LA STAMPA di oggi, 05/08/2016, titola a pag. 6:
"Una commissione contro il radicalismo" (a destra)
E a pag. 26 scegli il sottotitolo:
"Un libro del filosofo Srécko Horvat analizza il disagio dei leader radicali di fronte all'imprevedibilità dell'amore. Da Sartre a Che Guevara, da Lenin a Khomeini fino al '68". In questo caso suscita anche grassa ilarità...
Seguiremo i quotidiani italiani, quando continuano a utilizzare a sproposito l'aggettivo "radicale". Oggi tocca a:
Come abbiamo già sottolineato ieri con un editoriale (http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=115&sez=120&id=63327), "radicale" è copia dell'inglese "radical", ma i due termini hanno significati differenti: il secondo, opposto a 'liberal', che significa progressista, indica "estremista", e così dunque andrebbe tradotto.
I jihadisti che compiono attentati in tutto il mondo non sono "radicali" ma estremisti (islamici) e terroristi (sempre islamici, ma i nostri media omettono quasi sempre anche questo aggettivo): fino a quando l'informazione non sarà corretta, rinunciando finalmente alle lusinghe del politicamente corretto, non riusciremo a mettere a fuoco il problema, figuriamoci ad affrontare una guerra.
Per inviare la propria opinione alla Stampa, telefonare 011/65681, oppure cliccare sulla e-mail sottostante