Riprendiamo da REPUBBLICA di oggi, 21/08/2016, a pag.44, con il titolo "Nel cuore della Polonia con soldati e mendicanti", la recensione di Susanna Nirenstein al libro "Acciaio contro acciaio" di Israel J.Singer, Adelphi editore.
Susanna Nirenstein
i Singer, fratelli e sorella. Israel è al centro
La forza narrativa di Israel J. Singer a volte ti travolge come uno tsunami, ti risucchia potente nelle spire impetuose del racconto. È il caso di un romanzo corale come questo, Acciaio contro acciaio, uscito adesso per Adelphi con la sapiente cura editoriale di Elisabetta Zevi, dove le masse riempiono letteralmente, disperatamente, ogni scena. Orde di mendicanti, di soldati tedeschi, russi, polacchi, sadici e pietosi, di bambini laceri, di ricchi approfittatori o idealisti, di rivoluzionari intellettuali o diseredati che siano, armati o vocianti, di malati, di morti, di prigionieri, di affamati, profughi, ebrei laici e battaglieri o religiosi, deboli, imbelli. È la Polonia nel cuore della I guerra mondiale, strapazzata da ussari e tedeschi dall'elmo a punta. Benjamin Lerner, sommerso da una moltitudine che fugge agli eserciti contrapposti, si trova di fatto a disertare la fanteria dello zar. L'unico nascondiglio possibile è la casa dello zio reb Baruch Yosef dove incontra anche un amore dell'adolescenza, la cugina Gitta: la loro contrastata promessa, il coraggio della ragazza, la determinazione alla giustizia di Benjamin, ci accompagneranno fino alla fine. Lerner deve andarsene, possibili delazioni e contrasti decidono per lui. Varsavia ribolle, vuol ricostruire il ponte sulla Vistola, gli operai sono prigionieri di guerra, minatori, esiliati richiamati dalla Siberia, ladri, contadini, energumeni, malati. Un sabba infernale a cui partecipa anche Benjamin, e che sfocia in una rivolta. Insieme a Gitta si ritroverà più tardi in una campagna che un mecenate ebreo vuole trasformate in una fattoria per centinaia di disperati. Niente. Malattie, topi, incapacità dei profughi a farsi comunità, distruggono ogni progetto di cui invece Lerner è parte dirigente. Ma finisce in galera e i tedeschi tramutano ogni speranza in un incubo. Tutto intorno la guerra continua. Dalla Russia arriva la notizia: la rivoluzione è in atto. Lerner non può resistere. Fugge ancora, nelle fogne melmose e fetenti. Ad aspettarlo c'è il Palazzo d'Inverno a Pietroburgo. Si, doveva essere così, un enorme gorgo incandescente di acciaio contro acciaio. Grazie Singer.
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