Aerei del Medioevo
Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli
A destra: in questa vignetta della propaganda antisemita palestinese gli ebrei israeliani sono raffigurati come squali intorno alla moschea di Al Aqsa
Cari amici,
che Israele si avvalga di animali e meccanismi speciali per spiare e per combattere i suoi avversari musulmani, che sono in difficoltà essendo solo duecento volte più numerosi e padroni di territori seicento volte più vasti dell’”occupazione”, si sa. Lo ha detto anche Konrad Lorenz, che il trucco per comunicare con gli animali era “l’anello di Re Salomone”, un re che certamente non è esistito, se è esistito non ha regnato sui territori dello stato di Israele, se vi ha regnato era musulmano sedici secoli prima di Maometto, ma che insomma gli ebrei rivendicano come loro e avrebbe potuto aver lasciato loro il trucco.
Del resto che siano stregoni lo dicono anche i detti del profeta, che naturalmente non sbagliano mai, anche quando implicano che la terra sia piatta. E’ sulla base di questa stregoneria che gli ebrei hanno mandato avvoltoi e aquile (http://www.jpost.com/Middle-East/Hezbollah-We-have-captured-an-Israeli-spy-eagle-in-Lebanon-328880) a spiare il Libano e l’Arabia Saudita (http://www.jpost.com/Middle-East/Israeli-spy-vulture-captured-in-south-Lebanon-442818). E naturalmente sono stati gli israeliani a far invadere le spiagge egiziane del Mar Rosso da pescecani per rovinare il turismo (http://blogs.discovermagazine.com/discoblog/2010/12/13/shark-attack-in-egypt-must-be-the-work-of-israeli-agents/#.V8mazSiLS00), a mandare delfini all’attacco di Gaza (http://www.thedailybeast.com/articles/2015/08/20/hamas-arrests-israeli-spy-dolphin.html), a spedire uccellini migratori a invadere pacifici villaggi turchi (http://www.bbc.com/news/world-europe-18092775), iene (http://gulfnews.com/news/mena/palestine/jewish-colonists-release-wild-hyenas-in-jenin-1.1649355) e maiali (http://www.turkishweekly.net/2014/11/22/news/abbas-accuses-israel-of-using-wild-boars-against-palestinians/) contro i poveri palestinesi e topi a Gerusalemme (http://www.independent.ie/opinion/columnists/ian-odoherty/save-us-from-the-jewish-rats-26465732.html).
Ma hanno anche macchine sotterranee e caterpillar per abbattere la santa moschea di Al Aqsa (http://palwatch.org/main.aspx?fi=771) e usano certamente migliaia di macchine infernali per la loro sporca guerra coloniale contro l’umanità. Tutto questo è ben noto e ve ne ho parlato molte volte: attività aggressive magiche e infami. Ma adesso c’è una novità. E’ il suolo stesso di Israele, o la sua aria ad essere terribilmente nociva, anche se naturalmente quel suolo e quell’aria non sono affatto di Israele perché tutti sanno che appartengono alla Palestina da almeno 5000 anni.
Ma non importa, sarà la bandiera, la lingua, la proprietà, non so. Quel che passa da quelle parti diventa impuro e pericoloso e va assolutamente tenuto a distanza. Infatti, sentite questa storia. Una compagnia aerea turca, Tailwinds Airlines noleggia alla libanese Wings of Lebanon un Boeing 737. Resta proprietaria e gestisce i voli, ma dipinge sulla carlinga i colori libanesi. Tutto bene, molto normale, succede anche a certe linee aeree italiano; fino a quando, però, come da contratto, l’aereo deve tornare in Turchia per la manutenzione prevista e non viene immediatamente ritirato dai libanesi e resta a disposizione per qualche tempo della proprietà turca. La quale non ha il cuore di tenere un così bel velivolo appena revisionato inchiodato al suolo, o forse più materialisticamente non vuole lasciare inutilizzato un grosso capitale com’è un aereo moderno e lo fa volare sulle sue rotte, senza però cancellare la “livrea” (così si dice della decorazione esterna di un aereo) coi colori libanesi.
Ancora, sarebbe andato tutto bene se i turchi avessero fatto volare il Boeing su Roma, Belgrado, Atene, quel che vi pare. E invece, sapete che hanno combinato? L’hanno mandato a coprire la linea con l’aeroporto Ben Gurion, dalle parti di Tel Aviv. Vedere un aereo targato Libano (che è un paese ancora tecnicamente in guerra con Israele) parcheggiato nel bel mezzo del proprio principale aeroporto avrebbe dovuto allarmare gli israeliani, che invece non hanno fatto una piega: per loro era in sostanza un aereo turco, che non si poteva sospettare specialmente di cattive intenzioni. Dove è scoppiato invece l’inferno è a Beirut, dove il ministro dei trasporti ha intimato che quell’aereo contaminato dall’aria o dal suolo israeliano (pardon, palestinese occupato) non avrebbe mai dovuto mettere ruota in Libano, mai più farsi vedere, come una fidanzata fedifraga o un servitore traditore (http://www.timesofisrael.com/plane-spotted-in-israel-not-welcome-back-in-lebanon/). Sarà interessante vedere il seguito di questa storia, e in particolare chi pagherà i danni. Ma una cosa è certa: ci sono arabi per cui solo la puzza dell’ebreo è anatema. Che nonsotante l’aereo sia una vicenda medievale?
Ugo Volli