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La Stampa Rassegna Stampa
22.08.2016 Ma gli ebrei sono mai stati veramente di moda?
Alberto Cavaglion ricorda Arnaldo Momigliano

Testata: La Stampa
Data: 22 agosto 2016
Pagina: 21
Autore: Alberto Cavaglion
Titolo: «I brutti presagi di Momigliano sugli ebrei»

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 22/08/2016, a pag.21, con il titolo "I brutti presagi di Momigliano sugli ebrei ", il commento di Alberto Cavaglion.

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Arnaldo Momigliano                      Alberto Cavaglion

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L’intervista postuma è un genere promiscuo, atterra e rincuora. Ci sembra di riascoltare una voce perduta, ma sappiamo che si tratta di un’illusione. L’eco lontana si protende ormai verso «l’intervista impossibile», che invece diverte. Nell’attesa, accontentiamoci della dolcezza triste delle conversazioni postume. Di Primo Levi, a cura di Giovanni Tesio, è uscito nei mesi scorsi Io che vi parlo (Einaudi). Esce adesso - bizzarra coincidenza - una nuova edizione di Pagine ebraiche (Edizioni di Storia e Letteratura), uno dei libri più fortunati di Arnaldo Momigliano, storico dell’età classica scomparso nel 1987, lo stesso anno di Levi. In appendice, Silvia Berti inserisce una intervista rimasta a lungo in un cassetto. La premessa di Pagine ebraiche è datata luglio 1987, Hospital of the University of Chicago. Momigliano non farà in tempo a vedere il volume stampato, ma in bozze dedica il volume alla memoria di Levi scomparso in aprile.
Un anno prima, Levi aveva evocato Momigliano nei Sommersi e i salvati. Interessante osservare i giudizi sulla anomala fioritura di studi ebraici avvenuta negli Usa, dove «Mom» trascorreva larga parte del suo tempo. Una esplosione di interessi, favorita proprio dalla scoperta oltreoceano di Primo Levi, inattesa, ma sospetta, dato il contesto. Nel saggio più bello, un sintetico profilo della bimillenaria presenza ebraica nella penisola, uscito sulla New York Review of Books, si legge: «Sarebbe follia concludere su una nota di ottimismo quando accade che un bambino ebreo possa essere assassinato nella sinagoga di Roma, come avvenne nel 1982, senza che si manifesti un sollevamento dell’opinione pubblica». E, in una lettera all’editore del 1986, altri brutti presagi.
Sarà bene, sospira, che «il tometto» (sono definite così le Pagine ebraiche) veda presto la luce: «Gli ebrei non rimarranno molto di moda nella nostra penisola». Ecco dunque pronta la prima domanda che ci riserveremmo di fare nella intervista impossibile, tra circa un anno: «Professor Momigliano, in occasione del trentennale della scomparsa, sua e di Primo Levi, secondo lei, gli ebrei pensa che siano ancora di moda?».

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