Angelo Pezzana si prende a cuore il futuro del popolo curdo, auspicando la nascita di un'entità statale che finalmente lo rappresenti. Fin qui nulla di riprovevole, anzi. Nasce però il sospetto che tutto questo amore per la causa curda sia alquanto strumentale, finalizzato sostanzialmente agli interessi di Israele. E' la stessa ragione per cui si auspica la prossima frantumazione di stati come Siria ed Iraq che, guarda caso, finchè erano retti da regimi di ispirazione laica e nazionalista, conoscevano livelli di sviluppo economico e civile assolutamente impensabili nelle monarchie feudali del Golfo, tanto care a Usa, Israele ed Europa. Ora che questi stati, fra rivoluzioni colorate e guerre civili indotte, sono ridotti in macerie, Israele può finalmente dormire sonni tranquilli e dedicarsi a "tramacciare" (mi pare dicano In Veneto) con i fanatici wahabiti (oltre chè corrotti) della petromonarchia saudita contro l'odiato Iran. Non stupisce quindi che, riprendendo il vecchio Piano Yilon, Israele coltivi ora il sogno di ergersi a unica potenza regionale nel mare di staterelli costituiti su base etnico-religiosa, deboli, in perenne contrasto fra lo e, quindi, facilmente condizionabili e assolutamente inoffensivi. In ultima, perchè non auspicare uno stato anche per i palestinesi o per gli sciti della penisola arabica o per i Tuareg del Maghreb? Ma, evidentemente, l'interesse per l'autodeterminazione dei popoli va bene solo in specifici casi.
Alessandro Bortolami
Risponde Angelo Pezzana:
Innanzitutto i curdi sono un popolo le cui caratteristiche non si trovano nei casi di altre popolazioni, che sono, appunto, popolazioni e non popolo. Infatti i palestinesi fino agli anni '60 non sapevano neppure di essere un "popolo", ma soltanto una delle tante popolazioni arabe dell'Impero Ottomano. Che poi sul giudizio positivo verso i curdi pesi la loro posizione nei confronti di Israele è un motivo che ho ben chiarito nel mio pezzo. E' inoltre un popolo che si difende da un islam che vorrebbe impedirgli di diventare Stato. Una mosca bianca in un Medio oriente dove islam significa volontà di sopraffazione e quindi terrorismo.