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Il Manifesto Rassegna Stampa
21.09.2016 La Giordania sotto attacco dello Stato islamico, ma per Michele Giorgio è 'assediata' da Israele
Menzogne in serie sul quotidiano comunista

Testata: Il Manifesto
Data: 21 settembre 2016
Pagina: 5
Autore: Michele Giorgio
Titolo: «'Per la Giordania Assad può restare'»

Riprendiamo dal MANIFESTO di oggi, 21/09/2016, a pag. 5, con il titolo "Per la Giordania Assad può restare", l'intervista di Michele Giorgio.

Anche scrivendo dei rapporti tra Giordania e Siria, Michele Giorgio diffonde menzogne contro Israele. Lo Stato ebraico, secondo Giorgio e il giornalista giordano Oraib al Rantawi "assedia" la Giordania. Non si capisce come potrebbe, visto che i due Paesi hanno soltanto una parte dei confini in comune, e Giorgio non lo spiega.

Continua, poi, l'elenco delle "malefatte" di Israele a cominciare dalla "occupazione dei territori palestinesi". Bugie dalle gambe corte, che però il quotidiano comunista non si stanca di propagare.

Ecco l'articolo:

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Michele Giorgio

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Oraib al Rantawi

I giordani ieri sono andati alle urne per eleggere il nuovo Parlamento. Alle 18, un'ora prima della chiusura ufficiale dei seggi elettorali (estesa poi alle 20 dal governo), avevano votato 1 milione e 300 mila dei 4 milioni di elettori. Una percentuale superiore a quella delle elezioni del 2013 ma sempre bassa, a conferma dello scetticismo generale verso un voto dall'esito scontato. Intanto la guerra nella vicina Siria è ripresa con rinnovata violenza ponendo nuove insidie lungo la frontiera tra i due Paesi.

Della posizione giordana e delle possibili soluzioni che Amman auspica per la guerra civile siriana abbiamo parlato con uno degli analisti più noti del Paese, Oraib al Rantawi, direttore dell'Al Quds Center for Political Studies di Amman.

La tregua in Siria è a pezzi. La Giordania che ha ospitato i programmi di addestramento Usa dei "ribelli" siriani ed è alleata dell'Arabia saudita, ha adottato negli ultimi tempi una posizione prudente. Se la Giordania potesse scegliere preferirebbe avere nel prossimi anni iI presidente siriano Bashar Assad ancora al potere o si augura la sua caduta immediata. La Giordania sa di avere una guerra devastante alle sue porte, e non solo al confine con la Siria, anche con l'Iraq. Sa di essere in grave pericolo e di non aver alcun peso per incidere in quei conflitti. II futuro della guerra in Siria è nelle mani di altri attori regionali e internazionali: Usa, Russia, Iran, Turchia e Arabia saudita. In questo quadro, la Giordania non può far altro che proteggere i suoi interessi vitali e seguire gli sviluppi alla frontiera e per la stabilità del regno. Il punto centrale per i vertici giordani è come evitare che il confine (con la Siria) si trasformi in una base per i terroristi di al Nusra (al Qaeda) o dell'Isis.

Quindi Assad al potere rappresenta una garanzia per la sicurezza della Giordania? Amman e Damasco non sono mai andate in luna di miele, non sono un mistero le differenze tra le leadership dei due Paesi. Allo stesso tempo per oltre quarant'anni la Giordania ha convissuto con gli Assad al potere. Quindi se deve esserci un cambiamento alla guida della Siria dobbiamo essere certi che non provochi un peggioramento della situazione. Molti di quelli che si oppongono o combattono Assad sono peggiori di lui. La Giordania, posso dirlo con estrema chiarezza, non vuole vedere al potere in Siria i leader di Jaysh al Islam, al Nusra o Daesh.

Una Siria spaccata in più parti spaventa la Giordania? Certo, senza alcun dubbio. L'interesse della Giordania è vedere una Siria unita, con alla guida un governo in grado di garantire stabilità e sicurezza, Amman non desidera che la Siria si trasformi in una marionetta nelle mani di qualche potenza regionale come la Turchia, l'Iran o l'Arabia saudita. Si augura l'inizio di un vero negoziato che porti al più presto, anche domani, la pace. Perché la soluzione pacifica della crisi siriana significherebbe anche la fine dell'assedio in cui di fatto vive la Giordania, chiusa a nord e a est con la Siria e l'Iraq e anche a ovest con Israele. Oggi il Paese può guardare all'esterno solo attraverso il Golfo di Aqaba e, con difficoltà, attraverso la frontiera con l'Arabia saudita. Questo non è più sostenibile, anche perché sta avendo un impatto forte sull'economia nazionale.

Riassumerdo, se Usa e Russia imporranno alle parti in guerra un accordo che preveda la permanenza al potere di Bashar Assad, la Giordania darebbe la sua approvazione? Sì, senza alcuna esitazione. Occorre tenere presente che nonostante i rapporti conflittuali, la Giordania non ha mai interrotto le relazioni diplomatiche con Damasco. Non ci sono più gli ambasciatori ma le ambasciate dei due paesi restano aperte e ci sono voci di contatti segreti tra i servizi di sicurezza delle due parti. La permanenza di Assad al potere non è l'opzione migliore per la Giordania ma se questa soluzione permetterà il ritorno della calma nella regione e garantirà le frontiere del nostro Paese, allora (la Giordania) sarà pronta ad approvarla. Non ho alcun dubbio.

Parliamo adesso del palestinesi. La Giordanla ribadisce che non accetterà mai di essere lo Stato del palestinesi e che la creazione dl uno Stato dl Palestina sovrano resta l'unica soluzione possibile. Sul terreno però le cose vanno in un'altra direzione. La soluzione dei "Due Stati", Israele e Palestina, è superata di fronte all'espansione incessante delle colonie israeliane nel Territori palestinesi occupati. E qualcuno ora toma ad ipotizzare una confederazione tra Giordania e ciò che Israele lascerà al palestinesi della Clagiordania. Questa è la soluzione che piace a Israele perché si realizzerebbe a spese dei palestinesi e della Giordania. La nascita di uno Stato palestinese sovrano è un interesse nazionale (del regno hashemita) perché è l'unica garanzia di protezione dell'identità nazionale della Giordania, dove i palestinesi già compongono la maggioranza della popolazione. Israele, è evidente, non ha alcuna intenzione di mettere fine all'occupazione dei Territori (palestinesi) compiuta 50 anni fa e cerca un modo per liberarsi della popolazione palestinese conservando allo stesso tempo il controllo del territorio. Ecco perché si riparla di opzione giordana e di una confederazione. La Giordania però, posso assicurarlo, non asseconderà mai questo disegno.

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