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Libero - La Gazzetta dello Sport Rassegna Stampa
12.08.2016 Spirito olimpico? L'atleta araba diserta l'incontro con l'israeliana
Mentre compare una svastica presso gli impianti dei Giochi

Testata:Libero - La Gazzetta dello Sport
Autore: C. Ma.
Titolo: «L'avversaria è israeliana: judoka araba diserta l'incontro - Simbolo nazista vicino agli impianti, un ebreo vuole denunciare il reato ma gli organizzatori silenziano il caso»

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 12/08/2016, a pag. 8, con il titolo "L'avversaria è israeliana: judoka araba diserta l'incontro", la cronaca di C. Ma.; dalla GAZZETTA dello SPORT, a pag. 18, la breve "Simbolo nazista vicino agli impianti, un ebreo vuole denunciare il reato ma gli organizzatori silenziano il caso".

Ecco gli articoli:

LIBERO - C. Ma: "L'avversaria è israeliana: judoka araba diserta l'incontro"

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Yarden Gerbi, prima medaglia per Israele alle Olimpiadi di Rio (judo)

Poco spirito olimpico a Rio, nonostante i tanti proclami e la retorica dei grandi eventi. Da parte di delegazioni arabe si registrano atteggiamenti, prese di posizione, di aperta ostilità verso quelle israeliane. La judoka Joud Fahmy saudita, dopo il primo turno con il match contro Christianne Legentil dalle Mauritius, ha «saltato» l'incontro con Gili Cohen, israeliana. Ufficalmente le notizie diffuse indicano che Fahmy avrebbe subito lesioni al braccio e alla gamba, ma secondo i media israeliani si tratterebbe di un incidente diplomatico, creato ad hoc proprio per evitare il combattimento con l'israeliana. Insomma, l'atleta saudita non avrebbe voluto avere contatti con la concorrente israeliana.

L'Arabia Saudita non riconosce Israele, anche se stanno arrivando segnali concilianti, che potrebbe preludere a un cambiamento di posizione. Due settimane fa una delegazione saudita si è recata a Gerusalemme e ha incontrato funzionari e politici israeliani. Un ex ministro del governo israeliano che ha incontrato il gruppo in visita ha dichiarato che i legami normali tra i due Paesi potrebbero realizzarsi tra non molto. Però l'atmosfera a Rio non appare così rasserenante. Prima dell'episodio con le atlete dello judo, c'è stato un altro episodio, pochi giorni fa, proprio in occasione della œrimonia di apertura dei Giochi.

La delegazione libanese ha rifiutato di far salire sul loro stesso autobus gli atleti israeliani. I quali sono stati costretti a salire su un autobus a parte. II fatto non è passato inosservato, ma alla fine tutto è finito con una ammonizione alla delegazione libanese. Secondo uno dei tecnici della squadra di vela d'Israele, Udi Gal, i libanesi hanno rifiutato di dividere con degli atleti israeliani l'autobus che li avrebbe portati al Maracanà per la cerimonia di apertura. «Quando hanno scoperto che avrebbero dovuto dividere il bus con noi», ha raccontato Gal, «hanno protestato e chiesto all'autista di chiudere le porte. E' stata una cosa inaccettabile». Ma ormai l'incidente diplomatico era accaduto, e aveva avuto la sua eco negativa, anche se senza l'enfasi che ci si sarebbe potuto aspettare. Senza contare che in vista delle Olimpiadi i terroristi islamici hanno dato direttive ai «lupi solitari» di organizzare attacchi alla delegazione israeliane e ad altre occidentali, come ha riportato anche il sito JTA.

Citando il portale di news Foreign Desk, il sito dell'organizzazione ebraica riferisce che starebbe circolando sui social media una lista di direttive per i jihadisti per colpire gli atleti americani, britannici, francesi e israeliani. Nei testi dei veri e propri consigli ai terroristi si legge: «Un piccolo attacco con il coltello agli americani/israeliani in questi luoghi avrà un maggiore effetto mediatico che qualsiasi altro attacco, se Allah lo vuole». E ancora: «La vostra chance di prendere parte alla Jihad globale è qui! La vostra chance di diventare un martire è qui!», come recita poi il testo, citando le facili procedure per ottenere un visto per un vaiggio in Brasile, così come la grande disponibilita di armi da fuoco che si possono trovare nelle favelas.

LA GAZZETTA dello SPORT: "Simbolo nazista vicino agli impianti, un ebreo vuole denunciare il reato ma gli organizzatori silenziano il caso"

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Imbarazzo nel Comitato organizzatore di Rio per il disegno di una svastica fascista apparso vicino a uno degli impianti destinati alle competizioni. Il simbolo che evoca la cultura dell'egemonia tedesca durante gli anni 30-40 nonché il triste ricordo delle persecuzioni nei confronti del popolo ebraico, è stato tracciato su una parete a Pontal (la piccola penisola nella zona ovest della città dove si svolge la crono di ciclismo su strada), in un'area esclusiva, frequentata dai volontari e impiegati dei Giochi, dove normalmente vengono iscritti graffiti e messaggi di sostegno a favore dei collaboratori dell'Olimpiade brasiliana.

Secondo i media locali, un individuo di origine ebraica, particolarmente contrariato per l'accaduto, dopo aver fotografato l'immagine si é rivolto alla Federazione israeliana dello Stato di Rio in cerca di aiuto per fare cancellare quella croce uncinata, pensando anche di sporgere denuncia per apologia, ma sarebbe stato dissuaso da un dirigente del Comitato organizzatore ad intraprendere questa azione.

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