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La Repubblica Rassegna Stampa
26.08.2016 Qualcosa non va nel PD milanese: sta con l'islam che vuole la sottomissione
Cronaca di Oriana Liso

Testata: La Repubblica
Data: 26 agosto 2016
Pagina: 23
Autore: Oriana Liso
Titolo: «Un velo di polemica le due islamiche del PD in guerra a Milano»

Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 26/08/2016, a pag.23, con il titolo " Un velo di polemica le due islamiche del PD in guerra a Milano ", la cronaca di Oriana Liso.

Qualcosa non va nel PD milanese, che emargina, non facendola eleggere, una musulmana che risponde a quei valori ai quali per il PD l'islam dovrebbe aderire, mentre sostiene, facendola eleggere in consiglio comunale, la candidata dell'islam più estremo. Ignoranza? Masochismo? entrambe le ipotesi messe insieme?

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Sumaya Abdel Qader, Maryan Ismail

Ecco la cronaca:

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Oriana Liso

Milano - Il titolo sembra una provocazione: #tuttacolpadisumaya. Ma forse non lo è, pensando a questi mesi in cui è stata bersagliata di critiche, attacchi, accuse di apostasia (da un gruppo di islamici ultraortodossi) e richieste di dissociarsi dal terrorismo islamico. Sumaya Abdel Qader, la consigliera comunale eletta con il Pd che va in aula con lo hijab, il velo islamico, sarà la protagonista, domani pomeriggio, di uno dei primi incontri della festa dell’Unità di Milano. Si parlerà di islam, integrazione, moschee, terrorismo, burkini. Poco importa se ha più volte ripetuto che l’accento, nel suo impegno politico, non va sul suo essere musulmana: quel velo è diventato il catalizzatore di qualsiasi discussione. E, anche, di una contrapposizione tra due modi di essere donna e musulmana: il suo e quello di Maryan Ismail, che ha lasciato il Pd in polemica con la scelta di candidare Sumaya. Questa candidatura, mesi fa, è stato il modo in cui il Pd ha provato a dire che l’integrazione è possibile: 38 anni, figlia di immigrati giordano-palestinesi, nata in Italia, sposata, tre figli (quante sono le sue lauree in biologia, lingue e culture straniere e sociologia), fondatrice dell’associazione dei Giovani musulmani d’Italia e, fino a poco tempo fa, nella dirigenza del Caim, il coordinamento delle associazioni islamiche milanesi accusato di qualche ambiguità nella condanna dell’estremismo islamico, soprattutto per le posizioni del portavoce Davide Piccardo. È stato lui a bollare come “infame” il tentato colpo di stato in Turchia, mentre Sumaya, in consiglio comunale, votava un ordine del giorno del Pd per esprimere solidarietà al popolo turco e condanna alla repressione scatenata da Erdogan”: nonostante quel voto, che esprime una posizione forte, Sumaya non è riuscita a togliersi di dosso la continua richiesta di dissociarsi da ogni forma di estremismo e di fondamentalismo. Tra i rimproveri che le sono stati fatti c’è anche quello di non aver preso le distanze da Hamza Piccardo, il fondatore dell’Unione delle comunità islamiche, che ha messo sullo stesso piano, quello dei diritti, le unioni civili e la poligamia. In campagna elettorale l’hanno accusata di essere vicina ai Fratelli musulmani, lei ha negato, e le sono stati ricordati post di sua madre e di suo marito contro Israele, ma è proprio un rappresentante della comunità ebraica, il deputato Pd Emanuele Fiano, a spiegare: «Non mi sono forse infuriato ogni volta che chiedevano a me di dissociarmi da qualsiasi cosa dicesse un ebreo nel mondo, magari anche di destra?». La domanda viene rivolta proprio a Maryan Ismail, nel pieno di una polemica che non è solo virtuale. Nata a Mogadiscio, vive in Italia da 35 anni, è docente di antropologia dell’immigrazione e la più attiva rappresentante della comunità somala a Milano: si è candidata anche lei con il Pd, ma non è stata eletta. Sumaya porta lo hijab, Maryan ha una massa di ricci neri, liberi. Sumaya ha difeso il diritto delle donne musulmane ad andare in spiaggia con il burkini e di partecipare alle Olimpiadi con un abbigliamento castigato, Maryan ha scritto un post intitolato “Sotto il burkini l’islamizzazione”. Dopo l’elezione di Sumaya in consiglio comunale Maryan ha scritto una lettera al segretario del suo partito Matteo Renzi («Mai ricevuta risposta») e ha annunciato il suo addio al Pd, di cui era dirigente nella segreteria metropolitana. Il motivo è l’aver candidato Sumaya, «perché così il Pd milanese ha scelto di interloquire con la parte minoritaria, ortodossa ed oscurantista dell’Islam». Ma — dicono velenosamente alcuni dem — Maryan si è vendicata annunciando una collaborazione con Stefano Parisi sul tema moschea.

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