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Ugo Volli
Cartoline
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Il ritorno dello struzzo 21/08/2016

Il ritorno dello struzzo
Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli

Cari Amici,

forse non ve ne siete accorti, ma siamo a una nuova fase del terrorismo. O per essere più precisi, della risposta europea al terrorismo. E’ la fase che potremmo chiamare dello struzzo obbligatorio.
Non credo che sia scientificamente vero, ma come sapete un celebre modo di dire popolare attribuisce agli struzzi, di fronte a un attacco, la strategia di nascondere la testa sotto la sabbia per non vedere. Forse lo struzzo del proverbio crede che se non vede non sarà visto, ma sicuramente spera che se non prende atto della spiacevole situazione in cui si trova, essa si dissolverà in qualche modo.

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Alessandro Manzoni

Questa è dall’inizio la strategia che l’élite europea applica al terrorismo islamico e al problema dei profughi: per dirla con Manzoni, "sopire, troncare, padre molto reverendo, troncare, sopire".
Negare che ci sia un’invasione, negare che il terrorismo sia islamico, se proprio non ci si riesce, negare che il terrorismo sia legato all’immigrazione, che rientri in un piano preciso, che sia in corso una guerra di religione o - ci scampi il Cielo - uno scontro di "civiltà”, attribuire qualunque cosa a vicende personali un po’ oscure, miseria, depressione, piccola criminalità. Negare, troncare. Se qualcuno non si allinea è un populista, un razzista, un fascista, uno che non risponde a comandi che “vengono direttamente da Dio” - così qualche vescovo italiano di recente, benissimo fornito di mezzi di comunicazione con l’oltretomba.

Dunque niente di nuovo sotto il sole. C’è però un piccolo problema in questa strategia dello struzzo (o se volete: del Conte zio o di Bergoglio). Non funziona.
Dopo un periodo più o meno breve di allocchimento, i destinatari reagiscono non credendoci e comportandosi di conseguenza: per esempio votando i succitati “populisti, razzisti, fascisti” che non saranno granché ma almeno promettono di abbandonare le politiche che incrementano il terrorismo islamico, innanzitutto l’”accoglienza” dei suoi autori.

E’ sempre più evidente. I fatti che inducono politici e giornalisti a mettere la testa sotto la sabbia suscitano invece ira e voglia di cambiamento fra i loro lettori ed elettori.
Ed ecco la nuova fase, in cui viviamo. La politica dello struzzo diventa obbligatoria, anzi inevitabile. Perché essa non è perseguita con leggi, regolamenti, ammonizioni, ricatti morali, che sarebbero ignorati.
E’ diventata semplicemente automatica, un fatto solido come un muro. Com’è accaduto questo miracolo? Semplice, rifiutando di dare le informazioni (le autorità) o di cercarle e poi pubblicarle (i media).

Sapete per esempio voi com’è andata con l’attentato a un treno in Svizzera che ha ucciso una donna (oltre all’assalitore) e ferito gravemente alcuni altri passeggeri? No, la polizia ha individuato l’attentatore, ha perquisito la sua casa, ma ha evitato accuratamente di farne il nome e di mostrarne una foto. (https://www.theguardian.com/world/2016/aug/14/woman-injured-in-swiss-train-attack-dies ). Ci dicono che non hanno trovato finora prove di una motivazione terroristica, ma non osano sostenere che non ci sia). Dell’attentatore sappiamo che era un cittadino svizzero di 27 anni e nient’altro.
Cittadino svizzero? Forse com’era norvegese l’attentatore di Londra, definito all’inizio “depresso” e di cui si è scoperto poi che era sì cittadino norvegese, ma tutt’altro che un vichingo fedele di Odino, ma un immigrato somalo profondamente islamista (https://www.jihadwatch.org/2016/08/london-knifeman-was-devout-muslim-neighbor-says-had-no-mental-problems )... Sulla rete circolano pretese foto dell’attentatore di San Gallo, dagli spiccati tratti mediorientali. Saranno vere? Saranno false? Chi lo sa, la politica della censura politically correct ci lascia nelle condizioni dei vecchi samiszdat sovietici, a brancolare nel buio e scambiarci mezze notizie.

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Del resto qualcuno vi ha detto che l’attentatore di Monaco, quello che ha ammazzato nove persone tre settimane fa in un centro commerciale, era andato a Teheran a sostenere un addestramento militare all’uso delle armi? (http://www.mirror.co.uk/news/munich-killer-went-weapons-training-8566949 ) A Teheran, perché era sciita, ma questo non si può dire perché ufficialmente i regime degli ayatollah è contro il terrorismo, combatte l’Isis. Peccato che armi Hamas e Hezbollah e cerchi di fornirsi i mezzi per tentare il più grande attentato terrorista di tutti i tempi, la distruzione atomica di Israele, che proclama apertamente come obiettivo strategico. Ma questo non impedisce a gente come Obama e Mogherini di pensare che siano bravi ragazzi, con cui vale la pena collaborare. E la stampa obbediente, censura le cattive notizie che riguardano l’Iran. Di solito lo fa senza dirlo, ma sempre di più con la svolta dello “struzzo obbligatorio” lo proclama.

Così ha fatto per esempio “Repubblica”, che non esita a nominare tutti quelli che qualche procuratore ha fatto intercettare più o meno regolarmente in piccole storie di sospetta corruzione o di fantascientifici patti fra presidenza della repubblica e mafia (che poi di solito si sgonfiano); ma che ha deciso, per il bene superiore dell’umanità, di non nominare e dunque di non lasciare individuare per provenienza e affiliazione religiosa, i responsabili del terrorismo di massa.

Che volete, qui in Eurabia viviamo in un regime neosovietico, dove oscuri burocrati si riservano il diritto di finanziare il terrorismo (per esempio quello palestinese) e di violare le leggi di uno stato sovrano (per esempio Israele) e dove i giornalisti si improvvisano censori, immaginando seriamente di essere diventati maestri di morale, autorizzati a fare la lezione all’elettorato inglese e di decidere che notizie vanno bene per quello europeo, dato che hanno superato l’esame di ammissione a una corporazione che si chiama ordine professionale.

C’è un solo problema, per nostra fortuna e loro disdetta: che anche questa fase due dell’operazione struzzo non funzionerà. Lo vedremo alle prossime elezioni tedesche, francesi, olandesi... sempre che qualcuno di molto saggio e molto morale non decida di mettere eroicamente la manina nell’urna per fare uscire il risultato buono, com’è successo in Austria

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Ugo Volli


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