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La Stampa Rassegna Stampa
06.09.2016 Putin protagonista: accordi con Cina e Arabia, asse con l'Iran dei mullah
Analisi di Paolo Mastrolilli

Testata: La Stampa
Data: 06 settembre 2016
Pagina: 7
Autore: Paolo Mastrolilli
Titolo: «Super Putin spiazza Washington e fa accordi con Cina e Arabia»

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 06/09/2016, a pag. 7, con il titolo "Super Putin spiazza Washington e fa accordi con Cina e Arabia", l'analisi di Paolo Mastrolilli.

Le scelte diplomatiche di Bibi Netanyahu continuano a 360 gradi. Dopo la politica di abbandono dei paesi amici in Medio Oriente da parte di Obama, Bibi apre rapporti a livello mondiale. In questi giorni è in Olanda, vedremo se i nostri media ne riferiranno.

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Paolo Mastrolilli

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Vladimir Putin con Xi Jingping

Solo qualche anno fa, dopo l’invasione dell’Ucraina, Vladimir Putin sembrava radioattivo sulla scena internazionale: disinvintato dal G8, evitato al G20. Il vertice di Hangzhou però ha segnato la svolta, con il leader del Cremlino al centro di tutte le manovre, da quelle per rilanciare l’economia globale, a quelle geopolitiche.

L’incontro col padrone di casa è stato particolarmente caloroso, non solo perché Putin ha portato in dono a Xi Jingping il gelato russo di cui va matto. Gli osservatori dicono che il matrimonio tra loro è solo di convenienza, ma di certo entrambi stanno seguendo una linea molto assertiva, se non apertamente offensiva nei confronti degli Stati Uniti, per contestare a Washington il ruolo di unica superpotenza. Poi magari litigheranno per chi dovrà essere l’alternativa, ma si sono trovati subito dalla stessa parte nell’ammonire la Corea del Sud a non installare lo scudo missilistico Terminal High Altitude Area Defence, proprio mentre Pyongyang lanciava altri tre razzi minacciosi. Sul rilancio della crescita poi, tema centrale del G20 di Hangzhou, Xi è certamente più pronto di Obama a reinserire la Russia nei Paesi da coinvolgere nel potenziamento dei commerci mondiali.

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Benjamin Netanyahu con Vladimir Putin

Su questo piano, peraltro, Putin ha dimostrato di sapersi muovere in piena autonomia, con l’accordo appena raggiunto con l’Arabia Saudita per controllare il prezzo del petrolio. Mentre Vladimir vedeva il principe Salman bin Saud, i rispettivi ministri discutevano la questione, in vista dell’incontro che l’Opec terrà il 26 settembre ad Algeri. Il problema è l’eccesso di produzione che ha depresso i prezzi, mettendo in crisi economie come quella del Venezuela, ma anche la Russia. Mosca propone un congelamento di sei mesi, escludendo però l’Iran, che sta appena riattivando le sue attività dopo le sanzioni. L’Arabia non si è impegnata su questo punto, e l’accordo annunciato non entra nei dettagli, però intanto il prezzo del greggio è già risalito e Vladimir punta a giovarsene nel braccio di ferro globale con gli Usa.

Obama pensa di rinnovare le sanzioni contro Mosca che scadono a fine anno, perché il Cremlino non rispetta l’accordo di Minsk sull’Ucraina, ma oltre ad incontrare Barack, la cancelliera Merkel e il presidente francese Hollande hanno visto anche Putin, per trovare una via d’uscita meno dolorosa.
Vladimir poi ha ritrovato Erdogan, nonostante il presidente turco voglia abbattere il regime di Assad in Siria, mentre Mosca resta il principale puntello di Damasco. Entrambi però hanno interesse a dialogare, se non altro per tenere gli Stati Uniti sugli spilli.

Ha del provocatorio, poi, l’iniziativa che Putin ha deciso di prendere sul processo di pace in Medio Oriente, invitando palestinesi ed israeliani a ricominiciare le trattative al Cremlino. Ieri l’agenzia Interfax ha scritto che Abbas ha accettato la proposta, mentre Netanyahu la sta seriamente considerando. Magari solo per mettere un altro dito nell’occhio di Obama.

Ma il bilaterale che ha fatto più male a Washington è stato probabilmente quello tra Vladimir e la nuova premier britannica May, che ha dichiarato di voler rilanciare le relazioni con Mosca. Dopo la Brexit, e dopo che Obama aveva detto a Londra di rimettersi in fila per negoziare un trattato commerciale se fosse uscita dalla Ue, persino l’alleato storico degli Usa strizza l’occhio allo storico nemico. Magari cambierà tutto quando alla Casa Bianca arriverà il prossimo inquilino, ma per ora Putin sembra al centro di tutto.

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