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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Il Foglio Rassegna Stampa
10.09.2016 Gli ebrei morti e quelli vivi
BDS e anti-sionismo secondo Yehuda Bauer

Testata: Il Foglio
Data: 10 settembre 2016
Pagina: 3
Autore: Editoriale
Titolo: «Gli ebrei morti e quelli vivi»

Riprndiamo dal FOGLIO di oggi, 10/09/2016, a pag.3, l'editoriale con il titolo "Gli ebrei morti e quelli vivi ".

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Yehuda Bauer

  Un solo appunto: non capiamo come il Foglio continui a scrivere 'Olocausto' invece di SHOAH. Olocausto è una brutta eredità della lingua inglese, è vero che continua ad essere usato, ma almeno in Italia si usi il termine corretto, Shoah. Che significa 'distruzione', mentre 'olocausto' è tutto il contrario, è l'offrirsi di morire, una scelta individuale. Una parola offensiva, sulla quale però pochi riflettono.

Un grande storico dell'Olocausto smonta gli alibi dell'antisionismo.
Durante una conferenza a Londra, il più grande storico dell'Olocausto, il novantenne Yehuda Bauer, ha messo la parola fine alle discussioni sulla natura del "Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni", il movimento che da anni colpisce le ragioni e gli interessi di Israele. "Il Bds non vuole una migliore Israele, non vuole nessuna Israele", ha detto Bauer in una intervista condotta dalla deputata laburista Tulip Siddiq. "Ora, naturalmente, amano gli ebrei. Soprattutto gli ebrei morti. Quelli che sono morti durante l'Olocausto sono meravigliosi, sono fantastici. Gli ebrei vivi sono un'altra cosa". Bauer ha anche inequivocabilmente equiparato antisionismo e antisemitismo, descrivendo il primo come uno slogan vuoto. "Vogliono distruggere lo stato ebraico; lo vogliono distruggere perché è uno stato ebraico. Ciò significa che sei un antisemita".
Ostracismo nei confronti degli accademici israeliani nelle università europee, bullismo verso gli studenti israeliani nei campus americani, fondi pensione scandinavi che si ritirano dal mercato israeliano, catene commerciali tedesche che smettono di vendere prodotti israeliani, chiese protestanti che rinverdiscono l'accusa di deicidio, municipi spagnoli che interrompono le forniture di prodotti dello stato ebraico, musicisti (l'ultimo è Brian Eno) che dichiarano di non volere niente a che fare con tutto ciò che è israeliano: è il volto dell'odio di cui parla Bauer. Se ne è appena avuto un esempio alla Syracuse University, dove è stata annullata una conferenza di un regista israeliano, Shimon Dotan. Complice la nostra vigilanza morale che veglia sugli ebrei morti ed espone i vivi alla violenza genocida.

Per inviare al Foglio la propria opinione, telefonare: 06/5890901, oppure cliccare sulla e-mail sottostante


lettere@ilfoglio.it

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