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La Nazione Rassegna Stampa
28.08.2016 Come reagire di fronte al terremoto
L'opinione di Rav Giuseppe Laras

Testata: La Nazione
Data: 28 agosto 2016
Pagina: 4
Autore: Giuseppe Laras
Titolo: «La sfida della fede»

Riprendimo dalla NAZIONE di oggi, 28/08/2016, a pag.4, con il titolo "La sfida della fede" il commento di Giuseppe Laras, ex rabbino di Ancona e Milano, attualmente Presidente dell'Assemblea Rabbinica Italiana. 

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Rav Giuseppe Laras

Dinanzi a tante morti e a tanto dolore, ii silenzio e forse la risposta più dignitosa ed etica. è il silenzio, assieme all'aiuto a chi ha bisqgno. La morte di bambini, addormentati nella notturna quiete domestica, e la distruzione di famiglie ritrovatesi nei paesi rendono più crudele e scandaloso II dramma vissuto dai nostri connctzionali, a cui vanno la mia vicinanza e le mie preghiere. La fede non dà risposte e, di per sè, non è una risposta. La non-fede può essere risposta legittima. Il credente è sospeso tra l'esperienza dell'assenza di Dio e del Suo silenzio, comune a tutti, e l'interiore convincimento, non sempre condiviso, che, nonostante l'orrore, Dio sia misteriosamente vicino, partecipe del suo soffiire. In caso di devastazione e proscrizione, le rampogne a Dio e la bestemmia, benche estreme, sono risposte religiose autentiche, che esprimono la fede  (Abram e Giobbe). Quando, nella Genesi, Dio giudica buoni o molto buoni gli elementi creati, dobbiamo ricordarci che sono tali nella Sua prospettiva, e non necessariamente nella nostra. Noi esprimiamo la natura per come la definì Leopardi: madre e matrigna. La durezza del reale dovrebbe mettere in guardia teologi melensi e ambientalisti. Quando la terra trema e miete vittane, diventa chiaro l'esigente comando divino di dominarla e soggiogarla (Genesi I, 26-28). L'orografia deli 'Italia ci obbliga a prendere sul serio questo imperativo e a nutrire stima e fiducia per gli scienziati che cercano di rendere più sicura, pur con difficoltà e limiti, la nostra eststenza a contatto con le forze naturali. Lo scienziato moderno,cerca di controllare e manipolare l'esistente, più in ossequio che in trasgressione al precetto divino. Le voci di queste persone - Cassandre inascoltate dalla politica- sono quelle da assumere per il presente e il futuro del Paese. Mettere l'Italia in sicurezza e una sfida colossale, che si proietta sul pubblico e sul privato, sulla salvaguardia del passato e sulla possibilità stessa del futuro. La decadenza di un popolo inizia quando pensa che la sfida sia insuperabile: non deve essere il nostro caso. L'enorme sforzo politico, culturale ed economico che ci attende non è procrastinabile, poiche riguarda anche la ripresa economica e lavorativa clel Paese.

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