Riprendiamo da AVVENIRE di oggi, 12/08/2016, a pag. 16, la breve "Il messaggio silenzioso del Papa nel campo nazista tedesco di Auschwitz".
Avvenire riprende oggi le dichiarazioni del cardinale Koch già pubblicate ieri e commentate da IC (http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=1&sez=120&id=63408).
Di silenzi la Chiesa Cattolica è stata protagonista anche in passato. Quelli di Pio XII durante la Shoah non vanno dimenticati. Suo prosecutore ideale è oggi Papa Francesco, che in visita ad Auschwitz non è riuscito a trovare parole, preferendo rimanere muto. Non aveva niente da dire sulla connivenza delle gerarchie ecclesiastiche durante la Shoah, sull'antisemitismo diffuso per secoli dalla Chiesa, sulla sua scelta di inazione durante la retata di ebrei romani il 16 ottobre 1943, a poche centinaia di metri da San Pietro?
Ecco la breve:
Il cardinale Kurt Koch
Papa Francesco
E' stata intitolata "Messaggio da Auschwitz" l'intervista con cui il cardinale svizzero Kurt Koch, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione dell'unità dei cristiani e della Commissione per i rapporti con l'ebraismo, ha commentato sull' Osservatore Romano la visita effettuata dal Papa ad Auschwitz durante la recente Gmg. Come noto «nel campo nazista tedesco di concentramento e sterminio», secondo la definizione ufficiale approvata dall'Unesco (e non «polacco», come erroneamente indicato ieri), Francesco ha scelto di non parlare.
«Il silenzio è un messaggio - ha sottolineato Koch -, ben conosciuto anche dagli ebrei. Del resto, parlare dell'orribile situazione vissuta da milioni di uomini e donne durante la follia di quegli anni non è mai facile. Però è importante essere presenti e pregare». Così come è necessario andare alla radice dell'orrore, della verità storica di quel periodo, in cui i nazisti tedeschi costruirono, sul suolo polacco, Auschwitz-Birkenau, tristemente noto come uno dei luoghi simbolo della Shoah.
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