Riprendiamo da ITALIA OGGI, a pag. 14, con il titolo "Razzisti contro giovani arabi", il commento di Roberto Giardina.
Lo scenario disegnato da Roberto Giardina è quello di un'Europa in cui si accende lo scontro tra la destra estrema xenofoba e razzista (ma anche antisemita, erede diretta del fascismo e del nazismo) e l'estremismo e terrorismo islamico. Una situazione dovuta, in gran parte, all'incapacità da parte delle democrazie occidentali a dare risposte di fronte all'avanzara dell'islamismo.
Nella titolazione, responsabile è il redattore non chi scrive l'articolo, quel "giovani arabi" è del tutto fuori luogo. Se qualcuno vuole piantarti una coltellata o prenderti a fucilate, che importa se è 'giovane' o ha 40 anni, sempre un criminale è. Evitare di scriverlo, sostituendo la parola corretta con 'giovane' è già una forma di diminuzione di responsabiltà. La stessa operazione che compiono quasi tutti i media, quando, invece di scrivere "terrorista" scrivono "radicale" o usano la parola "radicalizzazione" in luogo di "terrorismo".
Ecco l'articolo:
Roberto Giardina
Neonazisti tedeschi
Corano e moschetto, terrorista islamico perfetto
“Si avrà una guerra civile in Europa tra islamisti e gruppi di estrema destra”, avverte il sociologo francese Gilles Kepel, nel saggio “Terror in Frankreich”, questo il titolo tedesco, uscito appena il 14 settembre in Germania (Kunstmann Verlag). E per caso, lo stesso giorno, sono avvenuti scontri a Bautzen, in Germania Est, tra un´ottantina di neonazi e una ventina di giovani arabi minorenni. I ragazzi hanno avuto ovviamente la peggio e la notte si è conclusa con una caccia all´uomo. Teste pelate contro profughi.
Non è la guerra civile di Kepel, anche lui figlio di immigrati fuggiti in Francia dalla Cecoslovacchia, e nemmeno l´inizio. I razzisti hanno attaccato i ragazzi o, al contrario, c´è stata prima una provocazione dei profughi? Sembra impossibile accertare quel che è accaduto realmente. Bautzen, in Sassonia, era già tristemente nota perché vi si trovava il carcere per gli oppositori politici ai tempi della Germania Comunista. Le violenze sono avvenute a 4 giorni dalle elezioni a Berlino, che hanno visto un ennesimo disastro per la CDU di Frau Angela, e il previsto successo dei populisti dell´AfD. Proprio domenica sera, quando erano già noti i risultati della capitale, il seguito talk show di Anne Will è stato dedicato a Bautzen, con la cittadina (40mila abitanti) sotto accusa, insieme con la Sassonia, e la polizia locale. Presente il sindaco, Alexander Ahlers, 50 anni, avvocato e sinologo, senza partito, ma candidato dai socialdemocratici dell´SPD e dai postcomunisti della Linke. Quindi, non sospettabile di essere un reazionario.
Dalle cronache dei giornali, e dopo il dibattito, non si capisce che cosa sia realmente avvenuto. Chi abbia provocato chi. “Ma questo poco importa”, dichiara il sindaco, “bisogna comunque evitare le violenze”. Sinceramente ammette che, all´inizio, aveva sottovalutato quanto avveniva. Dal dibattito però si capisce che le autorità non sanno bene come reagire, e chi cerca di spiegare, senza accusare i profughi in blocco di essere dei terroristi, o di non bollare tutti gli abitanti di Bautzen come neonazi, viene subito attaccato a sua volta. Bisogna premettere che l´estremismo di destra in Sassonia non è provocato dalla presenza degli immigrati. Nel 1991, un anno dopo la riunificazione, per diversi giorni a Hoyerswerda, cittadina vicino a Bautzen, gruppi razzisti assediarono gli asili degli immigrati nordvietnamiti, rimasti dopo che erano stati chiamati dalla DDR per lavorare nelle industrie comuniste. Si gridavano slogan antisemiti, ma gli ebrei erano appena duemila, e concentrati quasi tutti a Berlino. In febbraio a Bautzen è stato dato alle fiamme un hotel destinato ad accogliere i profughi.
“Mi sono presentato come un sindaco favorevole all´accoglienza, ricorda Ahlers, mi avrebbero mai eletto se a Bautzen sono tutti razzisti?” I neonazi, denuncia, sono venuti in gran parte da fuori, forse perché gli abitanti protestavano per il comportamento dei giovani arabi. “E i nostri agenti, una decina, erano pochi e impreparati. Non complici”. Adesso si è deciso di mettere il coprifuoco per i profughi minorenni, a sera rimangano tutti nei centri di accoglienza, e si è ribadito il divieto di vendere alcol a chi ha meno di 18 anni, il che vale anche per i giovani tedeschi. Si è subito protestato che il provvedimento (comunque a breve termine) viola la Costituzione. I Flüchtlinge minorenni senza genitori, oltre 15mila in Germania, e parecchi sono scomparsi, non sono bambini, ma ragazzi robusti. Chi ha l´obbligo di proteggerli non ha il dovere di sorvegliarli? ci si chiede. Che cosa si propone altrimenti? Domenica sera alla Tv, un sociologo ha invitato a educare l´opinione pubblica, e di organizzare fiaccolate di protesta contro il razzismo. Cioè retorica. Si continua a fronteggiare i neonazisti con sistemi sbagliati, e molti negano che i giovani islamici siano un pericolo per non dare indirettamente ragione alla destra. E i tedeschi hanno perso fiducia nei mezzi di informazione, accusati di tacere o di ammorbidire i fatti, come dopo la notte di violenze a Capodanno a Colonia.
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