Riprendiamo dalla GAZZETTA dello SPORT di oggi, 08/09/2016, a pag. 13, con il titolo "Saluti fascisti, Tavecchio condanna: 'Vanno individuati' ", la cronaca di Alessandro Catapano.
Pubblichiamo in questa pagina la cronaca esauriente sui fatti di Haifa, in altra pagina il commento sulla vicenda di Deborah Fait.
Ecco l'articolo:
Carlo Tavecchio
"Individuare i responsabili", chiede Carlo Tavecchio. Il giorno dopo, il presidente federale è doverosamente mortificato. Si riallunga l'ombra del tifo neofascista al seguito della Nazionale e ancora una volta, per qualche balordo, il calcio italiano rischia la figuraccia internazionale. In pochi giorni, prima i fischi durante l'esecuzione della Marsigliese a Bari, poi gli sputi e i saluti romani ad Haifa mentre suonava l'inno di Mameli. Esibire la strafottenza fascista è riprovevole (e vietato) dappertutto, tanto che la vicenda potrebbe finire nel mirino dell'Uefa, farlo in Israele è una provocazione da incidente diplomatico.
Lo striscione esposto anni fa dai tifosi della Lazio, a Roma
Anche per questo ieri Tavecchio, sinceramente turbato dalla vicenda, si è affrettato a contattare al telefono l'ambasciatore italiano in Israele Francesco Maria Talò, al quale, oltre al ringraziamento per la calorosa accoglienza (commovente il minuto di silenzio per le 295 vittime del terremoto del Centro Italia), ha espresso tutto il suo dispiacere. "Condanniamo fermamente quanto accaduto lunedì sera allo Stadio di Haifa", ha detto il presidente federale. "Auspichiamo che le autorità competenti - ha aggiunto - possano al più presto accertare quanto accaduto e individuare i responsabili".
CINQUE BALORDI Due hanno sputato agli steward e sono stati subito allontanati dallo stadio, tre hanno esibito il saluto romano durante l'inno di Mameli ma non sono stati ancora identificati e riuscirci non sarà per niente facile, nonostante il lavoro incrociato delle autorità israeliane e italiane. Del resto, del gesto se ne è accorto, ore dopo, solo un tifoso che a casa ha rivisto le immagini del suo video amatoriale. Se il Sammy Ofer Stadium di Haifa, peraltro moderno e accogliente, fosse dotato di un adeguato sistema di videosorveglianza, sarebbe stato più semplice e immediato immortalare i tre fascisti, risalire alle loro generalità ed emettere i conseguenti Daspo. Così, bisogna pescarli in un mazzo di cinquecento persone, tanti i biglietti venduti dalla Figc nel suo settore ad Haifa. Non impossibile, ma assai complicato.
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