Pubblichiamo con piacere il ricordo di un lettore:
Mi ricordo che quando (nel 1989) andai a visitare Auschwitz insieme ad un gruppo di amici miei aggregati ai pellegrinaggi paolini, appena entrato nel lager mi colse una forte crisi di pianto. Quindi, man mano che ci addentravamo nelle varie camere di tortura (gas, crematori, ripostigli vari) stetti malissimo, fino a rimettere (mi vergogno ancora a dirlo). Quando tornai a casa ne parlai col mio medico, che mi fece parlare a sua volta con un suo collega ebreo, che mi raccomandò, prima di affrontare certe visite, di "foderarmi bene la psiche". Non ho mai capito bene questa frase. In seguito a Gerusalemme, a Yad Vashem, mi colse ugualmente la crisi di pianto, ma non mi capitò più di stare male. Mi fece molta impressione vedere al di fuori dell'edificio il vagone piombato. Penso che molta gente avrebbe bisogno di andarci. E magari starci per giornate, settimane, mesi, anni interi. Poi voglio vedere se hanno ancora la sfrontatezza di dire peste e corna della politica di Israele. Shalom
Mario Salvatore Manca di Villahermosa