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La Stampa Rassegna Stampa
10.08.2016 Hamas finanziata dall'Onu: ecco le prove
Cronaca di Nadia Ferrigo

Testata: La Stampa
Data: 10 agosto 2016
Pagina: 13
Autore: Nadia Ferrigo
Titolo: «'Dipendenti Onu a Gaza al servizio di Hamas'»

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 10/08/2016, a pag. 13, con il titolo "Dipendenti Onu a Gaza al servizio di Hamas", la cronaca di Nadia Ferrigo.

I terroristi di Hamas a Gaza ricevono ogni anno enormi finanziamenti da tutto il mondo, Onu compreso. Una montagna di fondi utilizzata per continuare la guerra contro Israele, non certo per favorire il benessere della popolazione, e in parte cospicua intascata direttamente dai boss di Hamas. I media internazionali tacciono di norma di fronte a tutto ciò salvo in sporadiche circostanze, per esempio questo articolo odierno della Stampa, che è l'unico quotidiano a riportare la notizia.

Ecco l'articolo:

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Razzi Qassam di Hamas, acquistati grazie ai finanziamenti internazionali

Il governo israeliano ha chiesto alle Nazioni Unite «un’inequivocabile condanna nei confronti di Hamas», colpevole «di aver sfruttato il sistema degli aiuti umanitari internazionali a proprio favore» e di assicurarsi «che le attività umanitarie a Gaza assistano chi ne ha bisogno, non i leader dell’associazione terroristica». Israele ieri ha informato il Segretariato generale delle Nazioni Unite dell’arresto di Waheed Borsh, 38 anni, ingegnere palestinese che ha lavorato a Gaza per la Undp, il programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo.

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I tunnel dell'odio di Hamas

Secondo quanto rivelato dall’agenzia di sicurezza israeliana Shin Bet, Waheed Borsh ha ammesso di aver aiutato il movimento oltranzista usando le risorse delle Nazioni Unite per costruire un molo militare, agevolando poi la ricostruzione delle abitazioni dei militanti di Hamas. Borsh sarebbe stato incaricato direttamente dall’organizzazione palestinese di entrare nel programma dell’Onu: tra i suoi compiti ci sarebbe stato anche quello di comunicare il ritrovamento di armi e aperture di tunnel. L’uomo, arrestato lo scorso luglio, avrebbe poi rivelato il nome di altri palestinesi alle dipendenze dell’Onu per conto di Hamas, che ha respinto le accuse bollandole come «scorrette e infondate, parte dell’impegno israeliano per stringere l’assedio su Gaza».

È il secondo caso in pochi giorni: la scorsa settimana Israele ha accusato Mohamed Halabi, direttore di World Vision Gaza, di aver dirottato milioni di dollari dati in beneficenza per scopi militari. L’avvocato di Halabi ha respinto le accuse.

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