nell’aprile 1945. Perché ho richiamato l’attenzione su questo personaggio ormai dimenticato e noto solo agli studiosi di storia del fascismo? Per curiosità ho provato a digitare “Via Paolo Orano” e sul computer è apparsa questa scritta: “18 marzo 2015. La strada Via Paolo Orano è una strada nuova a Roma”. Seguono altre informazioni sull’ubicazione, sulla lunghezza e sull’appartenenza al XII municipio. Ho riportato questi dati sulla mia pagina FB e si è accesa una discussione perché alcune persone sostenevano che in realtà la Via Paolo Orano esiste a Roma fin dal 1955 e quindi non può essere considerata una strada nuova. Al di là di stabilire da quando – e quindi ad opera di quale amministrazione comunale – esiste questa strada a Roma, resta comunque il fatto che ancora oggi nella Capitale una strada è intitolata ad un personaggio che in tutta la sua vita ha fatto opera di diffusione dell’antisemitismo fino ad essere coinvolto nella preparazione all’accettazione delle leggi razziali.
Valentino Baldacci