venerdi 20 settembre 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Lo dice anche il principe saudita Bin Salman: Khamenei è il nuovo Hitler


Clicca qui






La Stampa Rassegna Stampa
08.08.2016 L'Algeria ostacola la lotta al terrorismo islamico
Commento di Francesca Paci

Testata: La Stampa
Data: 08 agosto 2016
Pagina: 6
Autore: Francesca Paci
Titolo: «L'Algeria non aveva voluto riprenderlo»

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 08/08/2016, a pag. 6, con il titolo "L'Algeria non aveva voluto riprenderlo", il commento di Francesca Paci.

Sugli errori e la cecità di Belgio e Francia nel combattere il terrorismo islamico abbiamo già scritto oggi in altra pagina. In questa sottolineiamo invece la connivenza di molti Stati arabi con il terrorismo islamico. In entrambi i casi non si tratta di novità.

Ecco l'articolo:

Immagine correlata
Francesca Paci

Immagine correlata
"No alla democrazia, vogliamo solo l'islam"

La fermezza con cui l’Algeria ha respinto la richiesta belga di estradare il 33enne attentatore di Charleroi svela una parte importante delle difficoltà di Bruxelles nel fronteggiare il terrorismo. E non solo perché, come racconta il consulente dei liberal-democratici e veterano della comunità marocchina di Anversa Hicham El Mzairh, «gli jihadisti sanno ormai di essere intercettabili e si incontrano di persona o utilizzano intermediari vicini alla criminalità ma non radicalizzati».

Il Belgio non ha alcun accordo di rimpatrio con l’Algeria, neanche il gentlemen agreement che consente alla Francia di rispedire a casa quegli irregolari legati a criminali attivi in Algeria o riconducibili al Fis (Fronte islamico di salvezza). Fino a un anno fa non ne aveva neppure con il Marocco (oggi tra i rari Paesi con la Turchia dove Bruxelles può estradare). Poi, spiega El Mzairh, si è imposta la paura: «L’ostacolo era che, sebbene non sia applicata da vent’anni, in Marocco c’è la pena di morte. Intanto però le cose si sono complicate, il Belgio ha capito di essere diventato una zona franca in virtù della sua tolleranza. E nel 2015 i ministri della Giustizia e dell’Interno più il segretario di Stato all’immigrazione sono volati in Marocco a siglare l’intesa: da allora gli aerei militari hanno rimpatriato 50 persone».

Il non accordo con l’Algeria e quello nuovo con il Marocco chiariscono perché l’ex foreign fighter Harry Sarfo, ora in cella in Germania, abbia raccontato al New York Times che molti jihadisti vogliono andare in Belgio, perfino in carcere. Nomi noti della galassia islamista sono stati nel tempo chiesti invano dal Marocco, due per tutti l’ex Guantanamo Moussa Zemmouri e Abdelkader Hakimi, arrestato a Bruxelles nel 2004 per gli attentati di Casablanca e rilasciato 2 volte prima di fuggire in Siria, dove secondo gli Usa sarebbe stato ucciso mesi fa.

Per inviare la propria opinione alla Stampa, telefonare 011/65681, oppure cliccare sulla e-mail sottostante


direttore@lastampa.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT