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Ugo Volli
Cartoline
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Verso lo stato islamico d’Europa 02/08/2016
Verso lo stato islamico d’Europa
Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli

Cari amici,

ci sono molte cose che l’Europa (o meglio la sua élite politica e mediatica) non capisce del momento critico che stiamo attraversando. Se l’élite non fosse sciocca e impreparata (come gli Hollande, le Merkel ecc.) e non ci fossero i soliti gruppi di arrampicatori sociali che sfruttano il mito dei paradisi perduti per far carriera (figli ahimè della mia generazione del Sessantotto e del suo deserto culturale), sarebbe ovvio per tutti che viviamo nell’epoca di maggior prosperità materiale e libertà personale che l’umanità abbia mai conosciuto e che questo tesoro, frutto dell’intelligenza e degli sforzi di generazioni di costruttori della scienza e della democrazia (che di solito prosperano, guardate un po’, negli stessi paesi e negli stessi periodi) debba essere difesa e generalizzata a tutta l’umanità.

Ma non è così, inutile illudersi. Molti lavorano per tirare il collo alla gallina dalle uova d’oro (la società liberale) e quelli che dovrebbero difenderla collaborano nell’impresa, naturalmente per generosità disinteresse e dedizione etica. Se avete dei dubbi su questa bizzarra forma di suicidio a fin di bene, ascoltate i messaggi del papa, che sta facendo il possibile per distruggere non solo la Chiesa che gli è affidata, ma anche la cultura millenaria in cui essa si è sviluppata, naturalmete con le migliori intenzioni del mondo.

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L’Europa dunque fa molti errori. Uno dei più significativi è rifiutare di capire che il terrorismo che la attacca è lo stesso che cerca di distruggere Israele da un secolo, prima ancora che nascesse. Questo è evidente sul piano tecnico: l’attentato di Nizza col camion è - come riconosciuto esplicitamente dall’Isis: http://www.thetower.org/3662-isis-praises-palestinian-tactic-of-truck-attack-in-nice/ - una copia degli attentati palestinisti dell’ultimo anno: mezzi di trasporto che sono portati a travolgere gente ignara. Così gli accoltellamenti in luoghi di culto, gli attacchi a spazi di divertimento (Orlando) ecc.

Ma c’è di più della tecnica, è l’ideologia. Vi siete fatti la piccola domanda fondamentale del perché di questi attentati? Scartata la risposta idiota della follia, qual è l’obiettivo? E’ evidente, si tratta di minare la sicurezza, di terrorizzare la gente comune, di stabilire in prospettiva quella “duplicità di potere” che Lenin individuava come radice di ogni “rivoluzione”. Bisogna far sapere chi è più forte, cioè più crudele, per terrorizzare il nemico e scacciarlo da quella pace civile che è il senso fondamentale di ogni stato. E’ quel che i palestinisti fanno in Israele da quando gli ebrei hanno smesso di vivere nella condizione di servitù che è la sola loro permessa dalla “religione di pace” dell’Islam, e che ora, quando incominciano a essere in numero sufficiente, gli islamisti cercano di applicare all’Europa.

Ma questo l’élite europea non lo capisce. Anzi lo rifiuta. Anzi cerca di allearsi con i terroristi in Israele mentre goffamente e poco convinta prova a difendersi dai terroristi in Europa. Vi faccio un esempio, fra i molti possibili. In seguito agli attentati delle ultime settimane, il governo francese sembra (in)deciso a impedire che vi siano moschee e organizzazioni islamiche finanziate da stati stranieri (http://www.telegraph.co.uk/news/2016/07/29/french-pm-considers-temporary-ban-on-foreign-funded-mosques/). Ma non solo fa parte di chi ha protestato contro la legge israeliana fatta approvare di recente dal bravo ministro della Giustizia Ayelet Shaked, ma a sua volta finanzia organizzazioni che appoggiano il terrorismo in Israele (http://www.timesofisrael.com/netanyahu-accuses-france-of-funding-anti-israel-groups/), come del resto fa l’Unione Europea. Ma si può essere contro i macellai del Bataclan, di Nizza, di padre Jacques Hamel e dare la cittadinanza onoraria (come hanno fatto parecchie città francesi, e purtroppo anche Palermo e credo Napoli) a un organizzatore del terrorismo, responsabile di più di dieci omicidi di gente disarmata come Marwan Barghouti, un pericoloso criminale il cui accostamento a Mandela è un insulto per la memoria del presidente sudafricano? Sì che si può, se stupidamente si pensa come diceva Craxi che il terrorismo palestinese non è criminale perché è finalizzato alla realizzazione di uno stato. Come se i terroristi di questi giorni non volessero altro se non iniziare il processo che porterà allo stato islamico d’Europa.

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Ugo Volli


http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90

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