Un episodio rivelatore
Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli
Cari amici,
vale la pena di tornare sull'episodio della visita di Virginia raggi alla Comunità ebraica di Roma in occasione della giornata della cultura ebraica, che serviva a ricucire un rapporto già difficile dal momento della sua elezione. Annunciata sul suo blog come tutte le altre attività istituzionali della sindaca di Roma (https://www.facebook.com/virginia.raggi.m5sroma/?fref=ts), questa visita ha suscitato un'ondata di commenti antisemiti da parte dei suoi sostenitori (http://www.lastampa.it/2016/09/18/italia/raggi-ricuce-con-la-comunit-ebraica-ma-su-facebook-si-scatenano-i-commenti-antisemiti-5Bbzi4AvLPbsdnhvbDbwnI/pagina.html), tanto preoccupante da provocare non solo un preoccupato commento della comunità ebraica, ma anche una (cautissima) presa di distanza della Raggi: “Ho letto alcuni commenti, pochi per fortuna, che sono lontani dallo spirito della giornata di oggi, da quello del M5S e dei cittadini romani. La cultura aiuta a superare pregiudizi e divisioni che non possono appartenerci. Roma è di tutti: è una moderna metropoli cosmopolita all'interno della quale le barriere ideologiche non hanno e non avranno mai spazio.” Chi non avesse letto i commenti non potrebbe certamente capire che si tratta di insulti agli ebrei e di antisemitismo.
Grillo-Hitler
E' una cosa su cui bisogna riflettere. Finora il movimento 5 stelle è stato discusso soprattutto per il suo funzionamento di vertice: per essere ispirato da un leader che non si è mai sottoposto a un congresso, governato (http://www.quotidiano.net/politica/casaleggio-associati-1.2057098; ma alcuni scrivono “posseduto”: http://www.ilpost.it/2016/02/22/casaleggio-associati-m5s/) da una società a fine di lucro, la Casaleggio Associati srl, gestito da un “direttorio” che non risponde a organi elettivi, che ha legato i propri eletti a un contratto legale che impone penali finanziarie pesantissime in caso di dissenso o fuoriuscita dal movimento. Insomma una struttura autocefala al cui confronto il PCUS di Stalin o il partito fascista di Mussolini appaiono modelli di democrazia. Ed è stato largamente raccontato per i suoi comportamenti con tradizionalissime faide interne, correnti, favoritismi, alla faccia della “nuova politica” che ha venduto al proprio elettorato. Infine sono venute all'onore delle cronache le gaffes e le bizzarrie dei suoi esponenti: la fede nelle scie chimiche e nelle teorie del complotto demo-pluto-giudaico-massonico, il fastidio per la modernità e il luddismo (si vedano le lotte contro i treni ad alta velocità, i wi-fi, le innovazioni urbanistiche condotte dai suoi sindaci), gli schieramenti elettorali con le peggiori dittature (Grillo con l'Iran, De Battista con Hamas ecc.). Tutto questo fa del movimento cinque stelle qualcosa di molto diverso dai vari partiti “populisti”, come li definiscono media e politici tradizionali: perché questi sono semplicemente dei soggetti politici nuovi che sostengono programmi nuovi, assai diversi fra loro, che non piacciono all'establishment tradizionale, ma hanno la dialettica interna e un sistema di rappresentanza normale; sono finanziati magari dall'estero (così Podemos in Spagna che è stato accusato di prendere soldi dal Venezuela e dall'Iran) ma non dipendono da un'impresa privata.
Beppe Grillo
Ma in politica non basta mai guardare solo alle istituzioni e all'”offerta” (i partiti, i candidati). Per capire che cosa succede bisogna sempre vedere anche la realtà sociale e la “domanda” politica (gli elettori). Questo spazio della domanda può ancora essere diviso in due gruppi: i militanti o sostenitori e gli elettori generici, E’ evidente che a decidere sono i secondi, sempre meno attivi e capaci di esprimersi ma più numerosi: una forza politica non conta granché se non intercetta una corrente di opinione e di fiducia da parte del grande mondo disperso degli elettori. Ed è abbastanza chiaro quali sono i punti su cui i Cinque Stelle hanno incrociato quest’opinione diffusa, lo leggiamo nella lettera “V” maiuscola che sta in rosso nel loro simbolo, ricordando il “V-day” di qualche anno fa: è il popolo del “vaffa”, convinto di essere imbrogliato da tutto e da tutti, animato da risentimento e sospetto, indifferente alla competenza e all’esperienza e anche ai programmi, sensibile solo a quella che tanti anni fa si chiamava “contestazione globale”. Sarebbe interessante fare un’archeologia di questo popolo, che certo è stato influenzato dai “cattivi maestri” sessantottini, dalla distruzione della scuola e da una mitologia diffusa oggi dappertutto, che ha provocato quella che negli anni Ottanta il filosofo Allen Bloom chiamava “la chiusura della mente americana” (un libro che vale ancora la pena di leggere: http://www.ibs.it/code/9788871807980/bloom-allan/chiusura-dela-mente.html).
Quel che è più significativo per determinare l’identità di un partito o movimento è però lo strato più ristretto ma decisivo dei militanti. Ed è questo che si rivela nei commenti alla pagina di Raggi e più in generale ai blog del movimento. I difetti culturali degli elettori, la loro “paranoia” e insieme la credulità ai miti irrazionalistici e complottisti, sono esasperati in questo strato e si congiungono, in questo caso specifico, a un antisemitismo terrificante unito a una totale indifferenza ai fatti e a un’ideologia genericamente di estrema sinistra, anticapitalistica, antiamericana, luddista. Insomma il problema non è solo nelle pratiche di vertice, c’è una base grillina che deve far paura. E’ questo oggi il principale problema della democrazia italiana.
Ugo Volli