Riprendiamo dall' OSSERVATORE ROMANO di oggi, 12/08/2016, a pag. 3, la breve "Cresce la tensione in Cisgiordania".
Israele demolisce periodicamente gli insediamenti illegali costruiti sul suo territorio, come qualunque Stato di diritto. Se le demolizioni di recente riguardano per lo più costruzioni palestinesi significa semplicemente che questi ultimi hanno costruito illegalmente più diffusamente di qualunque altro gruppo. Per evitare le demolizioni la ricetta è molto semplice: basta evitare di costruire illegalmente.
L'Osservatore Romano non solo espone cifre non contestualizzate, ma pubblica un articolo in cui la scelta lessicale è come sempre sbilanciata contro Israele, dando anche credito a non meglio definite "voci".
Ecco la breve:
La demolizione di una costruzione illegale nei Territori
Nuovi disordini a Hebron e in tutta la Cisgiordania. La tensione cresce e Israele ha deciso di rafforzare la presenza delle forze di sicurezza in tutta l'area, dove sono aumentati nelle ultime settimane gli scontri tra palestinesi e coloni ebrei. Fonti locali riferiscono che ieri nei distretti cisgiordani di Nablus, Tulkarem, Gerusalemme est, Ramallah e Jenin si sono svolte diverse operazioni di esercito e polizia israeliani: i soldati hanno perquisito decine di case e fermato tre palestinesi. Ci sono fonti che riferiscono anche del fermo di quattro minorenni palestinesi.
La tensione nell'area è anche dovuta — sottolineano gli analisti — al recente annuncio della costruzione di nuove case israeliane. Sono state infatti pubblicate le gare d'appalto per 323 alloggi in quattro rioni ebraici di Gerusalemme. Nella prima metà del 2016, in Cisgiordania sono state invece fatte demolire dalle autorità israeliane più abitazioni palestinesi che nell'intero anno precedente, come certifica un recente rapporto della ong israeliana Betzelem. Nel testo, che è stato presentato alla Knesset, il Parlamento israeliano, si rileva che tra gennaio e giugno 2016 si sono avute 168 demolizioni (che hanno lasciato 740 palestinesi senza tetto), mentre nell'intero 2015 erano state 125. La maggior parte delle demolizioni sono avvenute a Gerusalemme est.
E' da oltre due anni che i negoziati tra israeliani e palestinesi sono fermi. Poche settimane fa, il premier israeliano Benjamin Netanyahu, ha annunciato di essere pronto a tornare al tavolo dei negoziati, affermando inoltre di essere aperto a possibili revisioni della proposta di pace araba del 2002. Questa prevede la normalizzazione dei rapporti diplomatici con Israele da parte dei Paesi arabi e la conseguente fine del conflitto, a condizione che venga siglato un accordo che preveda la nascita di un nuovo Stato palestinese in base ai confini del 1967.
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