Netanyahu: ciò che conta è averlo nel mirino
Lettera da Gerusalemme, di Angelo Pezzana
Benjamin Netanyahu
IBC (Israel Broadcasting Corporation)- una TV pubblica sull’esempio della BBC- doveva essere inaugurata il 1° ottobre, era stato raggiunto anche l’accordo con l’Histadrut, il sindacato, invece non se ne farà nulla per ora, ma la data è stata rinviata all’aprile 2017. I motivi sono tanti, anche contraddittori. Bibi Netanyahu, che è anche Ministro delle Comunicazioni, ha riferito in Commissione che l’intera struttura non è ancora pronta, partire adesso sarebbe un fallimento. Questo per smentire chi gli attribuiva la responsabilità del rinvio, forse persino la volontà di affossare l’intero progetto. La sua risposta è stata decisa “ Israele ha 2 canali commerciali, il 2° e il 10°, se guardiamo altri paesi con le nostre dimensioni, la Danimarca ha 6 canali, 5 il Belgio, 8 la Finlandia.
Moshe Kahlon
Gli israeliani devono avere la possibilità di scegliere, come è avvenuto con i cellulari, prima era tutto in mano a due aziende, poi abbiamo aperto il mercato con una legge, voluta da ministro delle finanze Kahlon (lo stesso che si è battuto per la creazione di IBC), che consentiva a tutti di investire nel settore e il risultato si vede, il servizio è enormemente migliorato (Lo testimonia chi scrive, le compagnie che operano in Israele, grazie alla concorrenza, offrono servizi sui cellulari che in Italia ce li sognamo!). Il rinvio ha però creato scontento fra i partiti della coalizione, la mancata apertura della nuova TV di stato viene giudicato antidemocratico, in quanto avrebbe rappresentato un modo di fare informazione indipendente , quindi una garanzia lontana da pressioni politiche e private. Ma Netanyahu non ha detto di no, anzi, tutto lascia prevedere che alla fine il progetto sarà molto ambizioso, perché ha dovuto giustificarsi, arrivando ad affermare che “non sta cercando di controllare i media”?
La IBC sostituirà il precedente canale IBA (Israel Broadcasting Authority), ormai fuori mercato, allora perché destra e sinistra lo accusano? Viene in mente il quotidiano gratuito Israel Hayom , il primo per diffusione, finanziato dal multi miliardario americano Sheldon Adelson, grande amico di Bibi, ma nessuno ha visto nel nuovo progetto TV un possibile tentativo di ripetere a livello televisivo il vantaggio che indubbiamente la pubblicazione del quotidiano gli ha portato. Come nessuno ha collegato al nuovo canale una risposta a i24news, la tv privata che trasmette da Tel Aviv-Yafo in tre lingue, inglese,francese,arabo e che ha una audience internazionale, certamente lontana da qualsiasi rapporto benevolo con il Primo Ministro. Insomma, non c’è nulla che indichi nel rinvio della nuova TV statale una mossa strategica studiata appositamente da Bibi per interessi personali. Quindi, perché è di nuovo sotto tiro? Difficile trovare la risposta.
Angelo Pezzana